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  • Sabatini, l'Inter è un'altra incompiuta. Ma ora Suning dica tutto o se ne vada

    Sabatini, l'Inter è un'altra incompiuta. Ma ora Suning dica tutto o se ne vada

    • Stefano Agresti

    Sabatini lascia l’Inter dopo nemmeno un anno e aggiunge un’altra incompiuta al suo percorso da direttore sportivo. Un po’ come capitato a Roma, dove in tante stagioni non è riuscito a vedere la sua squadra alzare al cielo nemmeno una coppetta (e i suoi successi restano dunque pari a zero: non certo un cammino da vincente). I suoi estimatori ricordano spesso i tanti calciatori che ha scoperto, prendendoli a basso costo e poi cedendoli a cifre moltiplicate. Infatti sulle sue capacità di talent-scout non ci sono dubbi: sa vedere qualità importanti in calciatori giovani o sottovalutati. La sensazione è che Sabatini sia proprio questo: un grande talent-scout e un direttore sportivo pessimo, o comunque perdente.

     

    Nel fallimento della sua avventura all’Inter - anzi all’interno del gruppo Suning, visto che aveva il compito di coordinare anche il Jiangsu di Capello - Sabatini ha comunque molte attenuanti. L’atteggiamento della proprietà del club nerazzurro sul mercato è stato incredibilmente contraddittorio: prima ci sono state le eccezionali promesse, le straordinarie ambizioni e anche gli investimenti importanti (magari sbagliati però dispendiosi, da Joao Mario a Gabigol fino a Gagliardini); quindi la brusca frenata dovuta al blocco imposto dal governo cinese agli investimenti nel calcio. Zhang Jingong è un uomo forte del partito comunista in patria e non può venire meno a certe imposizioni, ma è evidente che il lavoro di Sabatini è stato condizionato in modo pesante.

     

    Nessuno pretende che il padrone dell’Inter sfidi le ire del suo governo - che sappiamo essere poco tollerante nei confronti di ogni dissidente - pur di rafforzare la squadra di Spalletti. Ma diventa doveroso da parte di Zhang Jindong fare chiarezza. Lo deve innanzitutto ai milioni di tifosi che si aspettavano tantissimo da lui, nel rispetto delle promesse. Quali sono le prospettive del club nerazzurro? È in grado questa proprietà di garantire alla società un futuro radioso oppure può solo gestire con l’autofinanziamento un percorso appena dignitoso? Perché se è così, allora Zhang Jindong metta l’Inter sul mercato e cerchi un acquirente magari non più forte di lui, ma disposto a investire. Di un’altra gestione in stile Thohir, l’Inter non sa cosa farsene.

    @steagresti


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