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  • Serie A a rischio default, servono 500 milioni entro un mese. Lotito chiede aiuto, La Russa: 'Ci penso io'

    Serie A a rischio default, servono 500 milioni entro un mese. Lotito chiede aiuto, La Russa: 'Ci penso io'

    Giovedì scorso, in Senato, Claudio Lotito ha interrotto un colloquio fitto fitto tra il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Il presidente della Lazio - anche senatore di Forza Italia e vicepresidente della commissione Bilancio - era piuttosto agitato come rivelato da il Fatto Quotidiano, e ha preso i due da parte per discutere di eventuali soluzioni per evitare il default del calcio italiano entro fine anno.

    LA RICHIESTA - Il 16 dicembre prossimo i presidenti di Serie A devono pagare una cartella esattoriale da almeno 500 milioni, tra versamenti Irpef e contributi sospesi per il Covid. Una spesa che metterebbe in difficoltà almeno la metà delle squadre del campionato, tra le quali due rischiano addirittura punti di penalizzazione. Per questo, i presidenti di 19 club su 20 - esclusa la Fiorentina - chiedono di rimandare la data di scadenza e Lotito se n'è fatto portavoce. 

    NIENTE DA FARE - Dal Governo però scuotono la testa, non se ne parla. A respingere la richiesta è il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, convinto che in un momento in cui vengono sacrifici a tutti lo Stato non può coprire una spesa di mezzo miliardo che spetta alle società di calcio, le quali negli anni hanno già avuto abbastanza favori. Al ministero dello Sport era stata trovata una quadra, con un anticipo del 15% e il saldo spalmato in 3 o 5 anni; un'idea che però non ha preso corpo perché il provvedimento non è entrato nel decreto Aiuti ter. 

    IL RETROSCENA - E' stata inserita una mini-proroga inserita nell'ultima bozza del decreto Aiuti quater, allungando la scadenza al 22 dicembre. Intanto La Russa si informa sulla sua Inter: "Fammi capire com'è messa?", Lotito gli chiede una mano e lui assicura: "Sì, sì, mi attivo io". Poi, contattato dal Fatto, il presidente del Senato si tira indietro: "Non è il mio ruolo, non me ne occuperò io". Intanto il tempo passa, e la scadenza si avvicina.

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