Stefano Pioli è arrivato alla Lazio tra le critiche di tutti. Un allenatore esonerato a gennaio dal Bologna che stava per retrocedere, un tecnico che non ha mai avuto squadre importanti e che non ha mai vinto nulla in panchina. Ma proprio Pioli è l’uomo copertina di questo precampionato: ad Auronzo ha rubato la scena anche ai calciatori per il suo approccio verso gli stessi, soprattutto con i giovani ed in particolare per le strigliate ad un Keita in principio poco volenteroso poi rimesso in riga. All’inizio di una stagione, in un ambiente nuovo e con giocatori che ti vedono per la prima volta è facile fare una bella impressione: basta essere sorridente e disponibile a parlare, far ‘divertire’ i ragazzi e dar loro modo di sfogarsi, ma quello che ha fatto Pioli è differente perché ha messo sul piatto questo ed altro. Parla spesso con i suoi giocatori trasmettendogli sicurezza ma soprattutto chiarezza nei rapporti ed ancora più importante nei ruoli. Si fa carico di iniziative divertenti - come quella di cantare l’inno tutti insieme - che cementano un gruppo che troppo spesso e stato dato per finito e pretende che ogni giorno si pranzi a Formello tutti insieme. Non importa se l’allenamento sia di mattina o di pomeriggio, alle 13 tutti devono essere nella sala ristorante per pranzare gomito a gomito. 

E’ dunque il tecnico l’uomo copertina della Lazio anche se, sarà il campo il giudice supremo, come purtroppo accade nel calcio non è importante quanto tu sia simpatico, quanto tu riesca a farti voler bene ma è importante vincere, anche giocando male ma vincere e se l’allenatore di Parma riuscirà anche in questo allora potrà dirsi l’acquisto più importante della stagione. Nel frattempo la Lazio ha subito un’importante ristrutturazione sono arrivati Parolo, Basta, De Vrij, Djordjevic e la mina vagante Gentiletti che conoscono in pochi ma che proprio Pioli - come ha detto Lotito - ha voluto.