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  • Ronaldo sbaglia tutto: non pensava alla Juve, ma al Fisco spagnolo

    Ronaldo sbaglia tutto: non pensava alla Juve, ma al Fisco spagnolo

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Nella sera in cui Cristiano Ronaldo sbaglia tutto, anche un rigore deviato in angolo da Sorrentino, la Juve batte il Chievo nel modo più agevole che esista. Tre gol, due nel primo tempo e il secondo proprio un attimo prima dell’intervallo, un controllo della partita quasi sempre attivo e partecipe, se si eccettuano cinque minuti (dal 67’ al 72’, con le sole due parate di Perin), una serie di occasioni che avrebbero potuto rendere il risultato più cospicuo e rotondo.

    Ma la notizia non sono i gol di Douglas Costa (il primo quest’anno) e di Emre Can (il primo in assoluto con la Juve), né il colpo di testa di Rugani che regala il 3-0 nella ripresa, ma il rigore che Ronaldo si fa parare da Sorrentino (primo errore su cinque rigori calciati finora nel campionato italiano). Ronaldo non è un rigorista infallibile (22 gli sbagli su 130 tentativi di trasformazione tra club e Nazionale). Ma contro il Chievo ha avuto la luna storta. Era accaduto anche all’andata, quando la Juve aveva rischiato seriamente la sconfitta. È successo nell’ultimo posticipo del lunedì, nonostante a ridosso dei suoi piedi siano arrivate occasioni non colte (un cross basso dopo fuga entusiasmante di Bernmardeschi nel primo tempo) e mal sfruttate: un assist di Emre Can, con pallone calciato di destro e finito sul suo sinistro, un suggerimento di Dybala in area con sinistro finito in curva. Male, malissimo. Tanto da far propendere che Ronaldo pensasse ad altro. Non so a cosa, ma oggi dovrà volare a Madrid per risolvere la questione della multa del fisco e certe vicende non lasciano mai tranquilli.  Peggio se, come gli hanno antcipato, fuori dal Tribunale si ritroverà una folla in attesa per nulla silente e magari anche ostile.

    Evidentemente questa Juve è talmente forte da potersi permettere non solo un Ronaldo in meno, ma anche Szczesny, Cancelo e Bonucci in panchina, Mandzukic, Khedira (ha sentito dolore ad un ginocchio nella rifinitura), Barzagli, Benatia e Cuadrado infortunati, Bentancur a mezzo servizio (è entrato nel finale, ma aveva rimediato una contusione in Supercoppa), Pjanic squalificato. Squadre con altri organici, ma anche con altro spirito, magari sarebbero sopraffatte dagli affanni. Allegri, invece, si diverte con il sistema di gioco (più 4-4-2 o 4-3-3?), fa oscillare Bernardeschi tra due ruoli (mezzala ed esterno), ridisegna un centrocampo inedito nei compiti e nelle competenze. I migliori, alla fine, sono Douglas Costa che, tra l’altro sblocca la partita al 13’ (grande conclusione di sinistro da fuori area) ed Emre Can. Il tedesco segna ed è una novità (45’, assist di Dybala), ma soprattutto recupera tanti palloni e li distribuisce, si abbassa quasi sulla linea di difesa per ricevere, avanza e scarica palla con eleganza e disinvoltura.

    Certo, la Juve a centropcampo non soffre ancora (anche perché, alla bisogna, Allegri si inventa Bernardeschi o perfino Alex Sandro mezzala), ma urge capire se la fragilità di Khedira sia endemica o - lo speriamo per lui - solo il frutto di un lungo momento sfortunato. Visti gli obiettivi e ribadito che il principale è la Champions, Ramsey servirebbe subito. Sia per numero (i centrocampisti adesso sono cinque compreso Khedira), sia per forza e qualità (il gallese ammirato contro il Chelsea è un giocatore in grado di far tutto, perfino il trequartista).

    La partita, che per orario e avversario ha richiamato un pubblico scarso, è stata bella anche se non è stata avvincente. Il Chievo ha avuto il merito di giocarsela a viso aperto, la Juve ha mostrato di essere meno stanca che a Gedda. Si dice che gli effetti fossero riconducibili ai carichi di lavoro nella pausa, ma non credo che in una settimana (i primi nove giorni sono stati di riposo assoluto, poi ci sono state la Coppa Italia e la Supercoppa) si possa lavorare troppo. Domenica la Juve va a Roma, sponda Lazio, mentre il Napoli arriverà a Milano. Si consuma una delle ultime occasioni per ridurre lo svantaggio e godersi un campionato meno dispotico e squilibrato. Chi insegue sa che se Ronaldo è un po’ giù (a parte il fisco, la vicenda del presunto stupro resta pesante), ma il resto della Juve corre, lotta, si applica, sa azzannare e gestire. Tuttavia la partita di riferimento non è quella dominata con il Chievo, ma quella risicata con il Milan di Supercoppa. La Lazio ha sempre perso con le grandi, ma prima o poi viene il momento in cui anche certe perdenti rialzano la testa. E molto, se non tutto, torna in discussione.

    IL TABELLINO

    Juventus-Chievo Verona 3-0 

    Marcatori: p.t. 13' Douglas Costa (J), 43' Emre Can (J); s.t. 38' Rugani (J) Assist: p.t. 43' Dybala (J); s.t. Bernardeschi (J)

    Juventus (4-2-3-1): Perin; De Sciglio, Rugani, Chiellini, Alex Sandro (44' s.t. Kean); Emre Can, Matuidi; Douglas Costa (30' s.t. Bentancur), Dybala, Bernardeschi (41' s.t. Spinazzola); Ronaldo. A disp. Pinsoglio, Szczesny, Khedira, Bonucci, Cancelo. All. Allegri.

    Chievo Verona (5-3-2): Sorrentino; De Paoli (21' s.t. Jaroszynski), Tomovic, Bani, Rossettini, Kiyine; Hetemaj (16' s.t. Vignato), Radovanovic, Giaccherini; Meggiorini, Pellissier (20' s.t. Stepinski). A disp. Semper,Caprile, Tanasijevic, Rigoni, Leris, Cesar, Djordjevic, Burruchaga, Grubac. All. Di Carlo.

    Arbitro: Piccinini di Forlì.
    V.A.R.: Calvarese di Teramo.

    Ammoniti: s.t. 6' Bani (C), 35' De Sciglio (J), 37' Kiyine (C)

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