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  • Monaco-Juve, l'analisi tattica

    Monaco-Juve, l'analisi tattica

    • Luca Bedogni
    Finalmente è arrivato il momento della semifinale di Champions tanto attesa: mercoledì sera la Juventus affronterà il Monaco in trasferta, allo Stade Louis II. Per la prima volta, in questa fase a eliminazione diretta, la squadra di Jardim giocherà subito l’incontro casalingo. Negli ottavi col Manchester City, infatti, così come nei quarti contro il Borussia Dortmund, i monegaschi hanno sempre sfruttato questa situazione. Eppure non cambiava molto la strategia, il loro modo di giocare. Nemmeno il numero di gol fatti: sempre tre, in tutti e quattro gli incontri. Neanche la tipologia dell’ avversario cambiava, a dire il vero, poiché tanto il City di Guardiola quanto il BVB di Tuchel fanno gioco di posizione, cercano cioè di superare le linee di pressione con un sapiente e ragionato possesso palla. Alla luce dell’atteggiamento adottato in queste partite dai biancorossi, ricordare che sono l’attacco più prolifico d’ Europa provoca una sorta di cortocircuito. Un classico e molto fisico 4-4-2 attendista, pronto a fulminare in contropiede: il Monaco di Jardim che ha segnato 150 gol in stagione è ‘tutto qui’. Così, a una prima impressione sembra davvero la più debole delle semifinaliste. Juve fortunata, dunque? Un momento. Non dimentichiamo che nel Gruppo E che ha vinto, c’era il Tottenham attualmente secondo in Premier e capace di mettere sotto il Chelsea di Conte, non dimentichiamo che quel City era pur sempre il City di Pep, e infine, e soprattutto, non dimentichiamo che il Borussia Dortmund è arrivato sopra il Real Madrid nel Gruppo F, dopo aver pareggiato lo scontro diretto sia all’andata che al ritorno. A tutto questo va aggiunto un dato che ridimensiona –per carità, d’un niente- l’impresa dei bianconeri col Barcellona; gli uomini di Tuchel, prima di incontrare il Monaco, non ne avevano ancora segnati 26 come i blaugrana, però 25 sì. Dunque rispetto, grande rispetto per i monegaschi, anche a prescindere dalla Ligue 1 dove sono in testa alla classifica. 

    Cerchiamo di capire allora grazie a cosa sono arrivati fino qui. Il Monaco lascia il pallino agli avversari. In fase difensiva, Mbappé e Falcao, i due attaccanti centrali, si alternano nella gestione del regista. Il più vicino al pallone si alza verso il possessore, l’altro si abbassa in automatico. Questo meccanismo banale non è per niente una novità, ma viene eseguito con un’applicazione così costante e maniacale che a lungo andare può indurre all’errore anche i più bravi palleggiatori. Gli esterni Silva e Lemar nel frattempo stringono verso il cerchio di centrocampo, dove uno dei due centrocampisti rimasti, in questo caso Moutinho, va a prendersi l’altro interno nerogiallo.  

    Monaco-Juve, l'analisi tattica

    Il BVB ha cercato di scardinare questo sistema di pressione adottando il 3-4-1-2 all’andata e il 3-4-2-1 al ritorno. Questo per liberare, attraverso una rete corta di passaggi tra i tre difensori e il playmaker, o i due laterali alle spalle di B. Silva e Lemar, o i/l trequartisti/a dietro il centrocampo biancorosso.  

    Monaco-Juve, l'analisi tattica

    Se riuscivano a perforare pazientemente la gabbia del Monaco, i giocatori del Borussia potevano trovarsi in questa situazione ideale. Ma qui Weigl si gira dalla parte sbagliata, intestardendosi sul lato forte. Nella posizione in cui si trova Reus o Kagawa potrebbe andarsi a sistemare fruttuosamente Dybala. 

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    Dybala potrebbe anche allargarsi senza palla come faceva David Silva nella partita di Manchester. Prima di Tuchel, è stato infatti Guardiola ad avere l’intuizione, quando passò da un 4-3-3 in difficoltà nella costruzione bassa a un più fluido 3-4-3. Il centrale Stones supera la gabbia di biancorossi con un intelligentissimo lob, assecondando il movimento dello spagnolo. Da questa apertura nascerà l’1-0 per i padroni di casa.   

    Monaco-Juve, l'analisi tattica

    La ricerca mirata dell’esterno libero, in quanto il terzino del 4-4-2 monegasco veniva costretto ad abbassarsi da uno dei tre attaccanti, era un’ottima soluzione, un’ottima idea dei due allenatori, intendo Guardiola e Tuchel. Peccato che, a causa di errori tecnici banali, non funzionasse sempre. Qui sotto Lemar  (attenti a Lemar..) intercetta il passaggio del centrale laterale del Borussia  -siamo nella partita di ritorno- e poi s’invola: farà l’assist (il suo quarto dagli ottavi in avanti) per il 3-1 di Germain. 

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    Sempre la stessa giocata, stavolta però l’errore lo commette il portiere Caballero. Siamo tornati a Manchester, in occasione del recupero di Fabinho nell’azione del gol dell’1-1 di Falcao.

    Monaco-Juve, l'analisi tattica

    La Juventus che, ricordiamolo, giocherà quasi certamente col solito 4-2-3-1, non dovrebbe scoprirsi così tanto, questo va detto. Tuttavia sappiamo che ogni tanto non disdegna di impostare a tre, alzando un terzino. Bisognerà fare massima attenzione nel giro palla, nel passaggino di due metri, perché Mbappé è un fulmine.   
    Monaco-Juve, l'analisi tattica

    Ultimo appunto, evitare di farsi sorprendere con una linea difensiva troppo alta. Anche in situazioni stagnanti come questa qui sotto: una semplice palla inattiva nella metà campo avversaria. A Fabinho, contro il City, bastò alzarla sopra la difesa che Mbappé era già in porta. Ma nel togliere la profondità, lo abbiamo già visto contro il Barcellona, la Juventus è maestra. La chiave per neutralizzare le folate del francese potrebbe essere ancora una volta questa.  

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