Zigoni, talento da beat generation: 'Il mio procuratore mi portava il vino, non farei cambio con Ronaldo, una macchina'
Oderzo è silenziosa, attorno a Gianfranco Zigoni. Fa freddo, in questa terra di confine tra il Veneto e il Friuli, con le strade che si biforcano nell’incrocio di un Nord-Est antico. Zigo è uno da beat generation: come Jack Kerouac, dopo tanto vagare è tornato a casa. L’ha fatto molto tempo fa, alla maniera degli eroi omerici. L’Itaca di Zigo è qua.
Troppo difficile paragonare il calcio di oggi a quello di allora?
"Io questo lo seguo poco, in realtà. Vedo, appena posso, le partite del Verona, e poi quelle del Torino e dell’Inter, le squadre per cui tifavo da bambino. Soprattutto l’Inter, poi, mi diverte, perché non sai che cos’aspettarti. Il Verona è il mio cuore, il Toro è nato per soffrire, e lo sento dentro di me".
Vuole dirci che non le interessa nulla di Cristiano Ronaldo?
"Lo stimo, perché è un fuoriclasse, ma non farei mai cambio con lui, anche se muove milioni e milioni di tifosi e di soldi. Sembra una macchina, non un giocatore. Si diverte sul serio? La vita è una sola, non puoi passarla sempre sul campo. Vedo che è circondato da ogni agio, eppure c’è qualcosa che mi annoia. A me piace chi sa essere selvaggio e ingenuo".
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