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  • Pippo Russo: il Sistema Mendes, 2. Il Benfica e la regola del 15

    Pippo Russo: il Sistema Mendes, 2. Il Benfica e la regola del 15

    Il tocco di Mida. La prima pagina di A Bola in edicola stamani non lascia spazio a dubbi sull’abilità del Benfica quale club capace di formare e vendere i propri talenti. Un estroso montaggio fotografico mette infatti in primo piano il presidente encarnado Luis Felipe Vieira e i volti di alcuni prodotti del Seixal, il centro sportivo del Benfica noto anche come Caixa Futebol Campus (LEGGI QUI). Quell’accademia, secondo il racconto fatto dal più benfiquista dei tre quotidiani sportivi portoghesi, si è trasformato in una sorta di riserva aurea per il club, che da un anno a questa parte ha preso a vendere precocemente i migliori prodotti del vivaio. E proprio qui starebbe “il tocco di Mida” di cui parla “A Bola”. Che spara in prima pagina nomi e cifre di questa presunta bonanza e poi, dato che quand’è così bisogna esagerare, afferma che “Il Benfica è un caso di studio mondiale”.

    Pippo Russo: il Sistema Mendes, 2. Il Benfica e la regola del 15


    E qui davvero ai colleghi portoghesi è scivolato il piede sulla frizione. Perché passi per la lisciata di pelo alla nazione benfiquista e allo stato maggiore encarnado, ma bisognerebbe anche mantenere una certa misura nel rappresentare la realtà delle cose. Specie quando si rimarca metà della verità e si omette di raccontarne l’altra metà. E certo nessuno può mettere in discussione ciò che la didascalia rende noto (“I diamanti del Seixal hanno già reso più di 75 milioni di euro”). Però non si guarda all’altra parte della storia e alle relative domande: perché, gira e rigira, i nomi e le cifre che si muovono intorno a questi trasferimenti sono sempre gli stessi? E gli oltre 75 milioni di euro incassati sono davvero il massimo che si potesse ottenere?

    È proprio guardando a quest’altro lato della questione che il recente mercato del Benfica assume davvero lo status di “caso di studio mondiale”. Un po’ come è avvenuto tre mesi fa col Porto, di cui la propaganda andava magnificando i 700 milioni di ricavi incassati negli ultimi undici anni grazie alle cessioni di calciatori. Per fortuna sono intervenute analisi puntuali come quella fatta da Enrico Turcato per il sito di Eurosport a raccontare la controstoria (LEGGI QUI). O, per rimanere al vocabolario usato qui, a illuminare l’altra metà della verità. Per quello che riguarda il Benfica, la controstoria non richiede nemmeno una grande opera di scavo. Piuttosto, essa può limitarsi a richiamare due elementi: la presenza nemmeno tanto discreta di Jorge Mendes e dei suoi club di fiducia, e il bizzarro ricorrere della cifra di 15 milioni (o giù di lì) come prezzo per la conclusione delle transazioni.

    E dunque torniamo al nostro Mida. Che sarebbe il presidente Vieira. Cioè il presidente di un club che secondo quanto rivelato ai primi di giugno dal Jornal de Negocios è “campione di debiti” (LEGGI QUI). Una crisi resa ancor più grave, a partire dall’estate del 2014, dal crollo del Banco Espirito Santo (LEGGI QUI), che oltre a aver costituito il Benfica Stars Fund (fondo d’investimento cui il Benfica cedeva quote dei diritti economici dei suoi calciatori LEGGI QUI) era anche azionista del club. E a dire il vero è azionista del club encarnado anche il Novo Banco, cioè l’entità rinata sulle ceneri del BES grazie a una vigorosa iniezione di denari pubblici (LEGGI QUI). Va aggiunto che qualche problema con la vicenda BES l’ha avuto anche il presidente Vieira, esposto attraverso la sua società Promovalor (LEGGI QUI). È in questo contesto che arriva Jorge Mendes e mette a disposizione la sua rete di club e alleanze. La prima tappa si celebra a gennaio del 2014, quando ancora il BES non ha fatto bancarotta e dunque le finanze del Benfica sono in “ordinaria sofferenza”. Negli ultimi giorni del mercato invernale 2014 il club encarnado cede l’attaccante brasiliano naturalizzato spagnolo Rodrigo Moreno e il giovane centrocampista Andre Gomes (uno dei “diamanti del Seixal”). A acquistarli è il fondo d’investimento Meriton Capital, proprietà del singaporiano Peter Lim (LEGGI QUI). Che sta trattando l’acquisto del Valencia, e soprattutto è socio di Jorge Mendes nei fondi Quality Sports Investments (LEGGI QUI). Curiosamente, i due calciatori vengono lasciati fino al termine della stagione al Benfica. Poi verranno trasferiti al Valencia quando ancora Lim non avrà completato la scalata al club spagnolo: una concessione dei “propri” calciatori fatta sulla fiducia, quasi fosse una fidejussione. Quanto alle cifre, 15 milioni è il costo di Andre Gomes mentre Rodrigo costa 30 milioni. In totale fa 45 milioni, cioè 15 per tre. E quest’ultimo dato non è una mia pedanteria, ma piuttosto una curiosa ricorrenza.

    Poi arriva l’estate del 2014, e a quel punto il patatrac del BES mette il Benfica e Vieira in piena emergenza. Chi arriva a risolvere i problemi? Ovviamente Jorge Mendes. Che facilita il trasferimento di uno dei “diamanti del Seixal”, il portiere Jan Oblak, all’Atletico Madrid (LEGGI QUI). Cioè uno dei club campioni mondiali di TPO. Il prezzo è 16 milioni, quello fissato dalla clausola rescissoria. E ancora una volta siamo vicinissimi alla cifra fatidica. La cosa più bizzarra del trasferimento di Oblak è che, pochi giorni dopo la cessione, Luis Felipe Vieira se lo vede offrire indietro (LEGGI QUI). Doveva proprio servire tanto, Oblak, ai colchoneros. A ogni modo, dopo una partenza lenta il portiere sloveno si meriterà la maglia da titolare nell’Atletico. Ma le manovre fatte da Mendes in zona Seixal nell’estate del 2014 non si fermano qui. Il super-agente mette infatti le mani su tre dei giovani più in vista: Bernardo Silva, Joao Cancelo e Ivan Cavaleiro. Tutti e tre vengono presi in prestito con cifra di riscatto già fissata. Indovinate un po’ quanto? Esatto, 15 milioni di euro cadauno. I tre vengono mandati presso club di stretta osservanza mendesiana: Bernardo Silva al Monaco, Ivan Cavaleiro al Deportivo La Coruña e Joao Cancelo al Valencia. Da notare che gli allenatori di Monaco e Valencia hanno come agente Jorge Mendes: si tratta dei portoghesi Leonardo Jardim e Nuno Espirito Santo. Quest’ultimo non ha nulla a che vedere con l’istituto bancario fallito, anche se la coincidenza nominale è curiosa. Come vanno i tre calciatori in prestito? Benissimo Bernardo Silva. Tanto da alimentare il dubbio che il Benfica se ne sia disfatto troppo presto, e a un prezzo nettamente inferiore a quello che avrebbe potuto realizzare se avesse lasciato maturare il calciatore nei propri ranghi (LEGGI QUI). Gli altri due non si sono ancora espressi ai livelli del collega, ma anche nel loro caso l’interrogativo si conferma. L’oro di Mida è davvero tutto quello che avrebbe potuto luccicare? O piuttosto siamo davanti a un caso di “Compro Oro”, con un venditore in affanno e un acquirente capace di fare il prezzo che gli pare? Resta il fatto che a fine stagione il Benfica li vede andar via tutti e tre. Bernardo Silva viene riscattato dal Monaco che prende pure Ivan Cavaleiro, mentre Joao Cancelo viene riscattato dal Valencia. Le cifre? Quelle che vedete nell’odierna prima pagina di A Bola, cioè rispettivamente: 15,75 milioni, 15 milioni e 15 milioni. Un disco rotto. Che fra l’altro promette di suonare ancora a lungo la stessa musica. Perché al Monaco è già  stato mandato in prestito un altro “diamante do Seixal”, Hélder Costa. Prezzo del riscatto già fissato. Quanto? Vediamo se indovinate (LEGGI QUI).

    E non finisce qui, perché al Benfica tocca prendersi tre giocatori del Rio Ave, club che più  mendesiano non si può (LEGGI QUI). Si tratta di Ederson, Diego Lopes e Hassan (LEGGI QUI). Tutti di area Mendes. Hassan è stato rispedito indietro causa problemi cardiaci (LEGGI QUI), quanto agli altri due non sembrano proprio rinforzi indispensabili al Benfica.
     
     
    P.S. Nelle scorse settimane il Monaco è stato protagonista di un passaggio di mercato molto spiacevole per il Milan: quello che ha portato Geoffrey Kondogbia all’Inter. Un’accreditata lettura di quella vicenda parlò di uno sgarbo fatto da Jorge Mendes ai nemici di Doyen Sports Investments. Ma si sa com’è, il Milan è pur sempre un club con cui bisogna tenere buone relazioni diplomatiche, e questo Mendes lo ha ben presente. Dunque ecco che nelle scorse ore è arrivato il negoziato riparatore: i monegaschi prendono El Shaarawy, a dispetto del suo disastrato curriculum recente. Prezzo dell’affare: 2 milione per il primo anno di prestito e riscatto l’anno prossimi a 14. Totale 16, di cui 15 sono derivanti dalla cessione di Ferreira Carrasco fatta dal Monaco all’Atletico. Ma sarà mica che nella TPO League girino sempre gli stessi soldi?

    @pippoevai
     

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