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  • No alla violenza, lo Sporting Lisbona sospende il rapporto coi tifosi
No alla violenza, lo Sporting Lisbona sospende il rapporto coi tifosi

No alla violenza, lo Sporting Lisbona sospende il rapporto coi tifosi

  • Pippo Russo
    Pippo Russo
Fine delle relazioni. Con un lungo comunicato reso pubblico ieri attraverso il sito web ufficiale, lo Sporting Lisbona annuncia l'interruzione dei rapporti coi due principali gruppi ultras biancoverdi: la Juventude Leonina (nota anche come Juve Leo) e il Directivo Ultras XXI. Una decisione presa in conseguenza “dell'escalation di violenza che ieri [cioè sabato, ndr] è culminata in tentativi di aggressione fisica contro dirigenti e altri tifosi dello Sporting Lisbona”. E che determina l'interruzione del protocollo per la regolazione dei rapporti fra il club e i gruppi del tifo organizzato. Una mossa clamorosa, annunciata in uno dei momenti più drammatici nella storia del club leonino, e dichiarata attraverso un testo in cui non mancano i toni forti. Come quelli contenuti nei passaggi in cui si parla di “senso dello Stato” (sentido do Estado) e addirittura di “alto tradimento” (alta traição).

Si celebra così il passaggio più drammatico nella vita recente di un club che pare sprofondato in un buco nero. Dalla stagione 2001-02 lo Sporting non vince un'edizione della Liga, e il protrarsi del digiuno genera frustrazione. Inoltre, il succedersi delle compagini dirigenziali non è mai parso all'altezza delle ambizioni della tifoseria. La sola parentesi in cui si è avuta l'impressione che si potesse tornare alla grandezza del passato si è avuta sotto le due presidenze di Bruno de Carvalho, fra il 2013 e il 2018. Ma quel passaggio si è chiuso in modo traumatico, e adesso Bruno de Carvalho si è visto privare anche dello status di socio.

Il suo successore Frederico Varandas, ex capo del dipartimento medico del club, non ha mai convinto la comunità leonina. E il catastrofico inizio di stagione ha fatto il resto. Non è ancora terminato il mese di ottobre, eppure i Leões hanno già visto passare tre allenatori sulla panchina della prima squadra. La stagione è stata iniziata dall'olandese Marcel Keizer, confermato dopo la scorsa stagione. Ai primi di settembre Keizer si è dimesso per divergenze sulla gestione del calciomercato, e in sua sostituzione è stato chiamato Leonel Pontes come tecnico ad interim, dato che stava già allenando la squadra Under 23. Quindi è toccato a Silas, ex allenatore del Belenenses, nominato a fine settembre. Un tourbillon che non ha cambiato i risultati del campo: scadenti, in qualche caso pessimi. Una linea di continuità che prende il via con l'umiliante sconfitta (5-0) patita contro il Benfica nella gara di Supercoppa dello scorso 4 agosto, e si chiude (momentaneamente) con l'altrettanto sconcertante eliminazione dalla Coppa di Portogallo per mano dell'Alverca (0-2 lo scorso giovedì 17 ottobre), club che milita in terza serie. Fra questi due passaggi traumatici c'è un cammino men che mediocre in campionato: 6° posto in classifica con soli 11 punti dopo 7 giornate, e ben 8 punti di distacco dalla capolista Famalicão (vincitrice 2-1 nello scontro diretto allo stadio Alvalade, che il dottor Varandas vorrebbe intitolare a Cristiano Ronaldo).

Le tensioni erano latenti e la sconfitta sul campo dell'Alverca le ha fatte esplodere. Con l'effetto di far tornare in scena i fantasmi dell'assalto effettuato da una banda di ultras presso l'Accademia di Alcochete, a maggio 2018. Il comunicato pubblicato ieri dallo Sporting vi fa riferimento, come un monito verso qualcosa che non debba verificarsi mai più. Ma intanto i rapporti fra questa direzione biancoverde e la tifoseria si fanno sempre più difficili. E la rottura coi gruppi ultras ufficiali è la manifestazione più evidente di tale malessere.

@pippoevai

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