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  • Sono i club italiani i più 'generosi' con gli agenti: più della Premier e che commissioni!
Sono i club italiani i più 'generosi' con gli agenti: più della Premier e che commissioni!

Sono i club italiani i più 'generosi' con gli agenti: più della Premier e che commissioni!

  • Pippo Russo
Primatisti nel pagamento di commissioni agli agenti. Sono particolarmente generosi, i club calcistici italiani, quando si tratta d'ingrassare gli intermediari.

Se ne aveva impressione radicata, ma non suffragata dai dati e dunque opinabile. Ma adesso quei dati sono disponibili e certificano una realtà imbarazzante. Scopriamo tutto ciò dopo la pubblicazione, avvenuta ieri, del rapporto Intermediaries in international transfers 2019. Lo ha pubblicato la Fifa, che ha così reso noti i dati dell'International Matching Transfer System (ITMS), il sistema centralizzato che la federazione internazionale usa per tracciare tutti i trasferimenti internazionali di calciatori. E le cifre che emergono sono impressionanti.
 
SOLO INTERNAZIONALI - Prima di passare a una loro sommaria esposizione è necessario rimarcare un elemento: le cifre elaborate dall'ITMS riguardano soltanto i trasferimenti internazionali, ossia quelli relativi a calciatori che si spostano da un club affiliato a una federazione nazionale a un club affiliato a altra federazione nazionale. Non sono dunque tracciati i trasferimenti che avvengono all'interno della singola federazione nazionale, e che allo stato delle cose rappresentano la stragrande maggioranza dei movimenti di calciomercato. Non è necessaria un'elaborazione di dati per stabilire che, qualora nel computo fossero stati inseriti anche i trasferimenti nazionali, le cifre sarebbero cresciute in misura esponenziale. E veniamo a ciò che l'elaborazione dei dati ITMS ci racconta. Tali dati si riferiscono all'anno 2019, e dunque sono ancora parziali perché si fermano al 30 novembre scorso. Ma nonostante il mese in meno, le cifre del 2019 segnano già un primato rispetto agli anni passati.
 
CRESCITA SENZA FRENI - Gli estensori del rapporto hanno cura di separare le attività dei club acquirenti (engaging clubs) dall'attività dei club cedenti (releasing clubs). Ebbene, su entrambi i versanti i numeri sono in crescita. Sul versante dei club acquirenti risulta che 1307 trasferimenti internazionali abbiano contemplato i servizi di almeno un intermediario. Un numero che non conosce arresto alla crescita. Infatti i trasferimenti intermediati erano 1207 nel 2018, 1197 nel 2017, 1134 nel 2016, 961 nel 2015 e 843 nel 2014 (prima annata sottoposta a rilevazione). Per quanto riguarda il rilievo percentuale dei trasferimenti intermediati rispetto al totale, esso ha toccato il picco nel 2016, allorché i 1134 trasferimenti intermediati corrispondevano al 7,7% dei trasferimenti totali. Per quanto riguarda l'anno in corso, i 1307 trasferimenti intermediati incidono per il 7,3% del totale. Anche sul versante dei club cedenti si registra una crescita costante. Il 2019 è l'anno record sia in termini di cifra assoluta che di valore percentuale: 395 trasferimenti intermediati che incidono per il 6,2%. Riguardo agli anni precedenti, i dati sono i seguenti: 336 trasferimenti e 5,9% nel 2018, 318 trasferimenti e di nuovo 5,9% nel 2017; 238 trasferimenti e 4,9% nel 2016; 221 trasferimenti e 5,1% nel 2015; 184 trasferimenti e 4,4% nel 2014.
 
SOLDI SOLDI SOLDI - Ma quanto denaro è stato speso in totale per tali intermediazioni? Un'enormità. Il rapporto esprime cifre in dollari. Convertiamo le più significative in euro, a partire dall'ammontare totale: 653,9 milioni di dollari, che in euro 580,07 milioni. Dunque i club hanno speso ben oltre mezzo miliardo di euro in commissioni agli agenti. E si semplifica parecchio dicendo che stiamo parlando di valori espressi su scala mondiale, perché in realtà la spesa è concentrata quasi esclusivamente in Europa.

La distribuzione della spesa per confederazioni continentali dice che, dei 653,9 milioni di dollari totali, ben 625,9 milioni siano stati spesi in ambito Uefa. E gli altri continenti si dividono il resto: 16,6 milioni di dollari spesi dai sudamericani di Conmebol, 12,8 milioni di dollari dagli asiatici di AFC (dato, peraltro, drogato dai club cinesi e da quelli della penisola araba), 400 mila dollari dai club africani affiliati a CAF, 100 mila dollari dai club del Nord e Centro America affiliati a Concacaf e meno di 100 mila dollari dai club di Australia e Oceania affiliati a OFC. Inoltre, se si va a disaggregare il dato europeo, ancora una volta si scopre che la spesa riguarda soprattutto i club di 6 federazioni nazionali: Italia, Inghilterra, Germania, Portogallo, Spagna e Francia. L'ordine che abbiamo usato per mettere in fila queste federazioni è quello della maggiore spesa. E a questo punto arrivano i dati sconcertanti.
 
OLTRE LE PEGGIORI ASPETTATIVE - Dicevamo delle impressioni che poi vengono suffragate dai fatti. Aggiungiamo che il suffragio dei fatti va ben oltre le peggiori aspettative. Per dire: eravamo convinti che i club italiani spendessero eccessivamente in intermediazioni, ma mai ci saremmo aspettati che spendessero di più (molto di più...) dei ricchissimi club della Premier League. E che tale maggiore spesa fosse impiegata su un numero inferiore di trasferimenti. E invece è esattamente ciò che l'elaborazione dei dati ITMS ci dice.

Nel 2019 i club italiani hanno speso 130,5 milioni di dollari (in euro fanno 117,6 milioni), impiegati in 204 trasferimenti
. Dal canto loro, i club inglesi (dunque, soprattutto della Premier) hanno speso 103,6 milioni di dollari (in euro fanno 93,4 milioni) per ben 309 trasferimenti. Cifre impietose che sono la misura di uno sproposito. Seguono a rilevante distanza: la Germania (84,6 milioni di dollari); il Portogallo (78,1 milioni di dollari), che a sua volta è un altro caso di pesante anomalia perché la spesa si concentra prevalentemente su 3 club, i quali portano il loro paese a primeggiare sui due paesi successivi; la Spagna (75 milioni di dollari); e a chiudere, la Francia (51,8 milioni di dollari). E bisogna oltrepassare un fossato per trovare il settimo paese per spesa (l'Olanda, con 25,5 milioni di dollari).

Né i primati dei club italiani si fermano qui. Essi dominano anche le classifiche disaggregate. Sono primi, relativamente al segmento dei trasferimenti in entrata, nel rapporto fra numero assoluto dei movimenti che prevedono il pagamento agli agenti (151 trasferimenti, che incidono per il 40,5% del numero totale). E risultano doppiamente secondi anche nel segmento dei trasferimenti in uscita: 53 trasferimenti che prevedono il pagamento agli agenti (contro i 57 dei club inglesi), che incidono per il 19,9% sul numero totale. Quest'ultima è una percentuale appena inferiore a quella dei club serbi, che costituiscono un altro caso di pesante anomalia come i club portoghese: i 16 trasferimenti in uscita intermediati dagli agenti incidono per il 20,8% sul numero totale.

Dunque, al termine di questo diluvio di cifre, abbiamo un quadro sufficientemente chiaro su quale possa essere una (pesante) causa della sofferenza economico-finanziaria del calcio italiano. Che evidentemente non viene ucciso solo dalla pirateria televisiva. L'emorragia sta altrove, e rispetto a essa i presidenti e i direttori sportivi non possono certo dirsi innocenti.
 

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