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  • Sampmania: 'Viva la revolucion', comandante Sabatini
Sampmania: 'Viva la revolucion', comandante Sabatini

Sampmania: 'Viva la revolucion', comandante Sabatini

  • Lorenzo Montaldo
Viva la revolucion! E Hasta la victoria siempre, comandante Sabatini. Non credo di essere il novello Che Guevara, non vi preoccupate. La Sampdoria, però, ha un nuovo leader. Uno che in Sudamerica, nel suo campo, si muove bene quanto il Che. E' Walter Sabatini da Marsciano, non fuma i Montecristo n° 4 come Guevara, ma tante sigarette, ed è il nuovo responsabile dell'Area Tecnica blucerchiata. Novanta minuti di applausi per Ferrero, Romei e Osti. Spesso da questi Sampmania ho criticato il Viperetta e alcune scelte societarie, ma questa volta la mossa necessita un plauso davvero molto molto convinto. Il Doria ha messo a segno un colpaccio con una tempistica perfetta, in silenzio e senza pubblicizzarlo. Proprio per questo ha suscitato ancora più clamore. Ed è una scelta che merita di essere sottolineata.

La trattativa – che deve essere per forza di cose partita da molto lontano – è stata condotta in maniera impeccabile. Nessuno, ma proprio nessuno ne sapeva nulla. Segno che quando da Corte Lambruschini non vogliono far trapelare indiscrezioni, ci riescono perfettamente. Ci interrogavamo tutti su quale sarebbe stato il futuro dirigenziale e il silenzio sul fronte societario per certi versi era inquietante. Persi Pradè e probabilmente Pecini, c'era bisogno di un gesto deciso. La Samp lo ha fatto, e non è solo una scelta tecnica, ma anche mediatica. Simile per certi versi e con le dovute proporzioni a quella compiuta da De Laurentiis a Napoli (un altro che, guarda caso, proviene dal mondo del cinema dove la teatralità è d'obbligo). "Sarri non rimane? E io chiudo in poche ore uno che, se non è migliore, poco ci manca". Via Sarri, dentro Ancelotti. Un po' il ragionamento che, ne sono convinto, sotto alcuni aspetti ha sviluppato anche la Samp. "Pradè e Pecini lasciano? Li sostituisco con uno che fa ancora più scalpore". E' un segnale forte, sarete d'accordo. Per carità, io non avrei mai voluto perdere un Re Mida come Pecini, immaginatevi una collaborazione tra lui e Walterone. Ma il colpo Sabatini fa pensare, eccome.

Ciò che è certo è che siamo di fronte ad una rivoluzione della Samp. Il quinto campionato di Ferrero sarà l'anno zero blucerchiato. Probabilmente assisteremo ad un ridimensionamento in fase di mercato dei compiti di Romei, perchè Sabatini è un accentratore. L'ex dirigente di Roma e Inter è anche uno dei pochi in grado di unificare i compiti che erano di Pradè a quelli di Pecini. Il suo arrivo lascerà più liberi Ferrero e Romei di occuparsi del piano istituzionale e dei rapporti con la città e con le varie figure pubbliche. Ed è un bene. Cambierà anche l'area di ricerca dei giocatori: Sabatini ha pescato spesso nell'est Europa, ma il suo territorio di caccia preferito resta il Sudamerica. E lì raramente sbaglia. Può inoltre contare su una fitta rete di conoscenze, agenti con cui ha concluso centinaia di operazioni, scout e osservatori pronti a segnalargli i giocatori più interessanti. Converrete con me, è un discreto patrimonio da cui partire.

Il suo arrivo poi fornisce anche altri due spunti di riflessione. Il primo è che la Samp si è messa in casa un dirigente che difficilmente si fa fregare. Sabatini è un uomo d'affari scafato: non si lascia turlupinare quando deve cedere un calciatore, scordatevi le contropartite, le rate folli e le ipervalutazioni delle altrui pedine di scambio. Il secondo è che evidentemente si è fatto allettare da un progetto ambizioso e e importante. Un uomo mercato di quel calibro ha dozzine di possibilità per ripartire dopo aver concluso un rapporto: se ha scelto la Samp, avrà avuto i suoi buoni motivi. Sabatini, insomma, è uno che 'pesa'.  E a Genova sperano che possa ripetere le imprese che in passato lo hanno portato sotto le luci dei riflettori. Con una figura del genere, 'alzare l'asticella' è quasi fisiologico, anche per un calciatore che si trova a doversi rapportare con un mostro sacro del genere. Difficile immaginare il ripetersi di quei momenti di flessione che da qualche anno caratterizzano l'andamento blucerchiato. Ecco perchè in questo caso mi sento di dire che sì, la revolucion questa volta era necessaria. E bienvenido, comandante Sabatini!

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