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  • Come cambia l'Inter con Keita: con o senza Perisic, ci sarà un big escluso

    Come cambia l'Inter con Keita: con o senza Perisic, ci sarà un big escluso

    • Luca Bedogni
    Nell’ultimo campionato Keita Baldé è stato semplicemente straripante. Alla sua quarta stagione in Serie A il ventiduenne senegalese della Lazio ha segnato la bellezza di 16 reti, condite da un più che discreto numero di assist, 5 in tutto. Schierato da Simone Inzaghi praticamente in ogni ruolo del fronte d’attacco, si è sempre distinto per agilità, potenza e senso del gol, dimostrando il suo valore in un crescendo straordinario, che ha attratto definitivamente le attenzioni di molti top club.  Negli ultimi giorni, ad esempio, il suo nome è stato accostato con maggior insistenza all’Inter. L’accordo tra la società e il giocatore è già stato trovato, manca ancora l’ok di Lotito, un dettaglio da nulla. Pazientino gli interisti, confidino in lui i laziali. A noi qui preme più che altro valutare la verosimiglianza tattica di questa ipotesi.

    Tentiamo di capire allora se il possibile arrivo di Keita all’Inter prelude o meno alla cessione di Perisic, inevitabilmente. Come è noto, infatti, il croato piace molto a Mourinho, e tra un mal di denti e una partita di beach volley, il sospetto è che anche il Manchester United di Mourinho piaccia molto al croato. Tuttavia, al momento, Perisic è ancora un giocatore nerazzurro, partito per la Cina con Spalletti e compagni. Chiediamoci dunque questo per prima cosa: potrebbero coesistere Perisic e Keita?
     
    I GOL DI PERISIC - Per evitare una generica e riduttiva sovrapposizione tra i due, in quanto esterni d’attacco (Perisic più che mai, Keita perlopiù), partiamo da un confronto abbastanza scontato: da quali zone del campo preferiscono segnare?  La mappa dei gol del nerazzurro evidenzia una predilezione coerente al ruolo di partenza. Provenendo dalla fascia sinistra, Perisic segna soprattutto da qui.
     
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    I GOL DI KEITA – Al contrario, il senegalese scalda soprattutto l’altro spigolo dell’area piccola, concedendosi a sprazzi qualche eccezione.
     
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    Forse starete pensando che il motivo è uno e anche molto banale: Keita nella Lazio di Inzaghi non ha giocato sempre e solo a sinistra, esterno alto di un tridente paragonabile a quello di Pioli o De Boer, ma è sceso in campo spesso da punta centrale, da solo o in tandem con Immobile. Se infatti parliamo di Lazio 2016/2017 bisogna anche parlare di 3-5-2, e non solo di 4-3-3.
     
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    Sopra si può ammirare uno splendido filtrante di Milinkovic-Savic per Keita, che affonda il coltello tra centrale e centrale della Samp, dunque alle spalle di Skriniar. Notate la posizione del senegalese in relazione a Immobile, col quale sta spartendo l’asse centrale. Delle due punte, è Keita che attacca il corridoio sul centro-destra.   
     
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    Il punto in cui esplode il tiro è ben rappresentativo e non può non rimandare alla mappa che abbiamo visto. E’ proprio da quella zona d’area che sono arrivati la maggior parte dei suoi gol, quest’anno.
    Paradossalmente però, anche nel 4-3-3, vale a dire anche da esterno sinistro, Keita tendeva a spostarsi sul lato opposto. Non intendo solo quando si scambiava con Felipe Anderson, parlo di una strana tendenza o, se volete, attrazione che lo spingeva a segnare gol come questo di Udine.
     
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    Stavolta si sbilancia col corpo, tra terzino e centrale sinistro, per indicare al compagno la direzione dell’assist da servirgli. Già mentre giocava nel 4-3-3 sovvertiva le zone di competenza, riuscendo a trovare la via del gol principalmente su questo lato. Non che a sinistra non lo fosse, pericoloso. Dico solo che, a differenza di Perisic, la sua mappa è più “contraddittoria”, lo contraddice come esterno di sinistra. 
     
    CON PERISIC – Chiaramente tutto questo discorso potrebbe portarci a non escludere la coesistenza con Perisic, anzi. A farne le spese, allora, sarebbe Candreva, che tuttavia è apprezzato da Spalletti. Un tridente composto da Perisic, Icardi e Keita, magari anche sub specie 3-4-2-1, garantirebbe più giocate alternative rispetto a un Perisic-Icardi-Candreva.
     
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    Sarebbe (forse) più imprevedibile, per la capacità di Keita di tagliare verso la porta con la cattiveria di una seconda punta. (Settembre 2016, terza di campionato, contro il Chievo)
     
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    SENZA PERISIC – Qualora invece Perisic dovesse partire, è chiaro che il senegalese finirebbe al suo posto, esterno di sinistra, per la gioia di Candreva. Questo ruolo lo interpreta sempre a meraviglia, non c’è che dire. Può convergere per il tiro o andare sul fondo (anche se con meno lucidità del croato). Certo è che quel che ha fatto vedere da seconda o prima punta specialmente nell’ultima fase della stagione scorsa sarebbe un peccato andasse perduto. Per questa ragione Spalletti potrebbe meditare su una possibile convivenza con Icardi in un 3-5-2 o in un 3-4-1-2, almeno come piste alternative. In questo caso infatti Keita sarebbe senz’altro meglio di Perisic. Chiediamoci anche il contrario, però: cosa perderebbe l’Inter se Keita prendesse il posto di  Perisic.
     
    IL COLPO DI TESTA – Per quanto Keita non sia basso, è innegabile che i centimetri, il tempismo e l’elevazione stiano tutte dalla parte di Perisic. L’Inter, così, perderebbe un bel colpitore di testa, l’unico attaccante in grado di far le veci di Icardi dentro l’area avversaria: chiedere a Barzagli.
     
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    IL CAMBIO DI GIOCO – Inoltre c’è un altro gesto tecnico che Keita non ama fare e che invece il croato non disdegna: il cambio di gioco. Conseguenza di una maggior visione d’insieme, la capacità di valorizzare il compagno di reparto sulla fascia opposta.

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    Se Perisic vede il movimento di Candreva contro la Fiorentina e lo serve, Keita contro il Torino forse ignora Immobile, forse (peggio) non lo vede nemmeno partire. E punta.
     
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    Così facendo aiuta la difesa granata a ricompattarsi e a scampare il pericolo. L’uno-due col compagno anziché avvicinarlo alla porta lo isola sulla fascia, dove verrà poi raddoppiato e fermato.

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    Con ciò non voglio dire che a Keita manchi l’ultimo passaggio, ché anzi, talvolta ci stupisce. Nella stessa partita (giocata da esterno sinistro) guardate questo bel pallone per Immobile dalla trequarti. Sopra la linea dei difensori, di prima intenzione. Badate alla differenza sostanziale: se è un gioco a due (prima/seconda punta), bene, se invece devo cambiare gioco, preferisco puntare il terzino.
     
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    Poi ci sono ancora le giocate ingenue, gli errori di concetto che difficilmente un più maturo Perisic sbaglierebbe. Qui sotto Keita inspiegabilmente insiste su Immobile (vede ancora il compagno davanti a sé), quando il Napoli piegava tutto da quella parte, scoprendo un varco evidentissimo a Parolo. 
     
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