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  • Solo l'Inter ora può perdere questo scudetto, il Milan deve preoccuparsi e non pensare più al tricolore
Solo l'Inter ora può perdere questo scudetto, il Milan deve preoccuparsi e non pensare più al tricolore

Solo l'Inter ora può perdere questo scudetto, il Milan deve preoccuparsi e non pensare più al tricolore

  • Alberto Cerruti
    Alberto Cerruti
Il primo pensiero va a Bellugi che sicuramente ha festeggiato il 3-0 della sua Inter, convinto che questo derby sia il trampolino di lancio verso lo scudetto. Il punteggio finale dice che i nerazzurri hanno stravinto 3-0, ma soprattutto la classifica dice che la squadra di Conte adesso è sola al comando della classifica con 4 punti di vantaggio sul Milan e 11 sulla Juventus, con due partite in meno. E a poco serve ricordare che sull’1-0, all’inizio della ripresa, Handanovic ha negato il pareggio due volte a Ibrahimovic e una a Tonali. Perché se è vero che il portierone nerazzurro è stato decisivo, è altrettanto vero che il suo collega Donnarumma ha limitato i danni di una sconfitta meritata.

DIFFERENZA ENORME - Troppo netta, infatti, è stata la differenza di valori, di ritmo e di occasioni da gol a favore della capolista, che può e deve volare verso lo scudetto perché a questo punto soltanto l’Inter lo può perdere. E allora complimenti a Conte che finalmente ha trovato la formazione giusta, preferendo Eriksen a Vidal, complimenti alla scatenata coppia Lautaro-Lukaku che approfitta degli errori e delle omissioni di Romagnoli e Kjaer e complimenti infine ad Hakimi che vince i confronto diretto sulla fascia con il suo ex compagno del Real Madrid, Hernandez. Per opposti motivi, il Milan può e deve preoccuparsi per il proprio futuro, perché per la prima volta perde due gare consecutive in campionato, senza segnare nemmeno un gol, e dopo avere snobbate la partita contro lo Spezia non può nemmeno aggrapparsi a un smile alibi per giustificare questo nuovo crollo contro l’Inter. Così come non potrà aggrapparsi per il futuro al salvagente Ibrahimovic, perché un grande giocatore da solo fa la differenza soltanto se alle spalle ha una grande squadra e questo Milan grande non lo è ancora.

PARTENZA INTER - L’Inter ha il merito di partire forte ed è subito premiata, perché sul cross di Lukaku dalla destra Lautaro salta indisturbato e deviare di testa nell’angolino dove Donnarumma non può arrivare. Merito dell’argentino da dividere però con le colpe dei difensori rossoneri, a cominciare da Romagnoli, colpevolmente assenti. Colpito e affondato, il Milan fatica a riprendersi e Kjaer rimedia un cartellino giallo per fermare lo scatenato Lautaro. Sembra che non ci sia partita perché gioca soltanto l’Inter, più aggressiva, più convinta, più pericolosa. La prima differenza tra le due squadre è a centrocampo, perché alle spalle dei due attaccanti Barella, Brozovic ed Eriksen si muovono con i tempi giusti, con il prezioso aiuto degli esterni Hakimi e Perisic.

RISVEGLIO MILAN - Kessie e Tonali rimangono schiacciati, in inferiorità numerica, senza la minima collaborazione di Calhanoglu che gira a vuoto tra centrocampo e attacco e senza i riferimenti sulle fasce laterali perché Saelemaekers e Rebic faticano a sganciarsi. Ibrahimovic, così, rimane senza rifornimenti, anche se gli basta un tacco in mischia dopo un quarto d’ora d’attesa per costringere Handanovic al primo intervento sia pure non difficile. Se non altro è il primo segnale di vita del Milan che sfiora veramente il pareggio con una conclusione di Hernandez fuori di poco. L’impressione che si tratti di lampi isolati è confermata dalla nuova grande occasione dell’Inter, vicinissima al gol con l’inserimento di Perisic, neutralizzato da un nuovo salvataggio di Donnarumma.

IBRA-HANDANOVIC - Mentre il merito dell’Inter è stato quello di partire forte, la colpa è quella di non avere sfruttato la sua superiorità segnando il secondo gol nel primo tempo. E così all’inizio della ripresa, improvvisamente, il Milan nel giro di due minuti ha tre occasioni per pareggiare. Ibrahimovic ci prova due volte di testa, ma Handanovic si salva da campione anche con il polso, mentre subito dopo il portierone nerazzurro vola per alzare sopra la traversa un gran tiro di Tonali.

IL K.O. DI LAUTARO - Proprio nel suo momento migliore, però, il Milan incassa il colpo del kappaò, punito dalla migliore azione dell’Inter. Hakimi avvia l’azione sulla destra poi appoggia ad Eriksen, bravo a smarcare a sinistra Perisic che va sul fondo e centra per Lautaro, perfetto nella conclusione del 2-0. Potrebbe bastare così, ma l’Inter in generale e Lukaku in particolare vogliono infierire e soltanto Donnarumma riesce a rinviare la resa definitiva, respingendo la conclusione del belga. Ma è questione di poco perché poco dopo nemmeno il portiere rossonero può opporsi al tiro del centravanti nerazzurro che fa il vuoto nella difesa avversaria e festeggia il 3-0. E a questo punto Ibrahimovic saluta e se ne va. Non ancora a Sanremo, ma in panchina, perché giovedì c’è il ritorno contro la Stella Rossa, che non è l’Inter, e i rossoneri hanno il dovere di andare avanti in Europa, senza più pensare allo scudetto.

:(actionzone)


IL TABELLINO 


Milan-Inter 0-3 (primo tempo 0-1)

Marcatori: 4' pt, 11' st Lautaro (Int), 20' st Lukaku (Int)

Assist: 4' pt Lukaku (Int), 11' st Perisic (Int)

MILAN: G. Donnarumma, Calabria, Kjaer, Romagnoli, Hernandez, Tonali (dal 21' st Meite), Kessie, Saelemaekers (dal 21' st Leao), Calhanoglu, Rebic, Ibrahimovic (dal 30' st Castillejo). A disp.: Tatarusanu, A. Donnarumma, Dalot, Castillejo, Hauge, Leao, Meite, Kalulu, Diaz, Tomori, Krunic, Gabbia. All.: Pioli.

INTER: Handanovic, Skriniar, De Vrji, Bastoni, Hakimi (dal 37' st Young), Barella (dal 40' st Vidal), Brozovic, Eriksen (dal 33' st Gagliardini), Perisic (dal 33' st Darmian), Lukaku, Martinez (dal 33' st Sanchez). A disp.: Padelli, Radu, Gagliardini, Sanchez, Vecino, Kolarov, Ranocchia, Young, Vidal, D'Ambrosio, Darmian, Pinamonti. All.: Conte. 
   

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