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  • Trasparenza? No, grazie. Lo strano atteggiamento Figc sui compensi agli agenti
Trasparenza? No, grazie. Lo strano atteggiamento Figc sui compensi agli agenti

Trasparenza? No, grazie. Lo strano atteggiamento Figc sui compensi agli agenti

  • Pippo Russo
    Pippo Russo
Parola d'ordine: aggregare. Un verbo di valenza neutra, poiché il carattere positivo o negativo di un aggregato dipende dalle intenzioni e dagli effetti. Aggregare forze può significare moltiplicare possibilità di successo altrimenti fragili. E invece aggregare dati, che molto meglio sarebbe stato separare per ragioni analitiche, significa creare un mucchio indistinguibile e perdere ogni chance di trasparenza. Quest'ultima è stata l'opzione della Figc, quando poco più di un mese fa si è trovata a tradurre pro domo sua il regolamento sugli agenti sportivi stilato nel 2018 dal Coni e aggiornato in data 26 febbraio 2019. L'effetto è stato quello di ignorare l'indicazione di maggiore trasparenza contenuta nel documento redatto dal comitato olimpico. Ma andiamo con ordine e ricostruiamo la vicenda,

Da un regolamento all'altro – Il testo da cui bisogna partire è il Regolamento per i servizi di procuratore sportivo diramato nel 2015 dalla Figc in seguito alla deregulation voluta dalla Fifa. Il testo prova a regolamentare l'accesso a una funzione ormai aperta praticamente a chiunque, laddove la precedente disciplina prevedeva il superamento di uno specifico esame. Fra le novità recepite dal regolamento 2015 c'è quella riguardante la trasparenza in materia di commissioni pagate agli intermediari, sia da parte dei calciatori che (soprattutto) da parte dei club. Questo punto trova espressione nell'articolo 8, il cui titolo è appunto “Trasparenza”. I due commi stabiliscono che entro il 31 dicembre di ogni anno le società e i calciatori siano tenuti a comunicare alla federazione le cifre pagate agli agenti in conseguenza dei contratti stipulati, e che entro il 31 marzo successivo la federazione stessa pubblichi sul proprio sito ufficiale “il dato aggregato” dei compensi erogati ai “procuratori sportivi” e ai soggetti che li hanno corrisposti. Cosa che in effetti avviene, a partire dalla stagione 2015-16. Ogni primavera la Figc pubblica una serie di tabelle, con i seguenti dati: cifra totale spesa per intermediazioni dai club di ciascuna fra le tre categorie professionistiche, cifra totale spesa da ciascun club, e lista analitica dei trasferimenti che abbiano contemplato l'intermediazione di agenti e agenzie, con relativi nominativi. Andrebbe benissimo, se non fosse che il dato analitico manchi dell'informazione essenziale: la cifra versata a CIASCUN agente e/o agenzia per CIASCUN trasferimento. Niente da fare. Certi numeri sono desumibili soltanto attraverso la lettura dei bilanci ufficiali dei club, e con non poche difficoltà. Come a dire: trasparenza sì, ma con giudizio. Rispetto a quest'avarizia di dati da parte della Figc, il regolamento del Coni sugli agenti sportivi (dunque riferito agli agenti che operino in qualsiasi disciplina sportiva) lancia un segnale di trasparenza da libro dei sogni. Il secondo comma dell'articolo 24, dedicato alle norme finali, recita testualmente: 

Entro il 31 dicembre di ogni anno le società sportive e gli atleti sono tenuti a comunicare al CONI e alla Federazione competente i dati analitici relativi a tutti i corrispettivi erogati nel corso dell’anno ad agenti sportivi, secondo il modello adottato dallo stesso CONI. Tra i dati analitici vanno indicati anche il Paese ove è ubicata la banca ove è stato effettuato l’accredito del corrispettivo erogato. Entro il 31 marzo di ogni anno la Federazione competente rende noti i predetti dati. 

Ma a chi appartiene la mano che ha steso una norma così rivoluzionaria? Vorremmo saperlo, perché correremmo a stringerla volentieri e vigorosamente. Quella mano mette su carta due dati cruciali per ottenere una reale trasparenza:

1) L'indicazione delle cifre corrisposte per commissioni e intermediazioni deve essere ANALITICA. Dunque, cifra per cifra e agente per agente;
2) Deve essere specificata anche la destinazione del denaro versato, per rendere noto se esso venga pagato su un conto italiano o estero.


E merita sottolineare che, per quanto possa sembrare paradossale, i primi a sponsorizzare una norma così congegnata siano gli stessi agenti italiani. Che più di tutti hanno interesse a veder restituire condizioni di trasparenza a un mercato completamente imbastardito dal “bomba liberi tutti” del 2015.

Poteva il mondo del calcio accettare una norma così incendiaria, che rischiasse di mettere in evidenza la fuoriuscita di capitali e le ombre dell'offshoring? Ovviamente no. E infatti la Figc ha recepito a modo proprio l'indicazione del Coni. Il Regolamento Agenti Figc 2019, approvato lo scorso 19 aprile, recita quanto segue al secondo capoverso dell'articolo 8, incasellato ancora una volta sotto il titolo “Trasparenza”:

Entro il 31 marzo di ogni anno, la F.I.G.C. rende noti i nominativi degli agenti sportivi che hanno svolto servizi per conto di Calciatori o Club nell'anno precedente e rende altresì noto il dato aggregato relativo alle remunerazioni erogate nell'anno precedente agli Agenti sportivi ed i soggetti che le hanno corrisposte.

Quello di sopra è il testo nella nuova versione del 2019. A seguire il testo del 2015:

Entro il 31 marzo di ogni anno la FIGC rende noti i nominativi dei Procuratori Sportivi che hanno svolto servizi per conto di Calciatori o Club nell’anno precedente e rende altresì noto il dato aggregato relativo ai corrispettivi erogati nell’anno precedente ai Procuratori Sportivi e i soggetti che li hanno corrisposti.

Due sole differenze: quelli che nel 2015 venivano chiamati “Procuratori Sportivi” diventano nel 2019 “agenti sportivi” (con iniziali minuscole, chissà perché mai); i “corrispettivi erogati” del 2015 diventano “remunerazioni erogate” nel 2019. Mutamenti sostanziali, come vedete.  Dunque, si torna alla casella di partenza. Dati aggregati, non analitici. Esattamente come è stato fatto fin qui. E quanto all'indicazione sulla destinazione dei pagamenti, Italia o estero, per carità! Non se ne parli proprio. E la pretesa trasparenza? Un tanto all'etto, e soltanto quella che la Figc possa permettersi. A questo punto non sarebbe male conoscere i nomi di chi, in federcalcio, si oppone alla total disclosure. A patto che il dato sui responsabili di questa cortina di fumo sia analitico, non aggregato.
@pippoevai

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