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  • Immobile stakanovista, Correa è unico: basta una Lazietta per questo Marsiglia
Immobile stakanovista, Correa è unico: basta una Lazietta per questo Marsiglia

Immobile stakanovista, Correa è unico: basta una Lazietta per questo Marsiglia

  • Franco Recanatesi
Basta una Lazietta per battere il Marsiglia e approdare ai sedicesimi di Europa League con due turni di anticipo. Senza fare troppi sconti, Inzaghi porta a casa i tre punti e gli applausi dello scarso pubblico dell’Olimpico che nella serata discretamente rigida si scalda solo grazie agli strappi di Correa e alla incessante frenesia di Immobile, stavolta in versione assist-man.

Al tramonto di un primo tempo dimenticabile, mentre pensieroso stava portandosi negli spogliatoi, Inzaghi è stato ingiustamente premiato con il gol del vantaggio, trovato da uno dei più assenti, Parolo, che di testa ha superato l’imbarazzante Caleta-Car e il trentacinquenne portiere di rincalzo Pelè (guarda che fine quel nome!), immobile - di fatto non di nome - sulla palla lenta che baciando il palo è rotolata in rete.

Gran colpo di fortuna, perché fino allora le occasioni migliori le avevano avute i francesi: clamorosa quella di Sakai che al 6’ ha tirato su Strakosha da non più di tre metri; ma anche Sanson, Njie e Thauvin si erano segnalati per generosità nei confronti del bravo portiere albanese. La Lazio non aveva mai tirato seriamente in porta, nonostante il Marsiglia non brillasse in difesa (si capisce perché è la penultima della Ligue 1) e nonostante Correa giocasse a birilli con i suoi custodi.

I biancocelesti denunciavano il solito peccato, quello di regalar palla in uscita: troppo leziosi i tre difensori Felipe Luiz, Acerbi e Wallace (graziato dal secondo giallo), Cataldi non trovava sbocchi, Parolo era molle e tremante come un budino. Quando ripartiva, la squadra romana non trovava frecce sulle fasce, dove Marusic faceva rimpiangere Patric e Durmisi rinfocolava la domanda che i tifosi dell’aquila si pongono dall’inizio della stagione: perché? (spendere 7,5 milioni per un modesto stantuffo come lui avendo già Lulic e Lukaku?).

Amen. La ripresa iniziava con gli stessi 22, Immobile sempre presente (Caicedo era in clinica per un controllo), i laterali pure, però dopo pochi minuti, ecco il gol della quasi-certezza della promozione, anche in virtù del vantaggio dell’Eintracht sull’Apoel: stesso terno vincente della prima marcatura, Cataldi ruba palla, diagonale su Immobile spostato a sinistra, tocco preciso verso Correa, piatto pulito in diagonale sull’uscita di Pelè. Bel giocatorino questo argentino, troppo frettolosamente giudicato (anche da me), non vale il mai abbastanza rimpianto Felipe Anderson ma possiede numeri rari e una velocità e un dribbling unici fra i compagni di squadra.

Da quel momento, però, la Lazio si è seduta sugli allori, mancava soltanto che qualcuno si accendesse una sigaretta o leggesse il giornale. Cinque minuti dopo il doppio vantaggio, Parolo si faceva soffiare una palla facile facile da Sanson, imbucata per Thauvin a difesa spiazzata, diagonale preciso dell’uomo che due anni fa Inzaghi aveva cercato. Dieci minuti di assenza totale, per fortuna assolti da un Marsiglia senza mordente né qualità, con due vivaci laterali, Sako e Njie, un buon manovratore, Sanson, un discreto centrale di difesa, Luiz Gustavo. Niente più. Gol a parte, il celebrato Thauvin è apparso in balìa di Acerbi e Strootman, legnoso, si capisce come mai i suoi compagni sono ingrugniti dal suo stipendio da superstar.

Era sufficiente che la Lazio riaprisse un occhio - non tutti e due - perché l’avversario barcollasse. Neanche l’ingresso di Payet riusciva ad elevare il tasso qualitativo dei francesi. Si metteva in mostra il loro anziano portiere su conclusioni non male di Immobile (di testa e di piede) e Milinkovic. Ma doveva distendersi in tutta la sua lunghezza anche Strakosha per salvare la vittoria al 94’ dopo un duetto tra Lopez (ragazzino delle giovanili, bel debutto) e Njie, il migliore dei suoi.

Milinkovic ha giocato gli ultimi venti minuti con grinta e profitto, confermando la voglia di risalita. Per un quarto d'ora scarso si è rivisto Luis Alberto, un caso misterioso - infortunato? depresso? - che finora ha privato la Lazio della luce più brillante della scorsa stagione. Lui, al contrario del serbo, ha risposto con sufficienza, persino calciando direttamente fuori un calcio d'angolo, una sua specialità.

L'Olimpico si è divertito con un finalino dal sapore di derby: Garcia che intercetta un pallone fuori riga laterale ma ancora inseguito da Immobile; Strootman che si becca il giallo per una entrata greve su Milinkovic. Chissà cosa sarebbe successo se avesse colpito Cataldi: due anni fa, con la maglia della Roma, gli spruzzò in faccia l’acqua della bottiglia.

IL TABELLINO

Lazio-Olympique de Marseille 2-1 (primo tempo 1-0)


Marcatori 46' pt Parolo (L), 9' st Correa (L), 15' st Thauvin (M)

Assist: 46' pt, 9' st Immobile, 15' st Sanson (M)

Lazio (3-5-1-1): Strakosha; Wallace (12' st Bastos), Acerbi, Luiz Felipe, Marusic, Parolo, Cataldi, Berisha (24' st Milinkovic), Durmisi; Correa (36' st Luis Alberto); Immobile. All. Inzaghi

Olympique de Marseille (3-4-2-1): Pelè; Rami (35' st Sarr), Luiz Gustavo, Caleta Car, Sakai, Strootman, Sanson (24' st Payet), Ocampos; Lopez, Thauvin (36' st Mitroglou), Njie. All. Rudi Garcia. 

Arbitro: Vladislav Bezborodov (RUS)

Ammoniti: 22' pt Ocampos (M), 26' pt Wallace (L), 39' pt Thauvin (M), 6' st Rami (M), 41' st Njie (M), 43' st Strootman (M)

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