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  • Zaniolo è un equivoco per Mancini: Tonali e Castrovilli lo sfidano per una maglia all'Europeo

    Zaniolo è un equivoco per Mancini: Tonali e Castrovilli lo sfidano per una maglia all'Europeo

    • Andrea Distaso
    Una poltrona per due, forse per tre. I giochi per strappare gli ultimi posti per il fatidico elenco dei 23 Azzurri che a giugno apriranno a Roma un Europeo che per il movimento italiano conta moltissimo, sono ancora aperti. Roberto Mancini ha perfettamente in mente la base sulla quale costruirà una Nazionale che proverà a giocarsela alla pari con le storiche big, ma soprattutto a centrocampo restano ancora alcuni nodi da sciogliere. Con Zaniolo, Tonali e Castrovilli in rampa di lancio.

    CORSA A TRE - Jorginho, Verratti e Barella sono certi di rientrare nell'elenco del ct, così come il romanista Lorenzo Pellegrini, che ha saltato gli ultimi appuntamenti a causa del problema fisico che lo ha messo ai box per circa due mesi. Discorso analogo per altri due illustri acciaccati come Sensi e Cristante. Partendo dal presupposto che Mancini ha in mente di ripresentarsi in estate con una mediana a tre, la corsa per l'ultima casella sembra ristretta a Tonali, Castrovilli e Zaniolo, con i primi due che sono le novità delle ultime tornate di convocazioni e che vanno considerati in prepotente risalita alla luce anche del rendimento offerto in campionato. Oltre a una collocazione tattica più chiara e definita.

    EQUIVOCO ZANIOLO - Se Zaniolo infatti è esploso nell'ultimo mese, sfruttando l'assenza nella Roma di Pellegrini e la “trovata” del suo allenatore Fonseca, che lo ha riavvicinato alla porta avversaria, nell'attuale Nazionale non è di così semplice lettura la sua posizione definitiva. Il suo essere eclettico lo ha portato in passato ad agire anche da esterno offensivo piuttosto che da mezz'ala/incursore, grazie a una fisicità che gli consente di tenere botta anche in fase difensiva. L'ex Primavera dell'Inter è uno dei prospetti più interessanti prodotti recentemente dal nostro calcio e, poco più di un anno fa, la sua chiamata da parte di Mancini fu vista come una provocazione e non come una bella intuizione. Ma varrebbe davvero la pena sacrificare un potenziale così importante per una mera questione di equilibri tattici? Sarà indubbiamente questo uno dei nodi da sciogliere da parte del ct al momento della scelta, mentre noi non possiamo che goderci questa affascinante corsa a tre e benedire dopo molto tempo una ritrovata abbondanza. Perchè il talento, se c'è, non è mai troppo.

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