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  • Olanda troppo forte, Italia eliminata. Ma questa è la generazione del cambiamento, supportiamola!
Olanda troppo forte, Italia eliminata. Ma questa è la generazione del cambiamento, supportiamola!

Olanda troppo forte, Italia eliminata. Ma questa è la generazione del cambiamento, supportiamola!

  • Federico Zanon
Italia eliminata, Olanda in semifinale. Finisce ai quarti di finale il sogno Mondiale delle Azzurre, battute 2-0 da un’avversaria oggettivamente più forte. 19 anni dopo i miracoli di Toldo e il successo di Amsterdam, è l’Olanda a fare festa. Va avanti con merito, tra gli applausi. Quelli che si merita anche l’Italia. Che ha unito un Paese, che l’ha reso orgoglioso. Resta il rammarico per quello che non è stato, ma non sottovalutiamo quello che, queste ragazze, le nostre ragazze, hanno conquistato. Il quarto di finale è un grande risultato. Bisogna ripartire da qui. Dalla generazione del cambiamento, che ora va aiutata a fare il definitivo salto di qualità.

Inni da brividi, caldo da gita al mare. Giocare alle 15 è quasi da manicomio ma la storia, a volte, si scrive in situazioni estreme. Bertolini sceglie un centrocampista in più, Galli, e un attaccante in meno, Girelli, che va in panchina. Dentro dal primo minuto Giacinti, confermata dopo la prova devastante contro la Cina. La partita, come prevedibile, la fa l’Olanda, che gioca soprattutto dal lato di van de Sanden, sulla quale va in chiusura Guagni, spostata a sinistra, con Bartoli a destra. L’Italia parte impaurita e in fase di costruzione sbaglia tanto. Dietro, invece, il livello di attenzione è sempre molto alto. Aspetta, chiude e prova a ripartire.

Il primo segnale arriva al 18’ con Bonansea che lavora bene di sponda per Bergamaschi: controllo e tentativo di pallonetto che non fa nemmeno il solletico a van Veenendaal. Passano due minuti e l’esterno del Milan torna a spaventare l’Olanda, schiacciando il sinistro da buona posizione. L’Italia c’è e non ha paura di stare sul ring. Ribatte colpo su colpo, sa incassare quando l’Olanda alza i ritmi, soprattutto con Miedema (al 30’ suolata per liberarsi della marcatura e sinistro controllato da Giuliani), sa farsi sentire quando ha spazio per infilarsi (al 36’ Giacinti, ben servita in area, non trova la porta). Il finale di tempo è tutto orange, Giuliani è attenta sulla punizione di Spitse e su un tentativo di sfondamento di Martens. Si va al riposo sullo 0-0, loro più ordinate in campo ma spuntate là davanti, noi attente dietro e pericolose in ripartenza.

La ripresa si apre con una novità, Boattin per l’infortunata Bartoli. Identico invece il copione, la squadra campione d’Europa crea, l’Italia distrugge. E tira un sospiro di sollievo quando Miedema non trova la porta di testa e Groenen calcia sul corpo di Gama. L’equilibrio, dopo 5’, non c’è più, loro hanno qualità e fisicamente stanno meglio di noi, che facciamo fatica a ripartire. Giuliani ci salva due volte su Martens e una su van de Sanden. Quando non ci arriva la Wonder Woman della Juve, la traversa dice di no al tiro a giro di van de Donk (58’), il palo al missile su punizione di Spitse (63’). L’impressione è che sia solo una questione di tempo e purtroppo il gol arriva. Spitse disegna una punizione perfetta per Miedema che di testa ci fa male. Come nel 2014, nello spareggio per andare al Mondiale. La reazione non c’è, c’è invece sempre e solo l’Olanda che raddoppia ancora di testa, questa volta con van der Gragt, sempre su invito di Spitse. Il guizzo di Sabatino, schermato da van Veenendaal è una piccola parentesi azzurra nel monologo arancione. Finisce, tra le lacrime, il sogno azzurro. Va avanti, con merito, l’Olanda. 
 

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