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  • Pulgar e Veretout come Maradona e Veron: la magia del gol dalla bandierina

    Pulgar e Veretout come Maradona e Veron: la magia del gol dalla bandierina

    • Furio Zara
    Il gol da calcio d'angolo sempre speciale, perché ribalta la prospettiva e arriva come un colpo di vento quando apri una finestra in una stanza. I gesti di Pulgar e Veretout (ma l’autogol tecnicamente è di Mirante) confermano la bellezza di una specialità che resiste alle mode e agli anni. Quando chi va a battere l’angolo pensa «adesso ci provo» è acceso da una scintilla che contiene coraggio, lampo di vanità, fiducia nel proprio piede e nelle mani di pastafrolla (o nella posizione errata) del portiere avversario.

    Lo specialista per eccellenza del calcio italiano è stato Massimo Palanca, "O’ Rei" di Catanzaro. E stato egli stesso a tenere la contabilità delle sue prodezze. Tredici gol da calcio d’angolo in carriera. Quasi un vizio. Calciava forte, di interno sinistro, facilitato da un piede mignon (aveva il 37, negli anni ‘70 la Pantofola d'Oro gli faceva scarpe su misura) imprimeva al pallone traiettorie imprendibili. Molte le qualità, altrettanti i segreti. Il vento di Catanzaro, per esempio, lo aiutava molto. E poi: Palanca chiedeva a un compagno - era Claudio Ranieri - di piazzarsi sul primo palo, in modo da ostruire la vista al portiere avversario. Celebre fu il gol dalla bandierina con cui il Catanzaro vinse a Roma nel ‘79 (quella domenica Palanca segnò una tripletta). Segnare da calcio d’angolo significa sfidare le leggi della fisica. Altro specialista  stato Luciano Chiarugi, Cavallo Pazzo: in un Fiorentina-Torino segnò un gol memorabile calciando di esterno sinistro ad effetto, col Milan segnò due volte, in campionato con l’Ascoli e in Coppa col Bruges.

    Il gol da calcio d’angolo ha anche una data di nascita: 2 ottobre 1924, quel giorno l’argentino Cesareo Onzari segnò contro l’Uruguay: venne battezzato «gol olimpico», proprio perché l’Uruguay era campione olimpico. Da calcio d’angolo hanno segnato - più di recente - il Papu Gomez (prima di domenica era stato lui l’ultimo a riuscirci in serie A in un Atalanta-Carpi del 2015: c’era Belec in porta), ma anche Maradona, Mihajlovic, Veron, Iachini (non Beppe, bensì Pasquale, ala sinistra negli anni ‘80), Baggio, Recoba, Ronaldinho, Roberto Carlos. In Grecia nel 1983, tale Vassilis Hatzipanagis segnò sette volte allo stesso modo, sempre da laggiù.

    E’ un lancio di dadi, se va male - al limite - il pallone finisce fuori: nessuno te ne può fare una colpa. Youtube è pieno di aspiranti goleador dalla bandierina. Qualcuno ci riesce, altri no. Sfidare le leggi della fisica, annullare la distanza tra ragione e follia (e pure quella, una quarantina di metri, tra angolo e la porta), indovinare la luce dove c’è solo il buio: questo significa fare gol dalla bandierina. E bravo chi ci riesce, al netto della papera del portiere, anche solo per averci prima pensato e poi provato.

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