Non c'è bisogno di Paratici, all'Inter sono maestri nel fare casino
Wanda Nara, Icardi, Marotta, Perisic, Brozovic, tutti insieme appassionatamente, in un gioco alla destabilizzazione, che sa di gioco al massacro. Un mese prima, Nainggolan era stato sospeso per ragioni disciplinari, un mese dopo Spalletti è caduto in una specie di stato catatonico dopo prestazioni strabilianti, in negativo, della squadra e Wanda, come Capitan Fracassa continua a menare fendenti a destra e a manca. Rilascia perfino giudizi sferzanti su giocatori che non sono suo marito, non risparmiando nulla, non solo alla dirigenza, ma anche a chi va in campo.
Invece che dieci, “undici piccoli indiani”. Lei, però, dice: “Son fatta così!”. Il marito, come sempre, la segue con passione. Ma è possibile che un rinnovo rappresenti un terremoto?
Certo non c’è solo questo, perché la terra, nella nuova sede di Porta Nuova, trema al minimo soffio di vento. Ieri ci si è messo anche Moratti, il “Presidente” che sconfessa le decisioni “disciplinari” di Marotta, reo di aver tolto la fascia di capitano a Icardi, d’accordo, pare con Spalletti. Spalletti, il quale sembra sempre alla ricerca del suo Totti, ovunque si trovi.
La sensazione è che fra pressioni, scontentezze, interferenze, errori, l’Inter sia ricaduta in quella crisi d’identità che la perseguita da anni. L’arrivo di Marotta non ha raddrizzato la barca, e, d’altra parte non si poteva pretendere.
Insomma, al casino ci pensano loro. Come si dice a Roma: “A Fabio…magna tranquillo”.