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  • Gabbiadini: 'Napoli è nel mio cuore, ma a Southampton mi prendo il Mondiale. Con la Svezia passiamo al 51%'

    Gabbiadini: 'Napoli è nel mio cuore, ma a Southampton mi prendo il Mondiale. Con la Svezia passiamo al 51%'

    Ha dovuto emigrare all'estero per trovare quella fiducia e quella considerazione che a Napoli aveva smarrito a suon di panchine. Manolo Gabbiadini si è ritrovato in Inghilterra e a Southampton, squadra nella quale prima di lui anche Graziano Pellé aveva trovato l'El Dorado conquistando una maglia della Nazionale per l'ultimo Europeo. L'azzurro, un colore che ha contraddistinto la carriera dell'attaccante bergamasco, che ha parlato dei suoi obiettivi per il futuro prossimo dalle pagine de La Gazzetta dello Sport.

    Sei gol nei primi due mesi d’Inghilterra, poi la frenata.
    "L’infortunio mi ha fermato sul più bello. Ero partito benissimo, mi sentivo in grandi condizioni e c’era l’entusiasmo della novità, ma quando sono guarito e rientrato, era cambiato qualcosa. Giocavamo in modo diverso. Più coperti, più allineati ed è diventato tutto più difficile. La stagione del Southampton è stata comunque importante: ottavo posto, finale di Coppa di Lega e eliminazione nella fase a gironi di Europa League per un nulla".

    Che cosa cambiano i due gol al Newcastle?
    "Spero che mi consentano di essere più presente. Un calciatore si allena e dà il meglio di sé durante la settimana proprio con questo obiettivo: giocare la partita".

    Perché ha scelto Southampton?
    "C’erano altre opzioni, anche estere, ma ho preferito venire qui perché volevo misurarmi con la Premier e questa era una chance importante. A Southampton si sta bene ed è comoda: in un’ora arrivi a Londra o all’aeroporto di Heathrow, dove ci sono tre voli giornalieri per Bologna. Quando ho deciso di lasciare Napoli, ho fatto anche queste considerazioni".

    Che cosa le resta di Napoli?
    "A Napoli ho trascorso un periodo importante della mia vita. Abitavo a Posillipo, in un posto fantastico. Mi sono creato un gruppo di amici, come il maestro dei presepi Marco Ferrigno. E’ stato un onore indossare la maglia del Napoli".

    Il Napoli è in testa a punteggio pieno.
    "Il Napoli offre il miglior calcio della A. E’ guidato da un grande allenatore. Sarri e Benitez sono i migliori che ho avuto, ma ho un bel ricordo anche di Pioli e Mihajlovic".

    La sua vita italiana scorre però a Bologna.
    "Mi sono innamorato di questa città per tante ragioni. Ho vissuto a Bologna la prima stagione importante della carriera. Ho conosciuto la donna che sarebbe diventata mia moglie. E’ una città bellissima, dove è esplosa la mia passione per il basket. Sono un tifoso della Fortitudo. Il presidente è venuto a trovarmi qui a Southampton".

    Un personaggio di Bologna?
    "Gianni Morandi. Veniva spesso a salutarci prima delle partite. Un artista alla mano. Una persona semplice. Mi sarebbe piaciuto conoscere Lucio Dalla, ma arrivai dopo la sua scomparsa".

    I gol di Southampton possono darle una spinta in più in Nazionale?
    "Il Mondiale è il mio obiettivo. La maglia azzurra ha davvero qualcosa di speciale".

    L’Italia affronterà la Svezia nei playoff: previsioni?
    "Cinquantuno noi, quarantanove loro. Non voglio pensare ad un’Italia che non va al Mondiale. Sarebbe un disastro per quelli della mia generazione".

    Il secondo posto in un girone con la Spagna rientra nella logica, ma pareggiare con la Macedonia in casa non è normale.
    "Ho letto giudizi troppo severi. Certe volte in Italia c’è un eccesso di negatività".

    Le manca l’Italia?
    "Mi mancano il clima, la bellezza delle nostre città, le amicizie. Ma sono contento della scelta: il calcio in Inghilterra è una festa. La gente va allo stadio per divertirsi. In Italia non è così. Ho un figlio di due anni e da padre dico che è triste non poter portare i bambini negli stadi per la paura che possa accadere qualcosa".

    La maggiore differenza rispetto alla Serie A?
    "In Premier c’è meno tattica. Prepari la partita, ma poi in campo prevale spesso l’istinto. Si attacca, si dribbla e si tira. E’ tutto molto più istintivo".

    La squadra che l’ha impressionata di più?
    "Il Tottenham, ma in questo momento il Manchester City sta andando fortissimo. Guardiola si è piegato a qualche abitudine inglese".

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