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  • Champions e doppio regista, ecco perché la Juve riprende Bonucci
Champions e doppio regista, ecco perché la Juve riprende Bonucci

Champions e doppio regista, ecco perché la Juve riprende Bonucci

  • Giancarlo Padovan
Ero (e sono ancora) fortemente contrario al ritorno di Leonardo Bonucci in bianconero. Soprattutto se la Juve - come tutto ormai fa pensare - metterà nello scambio un pari ruolo come Caldara. Prima della bravura, viene l’età: Caldara ha 24 anni, Bonucci 31. Tuttavia, anche dopo aver visionato il giovane ex atalantino nel torneo amichevole in terra americana, e precisamente contro il Bayern di Monaco e il Benfica, credo di avere capito perché il club del presidente Andrea Agnelli attuerà questa operazione.

Dal punto di vista tecnico, la Juve ha bisogno di vincere subito. Non tanto in campionato, dove comunque l’ottavo successo consecutivo sarebbe gradito, ma in Champions League. Per questo ha ingaggiato Ronaldo e rinunciato a Higuain. L’Europa non è più solo un’ossessione, è molto di più. La Juve ha aspettato tanto, non può permettersi ulteriori rinvii.

Probabilmente Caldara diventerà bravo quanto Bonucci o anche di più. Però al momento non lo è e la Juve - pur avendo ancora in rosa Chiellini, Benatia, Barzagli e Rugani (che però sta per andare al Chelsea per una cifra vicina ai cinquanta milioni) non può vuole aspettarlo.

Ma cosa significa precisamente che Caldara non è ancora bravo come Bonucci?
La risposta include due aspetti: la fase di costruzione e la possibilità di giocare con la difesa a tre. Da quando la Juve ha ceduto Bonucci, ha perso l’unico difensore che sappia costruire da dietro. Chiellini non ha il piede (anche se parte ogni tanto in felici incursioni), Benatia non ha la misura, Barzagli manca di precisione, Rugani non si è mai preso questo tipo di iniziativa.

Infatti, come ho già avuto modo di scrivere, quando manca Pjanic, nella Juve manca il facitore di gioco e la manovra è lenta, prevedibile, senza profondità. Bonucci, invece, è forse il migliore centrocampista possibile tra i difensori italiani in attività. Oltre al lancio possiede la precisione, azzarda la profondità e conserva il tempismo tra la sua giocata e il movimento del compagno. 

Meglio di lui, secondo me, non lo sa fare nessuno e questo non sfugge certo né ad Allegri, né a Marotta e Paratici. A questa caratteristica, che si rivela fondamentale non solo quando Pjanic non c’è, ma anche quando l’allenatore avversario gli piazza alle costole una marcatura a uomo, Bonucci aggiunge l’abilità di fare il centrale in una difesa a tre. 

E’ opinione diffusa che in quel ruolo specifico, lo juventino di ritorno sia tra i migliori al mondo. Dunque, se torna, significa che Allegri ha in mente una squadra che, come da precedenti, sappia giocare con diversi sistemi. E a ben vedere, con Cancelo e Alex Sandro ai lati, un 3-5-2 sarà meno occasionale di quel che si pensa, nonostante nella scorsa stagione l’allenatore della Juve sembrava averlo pensionato.

Al di fuori della tattica, la Juve è convinta anche di recuperare Bonucci dal punto di vista psicologico. Dotato - come disse il suo mental coach - di un ego colossale, il calciatore sa di doversi riconquistare tutto e tutti: i compagni, nonostante gli siano rimasti amici; l’allenatore, che comunque l’ha perdonato rispetto agli “eccessi” verbali e fisici di due stagioni fa; e, soprattutto, i tifosi che, invece, hanno vissuto il suo addio come un tradimento.

Dovrà ricominciare quasi da zero e anche il taglio all’imponente ingaggio del MIlan (otto milioni più due di bonus) dovrà essere consistente. Personalmente avevo paura di un rigetto da parte dello spogliatoio (mi sbagliavo), mentre sono certo che i tifosi ne contesteranno sia gli allenamenti (mi immagino scene da guerriglia come quelle che accolsero Allegri dopo Conte), sia le partite ufficiali (tanti fischi destinati a spegnersi solo con il tempo).

Comunque è logico che all’aspetto ambientale, la società badi poco o per nulla. Primo, perché l’ha già vissuto con Allegri e la forza dei successi ha piegato la ragione dei tifosi. Secondo, perché nella gestione delle difficoltà la Juve sa muoversi e proteggere come poche altre.

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