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  • Quel 'tuffo' di Paolo Maldini che da domani sarà un reato

    Quel 'tuffo' di Paolo Maldini che da domani sarà un reato

    • Marco Bernardini
    Favolosa quell’estate del 1982. L’Italia vinceva il mondiale più bello in Spagna e la gente nel nostro Paese invadeva strade e piazze per celebrare una notte magica. Paolo Maldini allora aveva quattordici anni e, mentre suo padre Cesare affiancava il “Vecio” sulla panchina azzurra, trascorreva le vacanze come al solito a Viareggio insieme con la sua numerosa famiglia. 

    Come tutti gli italiani “impazziti” dalla gioia, anche quelli che del pallone sapevano poco o nulla, Paolino uscì dalla sua casa di via Vittor Pisani in zona Marco Polo per andare festeggiare. A Viareggio è buona regola ritrovarsi in Piazza Mazzini davanti alla passeggiata del lungomare dove a Carnevale viene allestita la tribuna per la sfilata dei carri. 

    Ciascuna piazza che si rispetti di ogni città possiede a corredo una fontana più o meno grande. Dalla mezzanotte di quella sera la fontana di Viareggio venne trasformata in una piscina pubblica nella quale centinaia di ragazzi e non solo facevano il bagno. Anche Paolo Maldini, insieme con i suoi amici, si era tuffato. Da domani lui e tutti i “bagnanti” notturni occasionali sarebbero sotto Daspo di 48 ore e costretti a pagare una multa di 450 euro perché colpevoli di un reato.

    E’ questa la vera novità che arriva dalla capitale in seguito ad una ordinanza emanata dalla sindaca Raggi e definita articolo 8 che dovrà fare essere rispettata dagli agenti della polizia municipale. A Roma Capitale ogni giorno ne accade una. Tra autobus che si incendiano da soli e voragini che si aprono nell’asfalto, i topi fanno merenda sotto le case indisturbati e migliaia di senza tetto dormono sulle panchine della stazione Termini. 

    Intanto la sindaca, apparentemente indifferente alla richiesta di condanna di dodici mesi fatta dal PM per “mafia capitale”, rinnega la storia passata e presente di una città che divenne famosa anche per il celebre bagno che Fellini fece fare ad Anita Ekberg e a Marcello Mastroianni per una scena della Dolce Vita girata nella Fontana di Trevi. L’unico permesso consentito ai turisti e non solo a loro sarà quello di poter gettare monete nelle fontane delle piazze. Vietato raccogliere però. A farlo ci penserà il Comune. Ora, in attesa che l’ordinanza trovi seguito per il resto delle città italiane, non ci resta che piangere.

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