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  • The Voice of Italy al via con Gigi D'Alessio dopo il no a Sfera Ebbasta, sprecato come Cancelo

    The Voice of Italy al via con Gigi D'Alessio dopo il no a Sfera Ebbasta, sprecato come Cancelo

    • Vanni Paleari
    Se, parafrasando il rapper Salmo nel brano Russel Crowe, bastasse un solo talent show per dire quanto è inutile andare in un talent show si potrebbe chiamarlo per nome: The Voice of Italy. Parte stasera, ore 21.20 su Rai Due, la sesta edizione del format musicale di origine olandese. 

    Le premesse per l’ennesima edizione senza talento ci sono tutte. A partire dalla conduttrice, guida e timone del programma: quella Simona Ventura di recente indicata da Manuel Agnelli come la peggior giudice di sempre delle storia dei talent. Come dare torto al leader degli Afterhours (che proprio settimana scorsa ha esordito con la seconda stagione del suo ottimo programma Ossigeno su Raitre), se si considera la scarsa competenza musicale della showgirl italiana, basti pensare ad esempio alle figuracce rimediate con Oasis, Muse e Lady Gaga quando conduceva Quelli che il Calcio. Affidare alla Ventura (e al bigottismo della Rai) la scelta della giuria non è stata certo una mossa vincente. 

    In un panorama musicale che, piaccia o no, sta cambiando e sta vivendo una fase rivoluzionaria che non si riscontrava dagli anni ’70, lasciarsi sfuggire personaggi come Sfera Ebbasta (capro espiatorio della diseducazione dei giovani creato dall’ipocrisia di chi non sa educare le nuove generazioni ma non riesce ad ammetterlo) e Achille Lauro (giudicato per l’apparenza senza badare ai reali, validi, contenuti: ascoltare il nuovo album 1969 per credere) in virtù del poco più che cantante dialettale Gigi D’Alessio e dell’ereditiera Elettra Lamborghini sa molto di difensivismo poco vincente. 

    Un po' come non convocare Cancelo al Mondiale preferendogli Cedric Soares o lasciarlo in panchina per far giocare titolare De Sciglio nella partita più importante della stagione: se non si rischia, difficilmente si otterranno buoni risultati. E così The Voice rischia di fare la fine della Juventus in Champions League: qualche buon risultato negli ascolti (forse) ma poca concretezza finale. 

    Sulla carta, nell’edizione di quest’anno per qualità e conoscenza a sette note si salvano solo Morgan, artista vero che con i Bluvertigo ha fatto un pezzo di storia della musica italiana anni ’90, e Gue Pequeno, che tanto con i Club Dogo quanto da solista e produttore ha dato un grande contributo alla scena rap di casa nostra. 
    Troppo poco forse, per ribaltare un format che, come prodotto di qualità, in cinque edizioni ha saputo offrire alla discografia solo una suora (Cristina) che proprio quest’anno però si è ridotta però a "ballare con le stelle" per non cadere nel dimenticatoio. 
    Quest'anno c'è anche una versione radiofonica del programma: The Voice of Radio2, condotto da Andrea Delogu e Stefano De Martino. Tornato insieme all'ex moglie Belen Rodriguez nella vacanza di Pasqua trascorsa in Marocco col figlio Santiago. ​

    Non sembra stare meglio X Factor, che per la prossima edizione, in onda dal prossimo ottobre, dovrà probabilmente cambiare tutti i propri giudici e sta già portando avanti un’intensa campagna acquisti, a partire proprio da Achille Lauro e dallo chef musicista Joe Bastianich. Anche nel caso del talent di Sky, però, i dubbi sull’efficacia dell’edizione 2019 rimangono elevati, considerando che non sarà facile rimpiazzare due pilastri come Manuel Agnelli e Mara Maionchi. Siamo ancora a inizio stagione ma c’è il grosso rischio che tra un talent e l’altro, in virtù della legge del mercato e di troppa gente che suona più per la fama che per passione e vocazione, a perdere possa essere proprio la musica in tv. 
     

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