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  • La conferma della  Champions: il girone del Milan era il più complicato

    La conferma della Champions: il girone del Milan era il più complicato

    • Alessandro Di Gioia
    "Di ferro". Il Girone F di Champions League è stato da tutti, addetti ai lavori e non, etichettato, nell'agostano sorteggio di Nyon, come il "peggiore della competizione": il Paris Saint Germain campione di Francia e da anni culla degli emiri qatarioti, il Borussia Dortmund vice-campione di Germania, tra l'altro solo all'ultima giornata dopo il suicidio completo in favore del Bayern Monaco, al Signal Iduna Park contro un Mainz privo di obiettivi, e il Newcastle di PIF, fondo reale dell'Arabia Saudita, che l'anno scorso ha tenuto fuori dalla Coppa due o tre corazzate di Premier e quest'anno è nuovamente sesto in classifica. Oltre chiaramente al Milan, quinto e poi quarto in Serie A grazie alla penalizzazione della Juve, che nonostante quanto appena elencato, a detta dei più, addetti ai lavori e non, quel raggruppamento avrebbe dovuto passarlo facilmente.

    TRA ERRORI E ORRORI - Non è andata così: il Milan è partito male sprecando tante occasioni in casa contro i Magpies e a Dortmund in trasferta, raccogliendo solo due punti invece dei sei che avrebbe meritato. Poi ha perso 3-0 a Parigi, contro una squadra inequivocabilmente più forte, salvo poi sconfiggerla a San Siro in rimonta, con una delle migliori prestazioni dell'anno. La partita che ha sancito l'eliminazione è stata la penultima, quella casalinga contro i tedeschi: bruciante, soprattutto a causa del rigore fallito da Olivier Giroud in avvio, che avrebbe potuto cambiarne le sorti, e per i tanti infortuni che hanno costretto i rossoneri ad affrontarla con una formazione stiracchiata, che a un certo punto, dopo l'uscita di Thiaw, ha visto l'inaffidabile Krunic schierato difensore centrale d'emergenza. Nel mentre, il PSG riagguantava in casa negli ultimi istanti di partita il Newcastle, grazie a un rigore quanto meno dubbio concesso dal polacco Marciniak, l'arbitro tra l'altro di Roma-Milan di domani in Europa League, per uno strano fallo di mano di Livramento su tiro di Mbappè, poi trasformato dallo stesso fuoriclasse francese.

    LA DIFFERENZA RETI E LA LEZIONE DI GIANNIS - La partita di St James Park è servita solo a indorare la pillola: vittoria in rimonta per 2-1, terzo posto e qualificazione in Europa League. Anzi, secondo posto a pari punti, terzo per differenza reti nei confronti proprio del PSG: le critiche sono piovute dal cielo, furiose e impetuose come dardi, come se qualificarsi fosse non complicato o possibile, ma obbligatorio, e come se gli avversari non fossero esistiti o fossero inferiori. Come se la lezione su vita e fallimento del campione di pallacanestro, Giannis Antetokounmpo, non fosse un monito da analizzare sempre e comunque, soprattutto quando ti misuri con avversari alla tua altezza: “Non devi sempre vincere, vincono anche gli altri: questo è lo sport”.

    IL CAMPO NON MENTE MAI - E' bastato attendere qualche mese per avere la riprova, offerta come sempre dal campo, che non mente mai, di quanto quei ragionamenti fossero precipitosi e pretestuosi: il Milan è uscito, arrivando terzo, in un girone che ha visto le due prime classificate arrivare a giocarsi la semifinale, in odore della finalissima di Wembley. Il Borussia Dortmund ha fatto fuori PSV e Atletico Madrid, la squadra che ha eliminato i vicecampioni d'Europa e i campioni d'Italia in pectore, mentre il PSG ha tolto di mezzo Real Sociedad, prima nel girone dei suddetti, e poi Barcellona. La morale? Il girone non era così semplice.

    I SOCIAL E LE CONTRADE - Ormai possiamo dirlo, il calcio dei social é umorale e di contrada. Un medium che, in maniera utopistica, avrebbe dovuto e voluto consentire alla maggior parte degli appassionati di calcio, addetti ai lavori e non, di condividere le proprie opinioni e scambiare i propri pareri sullo sport più bello del mondo, ha finito per consentire a chiunque di berciare in maniera scomposta le proprie convinzioni infallibili, senza possibilità di ascolto, replica e confutazione: veri e propri eserciti di irriducibili militanti si accapigliano tra loro, spesso accomunati dal tifo ma divisi e schierati per idoli e personaggi da difendere e nemici da attaccare. Il grigio “ferro”, la via di mezzo, la tonalità sfumata non intriga più, o è bianco o è nero, con buona pace di chi cerca soltanto un po' di equilibrio.

    @AleDigio89

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    Utente vxl 39981
    Utente vxl 39981

    Continuate a sfottere il ranking dicendo che non serve a nulla, poi però non piangete se il giron...

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