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  • Segnali di vita per la Samp, ma per battere l'Udinese il Var è stato decisivo

    Segnali di vita per la Samp, ma per battere l'Udinese il Var è stato decisivo

    • Renzo Parodi
      Renzo Parodi
    L'anima buona di Ermanno Cristin, goleador amatissimo nella Sampdoria povera ma bella di Fulvio Bernardini, scomparso a 74 anni e onorato con striscioni affettuosi e un minuto di silenzio dal pubblico di Sampdoria-Udinese, è discesa sul prato del "Ferraris", guidando alla vittoria i suoi tribolati eredi in blucerchiato. Chi crede nell'Aldilà e nell’imperscrutabile che supera la conoscenza umana può aderire al concetto e ringraziare lo scomparso. Ai tifosi sampdoriani laici non resta invece che rallegrarsi e ringraziare il Var che per due volte ha corretto l'arbitro Pairetto. Prima cancellando il gol di Nestorovski, cogliendo una posizione di fuorigioco del centravanti, sfuggita agli occhi del direttore di gara. Quindi assegnando un calcio di rigore alla Sampdoria, rilevando un fallo sull'attaccante che "live" Pairetto non aveva giudicato tale. La superiorità della macchina sull'uomo, se ancora non fosse chiaro, cancella parecchi errori e stavolta è la Sampdoria a trarne vantaggio. L'Udinese non ha motivo di lamentarsene, neppure rispetto al terzo episodio chiave del match: l'espulsione di Jajalo per doppia ammonizione, in apertura di ripresa. Tre episodi che ovviamente hanno pesato sul risultato, ma non è una novità che il calcio viva anche di questi colpi d scena. A dispetto di chi, come l'Udinese, ha giocato una buona gara, intelligente e coraggiosa, rovinata appunto dai tre episodi avversi. Per la Sampdoria è la terza vittoria in campionato e per la prima volta la squadra si ritrova non più virtualmente retrocessa. Ranieri (9 punti in sei gare) sta riportandola alla vita dopo un avvio di stagione da incubo.  

    Pronti, via e l'Udinese è già avanti. Anzi no. L'astuta zuccata di Nestorovski sul cross da destra di De Maio che dopo appena 2' di gioco aveva trafitto Audero ha un difetto, decisivo: il centravanti friulano è stato colto in millimetrico fuorigioco dal Var (Pairetto aveva convalidato) e dunque si riparte dallo 0-0  Con l'Udinese che ha subito sprintato spavalda, altro che squadra che aspetta l'avversario e agisce in contropiede. Evidentemente Gotti ha sentito odore di bruciato dalle parti della Sampdoria e ha ordinato ai suoi di attaccare a ranghi compatti. Senza paura. Priva di Okaka e Becao, squalificati e dell'infortunato Sema, l'Udinese non poi cambiato pelle, semmai ha ritrovato lo spirito guerriero, ricordando bene che su questo stesso prato (a proposito, il manto erboso ha retto bene il diluvio che si è abbattuto su Genova fino a sabato notte) aveva giustiziato il Genoa con un secco 3-1. Altro avversario, d'accordo, la Sampdoria è squadra compassata e nell'occasione particolarmente lenta nel giro palla, le assenze di Bereszynski e Bonazzoli, entrambi ai box per infortunio, pesano nell'economia della manovra e il marchingegno escogitato da Ranieri (Depaoli arretrato sulla linea difensiva, Ramirez e Jankto larghi sulle fasce, con Bertolacci preferito all'acciaccato Vieira al fianco di Ekdal) ha stentato ad ingranare. Eppure fino al gol del vantaggio friulano le migliori occasioni per segnare erano capitate proprio alla Sampdoria.

    Il palo colpito di testa da Ramirez (11') su lungo assist di Jankto, il tap in fallito sottomisura da Gabbiadini su assist di testa di Ferrari (20'), la fucilata ravvicinata di Jankto assorbita sul primo palo da Musso (25'). Senonché la manovra fluida e profonda dall'Udinese, alle ricerca fulminea del movimento di Nestorovski e Lasagna aveva finito per fare premio sullo stracco giro palla dei blucerchiati e infatti al 28' Nestorovski si era vendicato del Var, rubando palla al duo Ekdal-Bertolacci (incomprensibile la caduta dell'ex genoano) e aveva sparato di giustezza infilando Audero. Subito dopo la Sampdoria aveva perduto la "freccia" Depaoli (caviglia sinistra) vittima di uno scontro fortuito con Larsen e Ranieri si era inventato il norvegese Thorsby controfigura dell'ex clivense, non disponendo di altri esterni destri di difesa. E poiché nel calcio come nella vita le disgrazie non arrivano mai sole, al 40' Bertolacci aveva issato bandiera bianca, vittima di uno stiramento muscolare ai flessori della coscia destra. Dentro Linetty, al rientro dopo due mesi di assenza per infortunio e preghiere al cielo perché la smettesse di bersagliare la Sampdoria e ne avesse pietà. Preghiere accolte e rese concrete da Gabbiadini, che dopo aver scaldato il celebre sinistro impegnando Musso (42'), giusto allo scadere del 5' di recupero aveva centrato il sette della porta dell'Udinese con una magistrale punizione calciata da una ventina di metri: 1-1 al riposo e partita riaperta.

    La ripresa ha vissuto di episodi ancor più del primo tempo. La Sampdoria l'aveva iniziata finalmente con passo più spedito, costringendo l'Udinese a ripiegare e starsene sulle sue. Cinque minuti di gioco e Jajalo, già ammonito nel primo tempo, aveva steso entrando da dietro il guizzante Ramirez, guadagnandosi il secondo giallo e la conseguente espulsione. Gotti aveva richiamato Nestorovski e inserito Ter Avest che era andato a comporre la coppia degli esterni sulla mediana nel 4-4-1 di emergenza che giocoforza lasciava isolato Lasagna. La Sampdoria si era riassestata sul 4-3-1-2 caro a Giampaolo, accentrando Ramirez alle spalle di Quagliarella e Gabbiadini, provando ad inaugurare una parvenza di forcing di scarsa efficacia, stante la cronica lentezza nel giro palla e l'incomprensibile insistenza nella ricerca di Quagliarella giocando palloni alti che facevano la gioia delle torri friulane. Quagliarella, che firmerà a giorni il rinnovo di contratto con la Sampdoria fino al giugno 2012, non trovava assistenza adeguata ed era costretto a battagliare con Trost-Ekong con le spalle sempre rivolte alla porta di Musso. Un pistolero senza munizioni, invano offerte a compagni esitanti al momento di battere a rete.

    L'Udinese aveva tentato rare sortite, una delle quali aveva messo Lasagna in condizione di far fischiare il pallone dalle parti del palo di Audero. Fuochi fatui, in inferiorità numerica il canovaccio del match era cambiato alla radice. Al minuto 25' l'ennesima svolta della gara. Trost Ekong aveva agganciato netta la tibia di Quagliarella in piena area di rigore, Pairetto con ampi gesti aveva fatto proseguire l'azione, salvo correggersi subito, richiamato dal Var (Guida). Visionata l'azione era tornato sula propria decisione: calcio di rigore. Che il fallo fosse reale lo si era compreso, oltre che dal rallenty, anche dal fatto che Quagliarella era uscito zoppicando, sostituito da Caprari. Perduto lo specialista, al dischetto si era presentato Ramirez: esecuzione perfetta, pallone di qua e Musso immobile a centroporta. I miracoli (vedi penalty parato a Petagna) di solito non si ripetono. Gotti aveva messo mano alla panchina (Pussetto per Opoku e nel finale Teodorczyk per De Maio), senza ribaltare un verdetto scritto sotto la pioggia. Buona Udinese e prima sconfitta per il successore di Tudor. I tre punti casalinghi alla Sampdoria mancavano da fine settembre (1-0 al Torino, gol di Gabbiadini) e la vittoria è una sorsata di vita. Il più resta da fare, ovviamente.

    IL TABELLINO

    Sampdoria-Udinese 2-1 (primo tempo 1-1)


    Marcatori: 28’ p.t. Nestorovski (U), 48’ p.t. Gabbiadini (S), 30. s.t. rig. Ramirez (S).

    Sampdoria (4-4-2): Audero; Depaoli (38’ p.t. Thorsby), Colley, Ferrari, Murru; Ramirez, Ekdal, Bertolacci (44’ p.t. Linetty), Jankto; Gabbiadini, Quagliarella (32’ s.t. Caprari).. All. Ranieri.

    Udinese (3-5-2): Musso; De Maio (44’ s.t. Teodorczyk), Troost-Ekong, Nuytinck; Opoku (32’ s.t. Pussetto), Mandragora, Jajalo, De Paul, Larsen; Lasagna, Nestorovski (7’ s.t. Ter Avest). All. Gotti

    Arbitro: Luca Pairetto della sezione di Nichelino.

    Ammoniti: 39’ p.t., 5’ s.t. Jajalo (U), 41’ p.t. Nestorovski (U), 31’ s.t. Ramirez (S), 43’ s.t. Jankto (S).

    Espulsi: 5’ s.t. Jajalo (U)

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