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  • Sampmania: care Autostrade, mi dovete un Sampdoria-Roma

    Sampmania: care Autostrade, mi dovete un Sampdoria-Roma

    • Lorenzo Montaldo
    Care Autostrade per l’Italia, mi dovete un Sampdoria-Roma allo stadio. Parcheggiato da qualche parte sulla A26, con il computer tra le gambe e la partita in diretta su un'applicazione, pensavo con nostalgia al mio banco del Ferraris, mentre ringraziavo mentalmente la divinità massima delle Code e degli ingorghi. Grazie, o Sommo, per questa nuova, indimenticabile esperienza. Non mi ero mai goduto una serata di smart working di questo tipo. Aggiungiamola pure alle bizzarre circostanze circostanze lavorative capitate nella mia breve carriera.

    Care Autostrade per l’Italia, mi dovete un Sampdoria-Roma e, a giudicare dalla quantità di macchine incolonnate attorno a me, sono in buona compagnia. Ma non un Sampdoria-Roma qualsiasi, mi dovete un Sampdoria-Roma 2-0 e, soprattutto, un bel Sampdoria-Roma. Un Sampdoria-Roma giocato ad alto ritmo, con tutti i pezzi incastrati al posto giusto. Audero che para il rigore, Silva al primo gol in Serie A, Jankto a chiudere la partita con ampio anticipo, evitandoci la sofferenza nel finale: tutto perfetto. Vero, quella di ieri era la serata ideale per incocciare i giallorossi. La squadra di Fonseca, palesemente liquefatta dai colpi del Manchester, è in profonda crisi, fragile e disunita, poco organizzata e pronta a sciogliersi alla prima difficoltà. Ma i problemi bisogna pure crearli, e non è che la condizione dei giocatori di Ranieri fosse ottimale, anzi, tutt’altro. 

    Con Quagliarella, Candreva e Keita acciaccati, il ritorno al tremendo 4-4-1-1 era scritto. Temevo la solita Samp spuntata e poco pericolosa, invece il tandem Gabbiadini-Verre ha funzionato alla perfezione. La punta pareva attesa dalla classica  serataccia, chiuso in mezzo a tre colossi. Pensavo si sarebbe dovuto sciroppare una partita di botte da orbi, stile Bud Spencer al saloon. Il buon Manolo al contrario l’ha messa sui movimenti per sgusciare alle spalle del trio di marcantoni, e ha fatto benone perché, mentre Smalling e Kumbulla lo inseguivano per pestarlo, Verre approfittava degli spazi e occupava la zona di campo diventata terra di nessuno, a metà strada tra il centrocampo e la difesa. Ciò ha destabilizzato gli equilibri giallorossi, gli esterni ospiti si sono ritrovati bloccati e schiacciati, isolando là davanti il comunque temibile terzetto offensivo Mkhitaryan-Dzeko-Mayoral. Qui è venuta in soccorso la perfetta prestazione del pacchetto arretrato blucerchiato. Il gigantesco Tonelli, affiancato da Colley ormai assoluto padrone dei quattro dietro, ha domato con facilità i tre torelli capitolini. La menzione d’onore oggi se la sono guadagnata di nuovo i terzini, perfetti nel capire quando spingere e quando fermarsi a coprire. In particolare, va sottolineata la crescita di Bereszynski, autore della sua migliore stagione in blucerchiato.

    Come ho già avuto modo di scrivere tempo fa, i 45 punti di Ranieri hanno sepolto le mie perplessità sul suo calcio vecchia scuola. Non mi piace, non mi diverte, ma ha avuto ragione lui. Considerate le premesse, ha fatto più di quanto mi aspettassi, e ne sono davvero felice. In particolare, c’è un aspetto che merita di essere evidenziato, ossia la capacità del mister nel mantenere concentrata e attenta una squadra in teoria già sazia e appagata. Non era scontato, è stato proprio bravo. I cinquantadue punti mi sembravano un traguardo irrealizzabile e fuori portata, in realtà può andarci davvero vicino. Bastano altre due partite così. Queste, però, mi piacerebbe vederle allo stadio. Capito, care Autostrade? Carina l’area di sosta attrezzata, molto bucolica, ma preferisco il cemento vetusto e rossiccio del Ferraris. Non vorrete vedere il debito allungarsi, vero? Da oggi segno tutto, c’è già un Sampdoria-Roma 2-0 sulla lista.

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