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  • Zico a CM: 'Milan, così bruci Paquetà! Da Gabigol a Pedro, la Serie A spreca i brasiliani. Su Neymar e il nuovo me...'

    Zico a CM: 'Milan, così bruci Paquetà! Da Gabigol a Pedro, la Serie A spreca i brasiliani. Su Neymar e il nuovo me...'

    • Yuri Micheli, corrispondente dal Brasile
    Zico, amato e ammirato in tutto il mondo, è sempre stato molto attivo non soltanto come allenatore e dirigente (attualmente è direttore tecnico dei Kashima Antlers in Giappone) ma anche nelle iniziative sociali e benefiche. Organizza ogni anno (e gioca nonostante i suoi 67 anni) la partita delle stelle, che riempie gli stadi e fa ottimi ascolti in TV, ed il cui ricavato è distribuito interamente a numerose istituzioni di carità di Rio de Janeiro.
    Con l’avanzare a grandi passi dell’epidemia di Covid-19 in Brasile, e con l’isolamento sociale necessario per diminuirne i suoi effetti, gli abitanti delle regioni periferiche delle grandi città, sempre molto povere, rischiano di non riuscire a portare sulla tavola il minimo necessario per la sopravvivenza.

    Pensando a queste realtà, e su iniziativa di Paulo Roberto Falcão, i giocatori della Seleção dell’82 si sono uniti trasmettendo messaggi che sono poi stati editati in un bel video, che si conclude con l’appello per fare donazioni ad una ONG che si occupa di aiutare le famiglie in difficoltà.

    E in questo video il messaggio finale è proprio di Zico, che dopo avercelo inviato ha anche gentilmente accettato di parlare con noi. 


    Molto bello questo video, oltre al messaggio molto importante, si vede che esiste un’unione fra i fuoriclasse di quel mondiale di Spagna:
    "Si, abbiamo un gruppo di whatsapp dove ci siamo praticamente tutti, ma i meriti del video vanno tutti a Falcão, che è un po’ il coordinatore di tante nostre iniziative".

    A chi come ma ha avuto modo di assistere al duello Italia-Brasile dell’82, vedere nel filmato quei volti e leggere quei nomi, ha fatto molta impressione. Un vero squadrone.
    "Si, eravamo davvero un gruppo forte, poi però l’Italia fece una partita incredibile e ci ha eliminato. Il calcio è così, non le vinci mai le partite alla vigilia. Sembrava che dovesse essere una cosa fra noi e l’Argentina e invece l’Italia ha fatto il colpaccio, meritando poi di vincere il Mondiale".

    L’immagine della maglia strappata da Gentile in uno degli innumerevoli duelli è stata una delle più simboliche di quel mondiale.
    "Si, ma alla fin dei conti Gentile è stato molto leale con me. Ha fatto il suo compito molto bene, ma senza mai essere scorretto. Ha avuto la capacità di starmi incollato nonostante io mi muovessi tantissimo, e in uno dei tanti spintoni che ci siamo dati la maglia si è strappata. Ho molta stima di Gentile come di tutti i campioni che vestivano la maglia azzurra in quel mondiale".

    Da numero 10 a numero 10, anche Neymar si lamenta spesso delle marcature a volte violente dei difensori. Cosa gli consiglia?
    "Io e lui abbiamo stili differenti. Io cercavo di fare tanto movimento e di cedere subito la palla, lui invece se la porta dietro e le botte così sono inevitabili. Fanno parte del calcio".

    Neymar che entra a far parte del podio come terzo miglior marcatore della nazionale di tutti i tempi.
    "E secondo me ha la possibilità di arrivare anche al 1° posto. Come minimo ha due mondiali davanti a sé e ha un talento straordinario".

    Segue il campionato italiano?
    "Dal Giappone per via del fuso orario non riesco a seguirlo bene come vorrei ma vedo comunque diverse partite".

    E cosa mi può dire della stagione poco convincente di Paquetá al Milan?
    "Calcio differente, tattica differente e soprattutto mancanza di fiducia. Inutile pretendere da Paquetá che entri in campo dalla panchina e risolva. Lui non ha assolutamente queste caratteristiche, quando l’allenatore fa così lo brucia e peggiora la situazione. Lui è giovane e il Milan deve approfittare le sue caratteristiche e avere pazienza, perché ha molto talento…"

    Come tanti altri giocatori che il Brasile sforna ogni stagione. Qualcuno che ci possa segnalare come nuovo Zico?
    "I grandi giocatori sono già tutti in Nazionale o giocano già in campionati importanti, ma di quelli che io seguo, sicuramente Pepê del Gremio (classe 1997 ndr) è quello che ha caratteristiche più simili alle mie".
     
    E il suo passaggio ad Udine? Due anni indimenticabili per i tifosi friulani
    "Sì ho tanti bei ricordi, recentemente sono tornato e mi hanno accolto davvero come un idolo. Sono rimasto molto felice! Peccato che dopo il primo anno fatto in maniera egregia la società decise di disfarsi dei migliori e abbiamo dovuto quindi lottare per non retrocedere. Ma il primo anno ad Udine mi sono davvero divertito tanto".

    Dopo che molti titolari di Spagna ’82 sono venuti in Italia, oltre a Lei anche Falcão, Cerezo, Socrates solo per citarne alcuni, lo sbarco di brasiliani in Italia è sempre aumentato, anche se adesso si comincia a vedere un po’ il percorso inverso, come mai?
    "Mi sembra logico! Un giocatore come per esempio Gabigol, che va in Italia e non lo fanno giocare… Cosa deve fare? Rimanere là a fare la bella statuina? Fa bene a ritornare e dimostrare con i fatti tutto il suo valore! Lo stesso discorso vale per Pedro che non ha quasi mai giocato alla Fiorentina, mentre è un po’ diverso il discorso di Gerson che ha si giocato di più ma forse non era utilizzato nella maniera corretta. Io comunque non capisco questi allenatori che chiedono i giocatori e poi non li fanno giocare, o peggio ancora quei dirigenti che comprano senza nemmeno chiedere il parere ai suoi allenatori. Una follia!"

    Alcuni dicono che i carichi e i metodi di lavoro sono molto differenti fra qui e l’Italia
    "No, questa è una leggenda. Si lavora molto qui come in ogni campo di allenamento d’Europa. I problemi di adattamento ci possono essere, la lingua l’alimentazione, ma gli allenamenti sono intensi ormai ovunque. Non ci sono più differenze fra il calcio giocato nei 5 continenti.

    E lo conferma la pandemia che ha fermato allo stesso tempo il calcio in tutto il mondo. Cosa succederà dopo?"
    "Bisogna che i vertici delle federazioni nazionali e internazionali prendano decisioni uniformi, per non lasciare che ognuno tiri l’acqua al suo mulino senza pensare al bene principale, che sono i tifosi. Ci saranno decisioni polemiche, verranno assegnati titoli anche senza finire il campionato. Ognuna di queste decisioni darà origine a polemiche, ma non dovremo smettere di pensare che questo è un anno molto particolare e che presto ce lo lasceremo alle spalle"

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