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  • Toromania: che peccato che Nicola non sia arrivato prima

    Toromania: che peccato che Nicola non sia arrivato prima

    • Andrea Piva
    Chissà dove sarebbe il Torino in classifica se Davide Nicola si fosse seduto su quella panchina a luglio, anziché solamente un mese fa. La controprova non ci sarà mai, ma vedendo la trasformazione avuta dalla squadra granata in appena un mese, c’è da scommetterci che navigherebbe in acque più tranquille.

    Tra i meriti dell'allenatore c'è quella di aver restituito alla difesa le certezze che sembravano smarrite: da colabrodo è diventata solida. Nelle prime quattro partite di questo girone di ritorno Sirigu ha incassato quattro reti, nelle stesse gare all’andata aveva invece raccolto nove palloni dal fondo della propria rete. Con Marco Giampaolo, inoltre, non era mai capitato che il Torino chiudesse due partite consecutive senza subire reti. 

    Ma più in generale Nicola sembra aver ridato fiducia a un gruppo che fino a poco tempo fa era fragile, dava l’impressione di essere impunito e si faceva rimontare con troppa facilità. Ora c’è un Torino convinto dei proprio mezzi, voglioso di portare a casa il risultato, mai domo: non è un caso che in quattro delle cinque partite della gestione Nicola sia arrivato un gol (sempre decisivo) nell’ultimo quarto d’ora di gioco. L’ultimo ieri, con quell’incornata di Bremer che ha steso il Cagliari e, cosa più importante, ha permesso al Torino di mettere cinque punti di distanza dalla formazione sarda e, in attesa della partita del Parma, anche dalla zona retrocessione. La strada è ancora lunga ed è sempre in salita, ma ora sembra meno ripida e più facile da percorrere. Che peccato che Nicola non sia arrivato prima.

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