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  • Samp, Palombo: 'Darei un braccio per giocare il derby. Non volevo smettere, ma...'
Samp, Palombo: 'Darei un braccio per giocare il derby. Non volevo smettere, ma...'

Samp, Palombo: 'Darei un braccio per giocare il derby. Non volevo smettere, ma...'

Angelo Palombo l'atmosfera del derby la conosce piuttosto bene. In oltre 14 stagioni da calciatore partite tra la Sampdoria e il Genoa l'indimenticabile numero 17 blucerchiato ne ha vissute parecchie. Prima Palombo le sentiva in sul terreno di gioco, ora soffre in panchina. Ma a volte, la voglia di tornare in campo si fa sentire: "Darei un braccio per giocare sabato sera, ricordo uno tra i miei primi sotto la pioggia, ero un ragazzino, vincemmo 2-0 con goldi Zivkovic e Conte e restai di stucco per Marassi. Mi dissi: 'Dove sono finito, Dio aiutami tu'. Tremavo... Da allora è sempre stato così: un’emozione incredibile da vivere. E Quaglia ne ha solo due meno di me. Non mi dite niente, ho smesso troppo presto" ha detto a Il Secolo XIX.

Palombo per qualche tempo è stato anche allenatore della Samp, tra Di Francesco e Ranieri: "Devo dire la verità: fino a quel giorno stavo imparando il mestiere da allenatore ma ero ancora giocatore, mi mancava il campo. Se mi avessero chiesto la disponibilità di restare come tecnico però, avrei declinato. Era ed è un momento troppo delicato e serve un tecnico con l’esperienza di Ranieri per portarci fuori dal guado. Thiago aveva già esperienze nelle giovanili e sono contento per lui:ha le idee chiarissime".

Notevoli le differenze tra gli ultimi allenatori della Samp, ossia Giampaolo, Di Francesco e Ranieri: "Molto diversi, già dal modulo si capisce. Tre grandi allenatori però, lo stesso Eusebio è capitato qui nel momento sbagliato ma è un grande. Per me è una fortuna poter imparare da tre così. Giampaolo è la cultura del lavoro: è un perfezionista che è felice solo se arriva alla partita avendo fatto in settimana tutto quello che si era prefissato. DiFra mi ha insegnato che nel passare da calciatore ad allenatore c’è da fare uno scatto mentale e per riuscirci non ti puoi allenare coi giocatori come facevo io. Ranieri dovreste sentire quando parla alla squadra anche dopo una sconfitta: mai sfuriate ma concetti che arrivano dove devono. È un’arte saper parlare così. Per lui parla la storia.Quando un giocatore lo guarda pensa 'con lui non posso sbagliare'. Il momento è delicato ma ha dato fiducia e tranquillità. Sì, è giusto".

Palombo rigetta le possibili analogie tra la sua Samp retrocessa e quella attuale: "Si assomigliano? Per me no. La classifica è preoccupante ma il campionato è lungo e sono ottimista perché vedo la squadra viva. All’epoca facemmo l’errore di trovare ciascuno i motivi, gli alibi, per giustificare le cose che andavano sempre peggio: il mercato, la società, i giornali... Tra l’altro non eravamo pronti ai bassifondi, a lottare, oggi il gruppo è sul pezzo e sta già lottando. Tutte e due sono in difficoltà ma per nessuna delle due sarà decisivo. Importantissimo sì, ma non decisivo. Per noi conterà l’atteggiamento:continuare a credere al lavoro che si sta facendo. Poi va beh è ovvio se mi chiedono se preferisco avere l’atteggiamento giusto e perdere o sbagliato e vincere, dico tutta la vita vincere. Ma quello perché ormai questa partita la  sento come i tifosi".

Recentemente il derby, durante l'era Giampaolo, ha cambiato stile. La Samp ha provato spesso a giocare la partita: "Io sono tifoso del 'bel gioco' ma se dovessi decidere se ammazzare tutti di botte e vincere direi di sì (ride). Battute a parte conta il cuore che ci metti, giocare bene passa in secondo piano. Quando esci devi essere morto, se no non puoi giocarla sta sfida".

Si passa poi all'analisi dei singoli, cominciando da Caprari: "È un giocatore con grandissime potenzialità. Deve convincersene lui, di testa. Bonazzoli? Federico era sempre un bambinetto ma da questo ritiro l’ho visto subito che ha fatto tesoro di qualche sberla presa e ora è maturato. Ramirez perché è così discontinuo? Ai giocatori di grande qualità può capitare una partita sbagliata ma lui, come Gianluca, ha qualità e sente molto forte l’appartenenza alla Samp. Sono valori aggiunti. Quagliarella si è ripreso dopo l'errore? Ma certo! Non ha certamente problemi per l’errore, fanno parte del calcio, io piuttosto mi ero toccato in settimana leggendo un articolo che parlava della sua infallibilità dal dischetto... (sorride).Mister Ranieri dice sempre 'se si sbaglia un passaggio o un rigore non dico niente, ma non mi fate vedere che mollate un centimetro perché divento un cannibale' ".

L'ultimo derby di Palombo risale al 22 ottobre 2016: "Non sapevo né volevo che fosse l’ultimo. Quando Giampaolo mi mandò a scaldare stava entrando Pavoletti e rabbrividii: Va a finire che prendiamo il 2-2 di testa ed è colpa mia'. Fortuna non andai centrale ma a metà campo e reggemmo". Però Palombo era pronto a lasciare il campo per il passaggio in panchina, o avrebbe preferito continuare a giocare? "In realtà sì ma la società, all’epoca, ha deciso e ho accettato. Così come di restare perché amo il club, la maglia e a Genova mi sento a casa" conclude.

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