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  • Zamparini e il fondo misterioso

    Zamparini e il fondo misterioso

    • Pippo Russo
    La cosa più difficile è farsi credere. Ieri Maurizio Zamparini ha comunicato le proprie dimissioni da presidente del Palermo Calcio e l’arrivo di un fondo anglo-americano che dovrebbe rilevare il club rosanero. L’ha fatto con un comunicato stampa pubblicato dal sito ufficiale del Palermo alle 17,57 di ieri, per lo meno irrituale sotto molti punti di vista. A partire dalla forma scelta per comunicare. Si parla del presidente Maurizio Zamparini in terza persona, e si dà annuncio delle sue avvenute dimissioni dalla carica aggiungendo vaghe informazioni su ciò che sarà (o dovrebbe essere) a partire dai prossimi giorni. Ma poi in fondo al comunicato c’è la firma “Maurizio Zamparini”. L’effetto è comico, dato che il presidente (ex?) parla di se stesso in terza persona, manco fosse l’onorevole Scilipoti.

    Ma questo è il meno. A spiccare fra le altre cose c’è la distanza che Zamparini ha voluto mettere fra sé e la piazza in questo ultimo (?) atto da presidente: compiuto attraverso uno sbrigativo comunicato ufficiale pubblicato sul sito del club. E c’è soprattutto che, quanto alle dimissioni, non basta annunciarle. Vanno rassegnate in modo formale e sottoposte per la ratifica a un consiglio d’amministrazione. Dunque per il momento si può registrare soltanto un annuncio di dimissioni, che si somma alle numerose cose annunciate nel comunicato stesso e alle migliaia dette e evaporate nel corso degli ultimi anni. Storie di investitori arabi, e poi americani, e poi cinesi, in una spasmodica esplorazione del globo terracqueo che man mano perdeva ogni credibilità. E adesso alla saga si sono uniti “gli anglo-americani”, come se si fosse tornati ai tempi dello sbarco in Sicilia del 1943.

    Stavolta le truppe alleate muovono dallo scenario della finanza. O almeno questo è ciò ch’è dato sapere. E senza un perché ha preso a circolare il nome di Martin Taylor, ex CEO di Barclays, successivamente consulente di Goldman Sachs nonché vicino alla potentissima lobby del Bilderberg Group. Come sia venuto fuori il suo nome, non è dato sapere. Ma non c’è di che stranirsi, poiché l’epoca dell’informazione interconnessa ha anche questi effetti. Basta mettere una voce in rete e tutti la riprendono e la fanno rimbalzare. Poi magari si rivela un “fatto alternativo”, ma intanto ha tenuto banco. Resta come dato di fatto che, pur passando il web al setaccio, non risulti la benché minima connessione fra mister Taylor e il mondo del pallone. Zero al cubo. Giusto per la cronaca, e senza che ciò debba spingere a valutazioni sulla trattativa che sarà.

    Qualche valutazione è invece d’obbligo riguardo al fondo d’investimento anglo-americano che dovrebbe prendere il controllo della società rosanero. Non si sa nulla della sua composizione e di chi siano i finanziatori. Non se ne conosce nemmeno il nome. E sarà anche vero che si sia appena venuti a sapere della sua esistenza, ma è altrettanto vero che se entro quindici giorni (parola di presidente dimissionario) dovesse avvenire il cambio della guardia, allora la trasparenza è dovuta. Senza manfrine o colpi di teatro. Tanto più che il comunicato firmato da Zamparini contiene elementi di ulteriore ambiguità, anziché far intravedere della chiarezza. In particolare, quel passaggio in cui viene detto che il fondo anglo-americano “si è contrattualmente impegnato ad investire nei progetti del Gruppo Zamparini con priorità negli investimenti del Palermo Calcio e negli impianti sportivi da realizzare a Palermo, ovvero lo stadio ed il centro sportivo”.

    Un passaggio che potrebbe riservare sgraditissime sorprese, se non si risponde a alcuni interrogativi.
    Innanzitutto: di quale impegno contrattuale si sta parlando? Firmato da chi e a nome di chi?
    Secondo: perché si continua a mettere in campo questo nesso fra il Gruppo Zamparini e gli investimenti del Palermo Calcio? Da questo interrogativo ne scaturisce un altro: ma oltre a dimettersi da presidente, Zamparini è destinato a uscire completamente di scena dall’assetto proprietario o vi rimarrà legato in qualche modo? Perché leggendo quel passaggio si ha proprio l’impressione che tutto quanto debba avvenire “attraverso” il Gruppo Zamparini, come se si trattasse di una camera di compensazione. Cioè, tutto il contrario di un’uscita di scena.
    Infine: bisogna intendersi sulla proprietà del nuovo stadio e del centro sportivo del club rosanero. Che per adesso si trovano nel libro dei sogni, ma che se mai dovessero trovare realizzazione andrebbero assicurati come un asset proprietario del club. Il che sarebbe una cosa scontata, ma di questi non si sa mai. Sempre meglio vigilare.

    E adesso aspettiamo i nomi e un reale passaggio di consegne. Sapendo però che il tempo delle chiacchiere è proprio scaduto.

    @pippoevai

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