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  • Dalla Champions alla B in cinque anni: Malaga, il grande bluff dello sceicco

    Dalla Champions alla B in cinque anni: Malaga, il grande bluff dello sceicco

    • Giorgio Baratto
    Se esiste la possibilità che una parte della regione dell'Andalusia faccia festa questa sera, se il Siviglia di Montella dovesse vincere la Coppa del Re proprio nei giorni in cui nella città andalusa si celebra la Fiera di Aprile, da un paio di giorni, a poco più di 200 chilometri di distanza, a Malaga si piange il ritorno in Segunda Division della squadra che solo 5 anni fa aveva disputato i quarti di Champions League. L'ennesima riprova che il denaro, senza un valido progetto, nel calcio non sempre è sinonimo di successo.

    LO SCEICCO BIANCAZZURRO - Quando Abdullah bin Nasser Al-Thani, lo sceicco del Qatar divenne il presidente del Malaga, nel 2010, come spesso accade, non badò a spese: i primi colpi furono Julio Baptista e Martin Demichelis, e quando il progetto sembrava non decollare decise di mettere sulla panchina della squadra Manuel Pellegrini, da poco ex-allenatore del Real Madrid, anche per colpa della storica eliminazione in Coppa del Re contro l'Alcorcon (che a Madrid ricordano ancora come "El Alcorconazo"). A fine stagione arrivò un misero 11esimo posto. Troppo poco per lo sceicco che voleva ridisegnare la mappa del calcio europeo. Nell'estate del 2011 il Malaga cambiò faccia. Arrivarono Cazorla, Joaquin, Kameni, Toulalan, Mathijsen, Monreal e l'inossidabile Van Nistelrooy, uno sforzo, contando anche la ripesca del ex-canterano Isco, recuperato dal Valencia, che costò un totale 60 milioni di Euro. La squadra era pronta a fare il grande salto.

    IL MALAGA IN EUROPA - A fine stagione il Malaga arrivò quarto in campionato, davanti all'Atletico Madrid e a soli tre punti dalla terza posizione conquistata dal Valencia. Era l'anno dello scudetto dei 100 punti del Real di José Mourinho, ma per il Malaga significava la prima storica qualificazione per i playoff di Champions. Gli uomini di Pellegrini superarono senza troppi problemi il Panathinaikos e passarono alla fase a gironi, da lì agli ottavi, contro il Porto e ai quarti, solo per essere eliminati, dopo un gran gol de Joaquin, che l'anno successivo sarebbe passato alla Fiorentina, da due reti "insensibili" del Borussia Dortmund di Jurgen Klopp al 91esimo e al 93esimo. Fu il punto di inflessione per i sogni dei tifosi della Costa del Sol. Quella stagione si concluse con un sesto posto in Liga e l'eliminazione ai quarti di Coppa del Re. L'estate successiva il progetto Malaga fu smantellato dalle fondamenta.

    FINE DI UN PROGETTO VINCENTE - Il mercato estivo del 2013 vide la partenza di Isco al Real Madrid, di Toulalan al Monaco e Joaquin alla Fiorentina. L'allenatore cileno Manuel Pellegrini scelse di allenare il Manchester City, al suo posto arrivó Bernard Schuster. Bisogna dire che l'UEFA castigò il Malaga con un anno di allontanamento dalle competizioni europee per "mancati pagamenti ad altri Club", che non permise alla Società andalusa di partecipare all'Europa League, e che a questa "debacle" si aggiunse la mancata assegnazione del progetto di ampliamento del porto sportivo de La Bajadilla, un investimento di 400 milioni di Euro per la società controllata dallo Sceicco Nasser Al-Thani. Il Malaga di Schuster terminò la Liga all'undicesimo posto. Seguirono due anni di transizione, in cui la squadra diretta da Javi Garcia, attualmente allenatore del Watford, conquistò un ottavo e un nono posto. La stagione 2017 doveva essere quella del rilancio, ma le cose non andarono come previsto.

    TRE ALLENATORI IN UN ANNO - Che era necessario un cambio di rotta per il Malaga lo si era già capito lo scorso anno. Solo l'arrivo dell'ex giocatore del Real Michel sulla panchina degli andalusi salvò una stagione fallimentare. 6 vittorie e due pareggi nelle ultime undici partite permisero al Malaga di conquistare un comodo undicesimo posto. Ma se le cose potevano sembrare essere destinate a cambiare, il mercato estivo di Nasser Al-Thani mise subito le cose in chiaro. Via l'ossatura principale della squadra, Kameni, Camacho, Fornals e Sandro, un bilancio di mercato nel quale il Malaga incasso 30 milioni per invertirne solo 10. Neppure l'esonero di Michel a metà stagione è servito a salvare una squadra che a ritrova la seconda divisione a 5 giornate dalla fine e 10 anni dopo.

    RINFORZI SBAGLIATI - I tifosi del Malaga hanno già trovato un colpevole alla situazione in cui si è ritrovato il Club andaluso: la scriteriata gestione della dirigenza, e su tutti dello sceicco Abdullah bin Nasser Al-Thani. Soprattutto l'inutilità di un mercato invernale con otto incorporazioni che non sono servite a nulla per risollevare il destino della squadra. Isaac Success, Ignasi Miquel, Iturra e Ideye non sono serviti a cambiare l'atteggiamento in campo della squadra, che in questo 2018 ha saputo vincere solo un match dei 17 disputati finora. Forse, una delle maggiori delusioni di questa stagione è stato il venezuelano ex-udinese Berto Peñaranda, aveva ricevuto piena fiducia, grazie anche al suo talento, ma ha terminato la stagione tra infortuni e sanzioni da parte della società, con solo 13 partite giocate.

    SVENDITA TOTALE - Al di là della delusione meramente sportiva, ora il Malaga si ritrova ad affrontare un problema economico non da poco. Pur essendo già retrocessa, la squadra di Nasser Al-Thani è all'undicesimo posto come top salariale della Liga, con 22 miliioni in più di un Granada che lotta per raggiungere l'Europa League. Ha 38 giocatori stipendiati, tra i facenti parte della rosa e quelli in prestito, dei quali 30 hanno un contratto che non scadrà a giugno. Va da sé che questa estate il Malaga dovrà disfarsi, volente o nolente, dei pezzi pregiati che fanno parte della squadra. Se dobbiamo scegliere un uomo mercato, da tenere d'occhio l'attaccante Borja Baston, che sicuramente troverà un posto in Liga anche il prossimo anno.

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