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  • Serginho a CM: 'Paquetà capisca che non è più in Brasile, può rinascere nel derby come il Milan. L'Inter? Mah...'

    Serginho a CM: 'Paquetà capisca che non è più in Brasile, può rinascere nel derby come il Milan. L'Inter? Mah...'

    • Daniele Longo
    Il Milan per provare a dare una sterzata al proprio cammino in campionato, l'Inter per confermare il primato in classifica. Sarà un derby speciale, carico di aspettative, quello che andrà in scena sabato sera. Calciomercato.com ne ha parlato in esclusiva con un grande ex rossonero come Serginho.

    Serginho, l'Inter è davvero nettamente favorita nel derby di sabato sera contro il Milan?
    "No, io non credo sinceramente. Il derby è una partita particolare, un vero favorito non esiste. Nella storia del derby le squadre che arrivavano con i favori del pronostico poi sono rimaste deluse, le cose cambiano nel giro di pochi minuti, di un episodio. L'Inter ha sicuramente fatto una grande campagna acquisti, con giocatori di livello internazionale e punta a un campionato di vertice".

    Il Milan ci arriva con sei punti ma ancora molto indietro dal punto di vista del gioco e dell'inserimento dei nuovi: la responsabilità è unicamente di Giampaolo?
    "Giampaolo è un allenatore riconoscibile, con idee chiare e una propria metodologia. Ha sempre giocato con un sistema di gioco, il 4-3-1-2, ma non ha una rosa con queste caratteristiche. Ora deve cambiare la mentalità, è alla ricerca di un metodo e penso che abbia bisogno di tempo. Ha sempre lavorato in una certa maniera e ora è stato costretto a cambiare, così facendo ha perso sicuramente del tempo. Adesso deve trovare la maniera più adeguata per far rendere tutti al massimo, credo che sarà capace di trovare la giusta strada".

    Lei ha giocato con grandissimi attaccanti al Milan, da Shevchenko a Inzaghi. Crede che Piatek possa ripercorrere le loro orme e rischia di diventare una meteora?
    "Trovo che sia difficile stabilire un paragone con questi grandi attaccanti del passato. Noi avevamo una squadra che creava tanto: i terzini spingevano e mettevano decine di cross a partita, i centrocampisti avevano la qualità per servire le punte in profondità. Noi creavamo tante occasioni da gol, oggi il Milan è diverso, crea poco. Lui è un attaccante che ha bisogno di essere servito in una certa maniera,  con dei cross dal fondo. Quando il Milan avrà trovato una sua identità di gioco allora tornerà a segnare come l'anno scorso al Genoa. Per me è un grande attaccante che ha bisogno di un gioco adeguato per esprimersi al meglio".

    Come si prepara una partita così carica di valore come il derby? Lei aveva qualche rituale?
    "A Milano è senza dubbio una partita molto sentita, tutti la vogliono vedere, anche chi non ama particolarmente il calcio. Durante la settimana avverti l'attesa, una sensazione diversa rispetto a tutte le altre partite. La differenza la fa il professionista: noi giocatori siamo preparati per questo, devi mettere più attenzione durante la settimana negli allenamenti e nella cura del fisico. Io non avevo dei rituali particolari ma avevo tutta una mia metodologia per isolarmi, per evitare tutte quelle pressioni che arrivano extra-campo. Sapevamo che la stampa, i giornali, sono molto attenti in quella settimana e non ti viene perdonato nulla":

    A proposito di extra campo, che idea si è fatto del caso Paquetà-Giampaolo? Nella settimana del derby che risvolti può avere?
    "Per me può trasformarsi in energia positiva. Dai confronti, anche duri, possono nascere delle ottime cose. Paquetà non ha ancora trovato il suo ruolo ideale. E' partito da mezzala con determinati compiti tattici, poi ha giocato vicino a Suso alle spalle di Piatek. Per me deve ancora trovare la maniera ideale per esprimersi in Italia. E' un giocatore importante, ma il Milan si aspetta molto di più da lui. Io credo che troverà presto una dimensione adeguata".

    Si sente di dargli un consiglio da brasiliano a brasiliano?
    "Dare un consiglio non è facile in queste situazioni. Deve capire in fretta che le caratteristiche del calcio brasiliano sono profondamente diverse rispetto a quello italiano. Non hai tempo per alzare la testa, ragionare e guardare il compagno smarcato. A centrocampo, in Italia, è una guerra e non hai il tempo di fare la tua giocata come credi. Deve essere più preparato e veloce di pensiero. Fino a oggi non ha ancora trovato questa velocità".

    Il derby che ricorda con più piacere è quello del 6-0 con Cesare Maldini in panchina?
    "Noi abbiamo avuto la fortuna di giocare tanti derby e di vincerne la maggior parte. Quel 6-0 rimarrà sempre nella storia, nessuno ha vinto con quel risultato. Ma ricordo anche il derby in semifinale di Champions League con grande gioia, devo dire che avevo un feeling speciale con questa partita, ho segnato qualche gol".

    Lei ha contribuito attivamente, in qualità di intermediario, al trasferimento di Duarte dal Flamengo al Milan. Si aspettava un avvio così difficile e senza nemmeno un minuto in campo?
    "
    Non trovare spazio è normale per Duarte, il Milan ha avuto delle difficoltà di gioco e nel mettere in campo i nuovi acquisti. Sono fermamente convinto che abbia tutte le capacità per diventare un giocatore importante. Deve capire anche lui che rientra nelle normalità delle cose. Si deve adattare a un calcio diverso, a una lingua diversa, a una velocità di gioco differente e a una nuova alimentazione. Da quello che sento dal Milan credo che sta rispondendo bene alle sollecitazioni, deve avere solo tanta pazienza. Non arrivi in Italia a 23 anni e diventi subito un titolare. L'unico che l'ha fatto è stato Kakà, ma parliamo di un fenomeno. Sono convinto che appena verrà chiamato in causa risponderà alla grande".

    L'Inter è pronta per vincere lo scudetto?
    "Ha fatto una campagna acquisti di alto livello, ha portato a Milan giocatori con una grande voglia di vincere e una lunga esperienza a livello internazionale. Ma la strada è lunghissima, ieri ci aspettava di più contro lo Slavia Praga e invece ha deluso ampiamente. Non dico tanto per il pareggio, ma per cosa ha proposto all'interno della partita. Poche occasioni e uno sviluppo del gioco incerto: una squadra che vuole vincere o arrivare fino in fondo non può sbagliare come ha fatto l'Inter ieri. Poi il campionato è lungo e può succedere di tutto. La Juve ha una rosa fortissima ma a Firenze l'ho vista in grandissima difficoltà. L'inizio della stagione è un periodo che trae spesso in inganno: in molti non hanno fatto una preparazione completa, ci sono ancora le scorie del mercato. Conte può giocarsela fino in fondo, quello sicuramente".

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