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  • Roma-Lazio, le pagelle di CM: De Rossi intramontabile. Milinkovic disastroso

    Roma-Lazio, le pagelle di CM: De Rossi intramontabile. Milinkovic disastroso

    • Franco Recanatesi
    Roma-Lazio 3-1
     
    ROMA
    Olsen 6: Non è una giornata difficile per la pertica di Malmoe. Dall’alto dei suoi due metri controlla la situazione e non subisce gravi minacce. Qualche paroletta poco gentile – ma forse in svedese, e chissene – ai suoi che svirgolano e a Immobile che lo bercia e all’arbitro che lo ammonisce. Sul gol arriva un po’ lento, ma il diagonale di Immobile era millimetrico.
     
    Santon 6,5: Era una grande promessa, l’inizio della nuova avventura giallorossa non è stato fra i più felici, ma la scadente qualità dei suoi compagni di reparto lo ha riportato a galla. Limita un Marusic in palla e rimedia anche a qualche peccatuccio di Fazio e Manolas.
     
    Fazio 5: Se non avesse chiuso la pratica romanista con quella zuccata nel finale, la sua partita sarebbe stata disastrosa. Sbandamenti, vai col liscio, fino alla perla del pallone regalato a Immobile. Lento, macchinoso. E non è la prima volta. Difficile immaginarlo nella Nazionale argentina.

    Manolas 6: Solido e preciso, come sempre
     
    Kolarov 6,5: Era segnalato in zona grigia, vecchiotto (ma in fondo ha solo 32 anni) consumato, col fiatone. Non fila più come una volta, però la castagna l’ha conservata e un paio di situazioni critiche le ha cucite. E’ vero che nel gol c’è la complicità di una barriera di burro, però è anche vero che entra nella storia per avere segnato sia con l’una che con l’altra squadra capitolina a 9 anni di distanza. Selmosson ci mise molto meno.
     
    De Rossi 7: Lui dell’età se ne infischia: fa da scogliera davanti alla difesa, cuce il gioco, effettua lanci millimetrici per le punte. E esce col mugugno perché per lui (com’era per Totti che lo segue dalla tribuna), il gioco è ancora il più bel gioco del mondo.
     
    Nzonzi 5,5: Diligente nei compitini facili, si arresta quando bisogna tirar fuori la qualità. Il pubblico giallorosso non lo ama e non glielo manda a dire. A meno di problemi fisici del capitano, doveva uscire lui e non De Rossi.
     
    Florenzi 6,5:
    Preferito a un attaccante puro come Under, dà ragione a Di Francesco svolgendo da consumato e affezionato lupacchiotto il compito di tuttocampista. Esce stremato.
     
    Pastore 5: Poco più di mezz’ora di elegante anonimato.
     
    El Shaarawy 5,5: Si pappa un gol fatto, gira al largo perché Felipe Luiz lo sovrasta.
     
    Dzeko 6: Un paio di errori grossolani, ma anche il peso sulle spalle di un attacco senza collaboratori. Però non è lo spaccapartite dello scorso anno, qualcosa gli frulla per la testa, è acido, nervoso. Litiga con i compagni e si fa ammonire.
     
    Pellegrini 7,5: La Roma ringrazia con devozione l’infortunio di Pastore: il sostituto prende in mano una partita stanca e la trasforma in un trionfo: gol di tacco, palla d’oro per Fazio, regista, ultimo baluardo nella propria area. E stava in panchina!
     
    Cristante 6: Entra sul 2-1, per venti minuti gioca più dietro del suo solito. Ha il morale un po’ giù, non è più in cima ai pensieri del suo allenatore.

    Juan Jesus: sv
     
    Di Francesco 6: Stavolta l’azzecca. La mossa Florenzi è decisiva. La squadra non gli gioca contro. Però vorrei la controprova: come sarebbe finita se non si fosse incriccato Pastore? Lasciar fuori un Pellegrini così…
     

    LAZIO

    Strakosha 6,5: Due paratone su Dzeko e Pastore, una sicurezza fino al missile di Kolarov. Forse doveva coprire meglio il suo palo, però la barriera lo ha tradito. Sugli altri due gol non c’entra.
     
    Luiz Felipe 6,5: Il talentino brasileiro che piace a Mancini è tornato a brillare cancellando El Shaarawy e salvando due gol fatti. Dell’ammucchiata che ha preceduto il gol di Pellegrini è stato più vittima che colpevole: El Shaarawy gli è franato alle spalle e tutti e due hanno sepolto Strakosha. Strano che nessuno fra i laziali abbia protestato.
     
    Acerbi 6: E’ uno di quelli che non va mai sotto la sufficienza ma raramente sopra. Una sicurezza, ma non aspettatevi squilli alla de Vrij. Argina abbastanza facilmente Dzeko e anche altro, però anche stavolta commette un paio di leggerezze.
     
    Caceres 5,5: Soffre Florenzi.
     
    Marusic 6: Meglio del suo inizio di stagione, sia in fase offensiva che difensiva (questa è la notizia). Un suo raid si spegne all’ultimo ostacolo prima di presentarsi davanti al portiere. Bel duello con Kolarov, tosto, spinoso, balcanico.
     
    Parolo 5: De Rossi lo sovrasta, non ha più la scintilla che lo portava ad essere l’attaccante di rimorchio. Gli anni passano.
     
    Leiva 7: Non perde mai la bussola e nei tackle è un fenomeno. Di Francesco cerca di fargli ombra con Dzeko, ma il brasiliano se ne infischia e copre e fa gioco. E’ sconcertante come un fenomeno come lui non giochi in una grande squadra europea.
     
    Milinkovic Savic 4,5: Mezzo voto in più per la giovane età. A 23 anni si può anche credere di essere il Papa mentre sei ancora un fraticello di campagna. Se lo toccano cade giù – lui, un colosso – con sceneggiate che neanche i grillini dal balcone di Montecitorio. Assente ingiustificato come quasi sempre in questo inizio di stagione. Ma Inzaghi non lo molla.
     
    Lulic 6: Io non me la sento mai di dare una insufficienza all’uomo che sempre, ma sempre, getta il cuore oltre l’ostacolo. Costringe alla difensiva Santon nel primo tempo, cala un po’ nella ripresa, però – come si diceva una volta – esce sempre con la maglietta zuppa di sudore.
     
    Luis Alberto 5: Che fine a fatto il fine dicitore dello scorso campionato? Molle, lento, in attesa dei calci piazzati come un cane al banchetto di matrimonio.
     
    Immobile 7: Una furia, si avventa su ogni pallone e quasi sempre lo scarica bene. Costringe Olsen alle uniche due parate (vere) della partita, lo buca con un diagonale perfido dopo essere entrato nelle svagatezze di Fazio. Solo, però. Luis Alberto e Milinkovic non lo assistono, Parolo neanche. Un altro attaccante puro non c’è.
     
    Correa 6: Entra al 53’ e vivacizza la scena. Non è una punta, ma almeno punta l’avversario e qualche volta lo salta. Non è Felipe Anderson (gli piacerebbe) ma con un Luis Alberto ansimante la scelta dovrebbe premiarlo.
     
    Caicedo 5: Una decina di minuti per papparsi un gol a tu per tu con Olsen e lasciare via libera a Fazio per la chiusura della partita.
     
    Badelj 5,5: Con la Roma in vantaggio, si piazza accanto a Leiva davanti alla difesa, ma senza brillare. Non è ancora il centrocampista solido della Fiorentina.
     
    Inzaghi 5,5: Contro le grandi proprio non ce la fa. E contro la Roma la Lazio ha vinto una sola volta negli ultimi 11 derby. Dopo gli esperimenti delle scorse settimane, sarebbe stato opportuno scortare meglio Immobile e ammettere che Milinkovic e Luis Alberto hanno bisogno di corsa e di palestra. O più probabilmente di ritrovare umiltà.
     

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