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  • Sampmania: il solito ‘crollo’(?) tra Salvini e Mahmood

    Sampmania: il solito ‘crollo’(?) tra Salvini e Mahmood

    • Lorenzo Montaldo
    Sulla mia home di Facebook in questi giorni trovo quasi esclusivamente queste tre notizie: Mahmood, immunità di Salvini e il crollo della Sampdoria nel girone di ritorno. Dato che del cantante non me ne frega nulla, e dato che la mia opinione su Salvini non interessa a nessuno, sarà il caso di concentrarsi sul terzo tormentone. “Gli anni scorsi almeno smettevano di giocare a marzo, quest’anno a febbraio”, “La Sampdoria è già in vacanza”, “Hanno già tirato i remi in barca”. Dai, dite la verità. Lo avete letto anche voi.

    Che poi non hanno nemmeno tutti i torti, quelli che scrivono cose simili. La Sampdoria da marzo in poi ricorda me alle superiori, ha lo stesso grado di concentrazione. Un anno fa alla 24° giornata di punti ne avevi 41 (cavolo, quanti erano, oggi saresti quinto ad un punto dalla Champions). Da quel momento in poi furono quasi tutte gare da dimenticare: 13 punti in 14 incontri, una miseria, e la stagione si concluse a quota 54, a meno 6 dal settimo posto. Idem nella prima annata con Giampaolo alla Samp. Dopo 24 partite nel 2016/2017 eri a 33, esattamente uguale ad adesso. Il campionato finì con la Doria a 48, 15 punti in 14 match, sempre troppo pochi.

    Se chiedete conto a Giampaolo di questa flessione che accomuna tutte le sue stagioni a Genova, è probabile che vi risponda con lo stesso entusiasmo e la stessa espressione di Mihajlovic mentre segue le sue figlie all’Isola dei Famosi. Le possibili cause del calo sono già trite e ritrite, cito con un semplice elenco le spiegazioni più plausibili per completezza. Pronti? Via: giocatori giovani e incapaci di mantenere sempre lo stesso livello di attenzione, appagamento generale, prevedibilità del gioco del mister, calo della preparazione fisica, calciatori che sanno già di essere vendutI, appiattimento generale delle ambizioni a livello societario, sino al grande classico, ‘la Sampdoria non vuole andare in Europa perché non le conviene’. Lo avete letto tutto d’un fiato? Bene, credo di aver snocciolato tutte le più gettonate.

    Il Sampmania di oggi però non ricerca una spiegazione a questo problema, proprio perché per il momento si tratta di un… non problema. E’ vero, la Samp non vince dal 26 gennaio, ha messo in fila 3 sconfitte consecutive, ma era già capitato nel corso di questo campionato. A cavallo tra ottobre e novembre il Doria aveva perso contro Milan, Torino e Roma, prima di questo filotto era arrivato il pareggio con il Sassuolo e immediatamente dopo un’altra ‘X’, questa volta nel derby. Due punti in cinque giornate sono persino peggio dei quattro racimolati nelle ultime cinque, quelle che fanno gridare al calo già a febbraio. Basterebbe proprio poco per rilanciare le ambizioni genovesi: la Samp adesso affronterà Cagliari e Spal, poi l’Atalanta in casa e il Sassuolo in trasferta. Partite teoricamente abbordabili per Quagliarella e compagni. Un filotto di risultati stravolgerebbe la percezione che si ha di questo campionato, trasformando un sonnacchioso girone di ritorno in una potenziale cavalcata.

    Oltretutto, le tre sconfitte sono arrivate in maniera molto diversa l’una dall’altra. Era prevedibile uscire con le ossa rotte dal San Paolo dopo aver incontrato il Napoli, ed effettivamente i blucerchiati sono partiti per la Campania dando l’idea di essere già battuti in principio. Quella con l’Inter invece è stata una partita strana, che il Doria avrebbe tranquillamente potuto pareggiare e giocata complessivamente bene. L’unico campanello d’allarme, per il momento, mi sembra il k.o. griffato Ciofani. Troppo poco per parlare di crisi, troppo poco per stilare modelli e studiare cause.  Le prossime due partite saranno cruciali per dirci se questa volta hanno ragione i pessimisti, o gli inguaribili ottimisti come il sottoscritto. Comunque sia, resta sempre un dibattito più appassionante di quello su Mahmood o su Achille Lauro.

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