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  • Super Inter! Dimarco, Frattesi, Acerbi, Darmian e...: lo Scudetto degli altri, lo Scudetto di tutti

    Super Inter! Dimarco, Frattesi, Acerbi, Darmian e...: lo Scudetto degli altri, lo Scudetto di tutti

    • Simone Gervasio
    Al traguardo tanto agognato per tutto l'anno, l'Inter ci arriva col gruppo nella sua interezza. Come quegli squadroni che dominavano le - ormai sempre meno - cronosquadre nei grandi giri del ciclismo, quando sul traguardo si arrivava tenendosi per mano, capitani, uomini di classifica e gregari. alla ventesima stella la squadra di Inzaghi è giunta grazie agli sforzi di ognuno dei calciatori presenti nella rosa. Ognuno di loro ha messo un mattoncino nel grande mosaico dello Scudetto. Certo, le reti a grappoli di Lautaro Martinez, l'insolita prolificità di Calhanoglu, gli scatti di Thuram, le giocate di classe di Bastoni e i tutti i km percorsi da Barella e Mkhitaryan hanno spostato più di quanto fatto da altri ma, mai come quest'anno, l'Inter ha dimostrato come far fronte comune, navigare tutti nella stessa direzione, consenta di essere più della semplice somma delle individualità.

    IMPRESCINDIBILI - Nei poster, negli highlights ci finiranno i soliti noti, com'è normale che sia, ma se guardate bene, alle loro spalle scorgerete protagonisti silenziosi, scudieri di lotta e di governo, tasselli altrettanto fondamentali in un anno indimenticabile. La gioia nerazzurra sarebbe esplosa oggi senza le parate di Sommer? Senza l'esuberanza fisica di Bisseck? Senza le certezze Acerbi e Darmian? Senza la duttilità di Carlos Augusto? Senza i gol e la voglia di spaccare il mondo di Dimarco e Frattesi?

    DIFESA - Gli Scudetti sono anche questione di scelte. Quelle della società che sceglie di monetizzare la grande stagione di Onana e di affidarsi all'usato sicuro di Sommer. Quella di Pavard: campione del mondo, titolare con il Bayern Monaco che però sceglie di rimettersi in gioco e di farlo, calandosi in una squadra che gioca in un modo che gli piace, in una città che gli piace, con dei tifosi dei quali si sente subito parte. Una combinazione esplosiva. Il francese era forse uno dei protagonisti attesi ma, entrando in punta di piedi, è stato l'emblema della salute del progetto Inter. Ci sono anche i suoi interventi, la sua sapiente leadership in quello che è stato il segreto di Pulcinella di questa stagione: una difesa da record.
     
    DIFENSORI PROTAGONISTI - Un reparto comandato sapientemente da Francesco Acerbi. In un'annata difficile per lui fuori dal campo, l'ex Lazio ha fornito il solito contributo di altissimo livello ogni volta che è sceso in campo. Una fortuna averlo per Inzaghi. Discorso simile per Matteo Darmian e Carlos Augusto. Per il primo ormai gli aggettivi sono finiti, come i ruoli in cui è stato adoperato. Braccetto, esterno a destra e sinistra, mastino dietro, bomber davanti, è il gregario per antonomasia e chissà Ligabue potrebbe scriverci una canzone in stile Oriali. Il brasiliano invece è stata forse la sorpresa dell'anno. Un trattore quando schierato sulla fascia, un difensore attento e diligente quando impiegato tra i 3 dietro. L'ex Monza è stato quello che Gosens prometteva di essere ed è l'ennesimo colpo sul mercato passato forse troppo in sordina. Una difesa che ha sigillato la porta di Sommer, permesso all'Inter di scavare il solco con le rivali e che promette di essere in buone mani anche in futuro. È infatti anche il primo Scudetto di Bisseck: pronto più di quanto si credesse, forte oltre le previsioni, sicuro protagonista delle prossime cacce al tricolore.

    CENTROCAMPO - Se in difesa l'Inter ha retto l'urto e si è resa imbattibile, è al centro che ha dato spettacolo e dimostrato di essere di un livello superiore rispetto a tutte le altre. A cavallo tra difensore, centrocampista e ala d'attacco, con i piedi talvolta fissi sulla linea mancina, spesso però lasciata per trovare il posto giusto in mezzo al campo per colpire, Dimarco è uno dei volti di questa cavalcata. Milanese e interista, il suo mancino ha illuminato San Siro. Gol, cross al bacio, personalità: dal vivaio nerazzurro al gotha europeo nel suo ruolo. La sua consacrazione è l'obiettivo da raggiungere nella prossima annata per altre due pedine importanti nello scacchiere di Inzaghi: Frattesi e Asllani. L'ex Sassuolo è stato il colpo estivo di questa stagione ma, complice una mediana quasi perfetta, ha visto meno il campo di quanto ci si potesse aspettare. Per il fastidio dello stesso Inzaghi che avrebbe voluto concedergli più minuti - cosa che farà nella prossima campagna. Poco male, Frattesi ha dimostrato che è all'Inter per restarci e che ha quell'aura da giocatore decisivo. Il marchio del quinto gol al Milan, i suoi guizzi con Verona e Udinese resteranno impressi e annunciano che tutto questo un giorno sarà suo. Suo e di Asllani. L'albanese ha fatto grossi passi in avanti in questa stagione e si è fatto trovare pronto quando interpellato: ha trovato i suoi primi gol e portato a termine una maturazione necessaria per giocare in un top club europeo. Inzaghi sa che, quando serve, lui c'è e ci sarà.

    ATTACCO - Al ruolo di comprimari erano attesi anche le due riserve d'attacco: Sanchez e Arnautovic. Sono stati questo, hanno completato quel reparto che già in estate pareva quello più sguarnito ma l'hanno fatto in modi e tempi diversi. L'austriaco è stato frenato da qualche infortunio di troppo e dalle pressioni che ha un po' patito. I suoi gol sbagliati nell'andata degli ottavi di finale con l'Atletico Madrid restano un what if bello grosso ma l'ex Bologna ha le spalle grandi e sa che avrà le sue chance anche nella prossima stagione. Bisognerà farsi trovare pronti e con il giusto spirito. Ha dato e fatto di più Sanchez. Tornato all'Inter, il cileno è parso maturato: basta mal di pancia ed egoismi, si è messo a disposizione della squadra come l'ultimo dei gregari. Mai un gesto fuori posto, mai una polemica, il Nino è diventato finalmente grande. In campo poi, soprattutto nell'ultimo periodo, è parso addirittura ringiovanito. Corse all'indietro, pressing e il consueto alto magistero quando la palla è tra i suoi piedi, ci sono anche i suoi gol e assist nell'ennesimo titolo della sua carriera. Il futuro magari non sarà all'Inter ma, dopo quel famoso derby di Giroud col conseguente Scudetto perso, Sanchez ha messo a posto i conti e può uscire di scena tra gli applausi. 

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