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  • Non lamentiamoci, e ai piedi di tutti i nostri letti mettiamo la foto di Manuel

    Non lamentiamoci, e ai piedi di tutti i nostri letti mettiamo la foto di Manuel

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Il risveglio del mattino dovrebbe rappresentare, per ciascuno di noi, il momento più entusiasmante di tutta la giornata che ci prepariamo a vivere. Il primo pensiero, quando gli occhi si aprono più o meno faticosamente, dovrebbe essere rivolto ad una sorta di ringraziamento per la serie “sono ancora qui”. Purtroppo questo non sempre avviene perché la linea guida dell’ottimismo viene interrotta da mille pensieri su ciò che non di bello e di propositivo ma di contorto e faticoso presumiamo ci attenda una volta in piedi e scaraventati nel mondo. Così ci alziamo ciondolanti e lamentosi per una ripartenza che non è delle migliori.

    Talvolta, anzi spesso, abbiamo addirittura il diritto al turbamento. Le notizie di cronaca che ci vengono dispensate già all’alba dai media televisivi, radiofonici e di Rete oltre a quelli della carta stampata non sono quasi mai confortanti. Qualcuno provare il desiderio  di ricacciarsi a letto e di rinunciare all’ennesima sfida con un quotidiano che prevede battaglia e lotta dura contro tutto e contro tutti. Il pessimismo comincia a circolare nel sangue impedendo ai pensieri positivi e all’adrenalina di dare un senso alla fatica della vita. Il problema, serio, è che spesso veniamo trascinati in questo vortice di pessimismo a prescindere da una forma di  autocommiserazione un poco vigliacca la quale ci impedisce di vedere e di considerare quanto siamo fortunati perché in buona salute e non abbandonati a noi stessi tra le onde alte di un’esistenza in burrasca. Un pensierino a chi sta peggio o a coloro che stanno veramente male, non soltanto fisicamente, sarebbe utile e salutare.

    Un rimedio naturale e non farmacologico, da oggi, potrebbe essere rappresentato dal posizionamento nelle nostre camere e ai piedi del letto della fotografia che ferma l’immagine di un nuotatore impegnato nella vasca di una piscina e di guardarla appena desti.. E’ Manuel Bortuzzo, il giovane atleta privato dell’uso di entrambe le gambe perché colpito “per caso” da due colpi di pistola sparati da un balordo di periferia romana nella notte tra il 2 e il 3 febbraio. Un video girato nella vasca dell’ospedale Santa Lucia corredato dalla voce dello stesso ragazzo coraggioso con parole semplici ma tanto significative: “Finalmente sono tornato nel mio elemento. Provo una felicità immensa. Da questo istante, insieme con la riabilitazione, posso ricominciare a vivere”. Un autentico inno all’esistenza che non trasuda manco un poco di retorica ma che dovrebbe aiutare e fare da sano e naturale “doping” tutti coloro i quali al mattino, prima di scendere dal letto, avrebbero la tentazione di rinunciare alla lotta.

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