Calciomercato.com

  • Sassuolo: giovani, equilibrio e bel gioco. Benvenuti nella  DeZerbilandia

    Sassuolo: giovani, equilibrio e bel gioco. Benvenuti nella DeZerbilandia

    • Furio Zara
    La forza di Robertino De Zerbi è che non somiglia a nessuno. In un mondo frequentato da allenatori-replicanti, è già una stella al merito. Il Sassuolo secondo in classifica a 7 punti, il Sassuolo imbattuto, il Sassuolo che batte l’Inter, pareggia a Cagliari e travolge di gol il Genoa è una squadra che ha due prerogative: la prima è l’equilibrio, la seconda è il divertimento.

    Banalmente:
    il Sassuolo gioca a calcio, perché l’idea di calcio di De Zerbi è forte, solida, radicata su principi concreti. Con i suoi 39 anni De Zerbi è l’allenatore più giovane della serie A. Categoria che ha visitato la prima volta col Palermo - e ne ha pagato pegno - ha frequentato l’anno scorso col Benevento - ammirevole la tenacia con cui ha portato a termine una stagione segnata - e ha ritrovato ora in Emilia, con un gruppo da rimotivare e una società che l’anno scorso - con Bucchi - fallì il post-Di Francesco, affidando all’ex Perugia la ripartenza per poi esonerarlo e garantirsi la A con la certezza Iachini.

    De Zerbi - non solo per l’età - è un allenatore moderno. È elastico, basti vedere come sia passato in sole tre partite dal 4-3-3 al 3-4-3 per arrivare all’ultimo 3-4-2-1. Sa gestire il gruppo, come dimostrano le parole al miele di Babacar ("E’ una persona sincera che ci tiene uniti") e gli elogi del Boa Boateng, che si è voluto rimettere in gioco in Emilia.

    Fa giocare un calcio propositivo, anche a costo di rischiare qualcosa in difesa (5 gol subiti), da qui lo slogan «DeZerbilandia» che però può ingannare, perché Roberto - bresciano pratico - sa che è importante restare nella memoria, ma molto di più lasciare una traccia nella cronaca.

    La storia di De Zerbi racconta di un ragazzo - uno degli ultimi - cresciuti in oratorio, a Mompiano (lo stesso in cui ha mosso i primi passi Balotelli), proprio dietro lo stadio Rigamonti. Gioca nell’Uso (Unione Sportiva Oratorio), si fa notare, sarà don Giuseppe a segnalarlo, Robertino finirà al Milan, dove crescerà all’ombra del suo idolo - il Genio Dejan Savicevic - per poi cercare fortuna tra squadre di B e C, lungo una carriera che forse avrebbe potuto regalargli qualche soddisfazione in più.

    Quelle soddisfazioni le sta cercando in panchina. Alla guida di un Sassuolo che ha tutto per stupire. Da Ferrari a Lirola, da Locatelli a Rogeiro, da Babacar a Berardi: c’è molta gioventù lungo la via Emilia che si colora di neroverde, ed è una gioventù che da De Zerbi aspetta di essere valorizzata.

    Altre Notizie