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  • Parmamania: in questa tragedia non si può parlare di allenamenti e calcio giocato

    Parmamania: in questa tragedia non si può parlare di allenamenti e calcio giocato

    • Simone Buratti
    Terza settimana di quarantena che si conclude nella città ducale. Tra il suono delle ambulanze che urlano nelle vie deserte di Parma e la continua battaglia di medici, infermieri e operatori sanitari all’Ospedale Maggiore, non può e non deve cessare la voglia di ricominciare presto a sorridere. Ma non è ancora tempo di parlare di calcio giocato e di discutere quando e come si tornerà in campo. Ciò che conta in questo momento è solamente la salute, come chiaramente sottolineato anche da staff e dirigenza crociata in questi giorni di isolamento necessario. Anche i giocatori provano a strappare qualche sorriso ai tifosi gialloblu, con simpatiche challenge sui social e video di allenamenti personalizzati in cortili e garage. 

    Il Parma, dopo aver comunicato il rinvio della ripresa degli allenamenti a data da destinarsi, sta comunque proseguendo la campagna di solidarietà verso il reparto Infettivi dell’Ospedale cittadino con la bella iniziativa “Aiutiamo la squadra più forte di Parma”. Continuano anche gli invii e le pubblicazioni delle bellissime fotografie di bambini vestiti con i colori gialloblu crociati: “Andrà tutto bene” si legge nei cartelli esposti dai piccoli tifosi sorridenti. Il momento difficile che sta attraversando la città e tutto il nord Italia esclude ovviamente la ripresa degli allenamenti e delle competizioni sportive a breve termine. Ora conta solo vincere le partite in corsia dove ogni giorno gli eroi in camice si battono in vere e proprie finali. Non è ancora tempo di giocare e divertirsi e nemmeno di pensare quando finirà il campionato. Prima deve finire tutto questo e la strada è ancora lunga. 

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