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  • Un campionato ridicolo: togliete 4 club o dategli i soldi per lottare con le grandi

    Un campionato ridicolo: togliete 4 club o dategli i soldi per lottare con le grandi

    • Stefano Agresti

    Se ci piace, se ci sembra tutto vero e bello, esaltiamoci. Massì, facciamo festa perché Dybala ne fa tre al Sassuolo, il Napoli umilia il Benevento, la Roma è irresistibile con il Verona, l’Inter vince sempre. Sono tutti fortissimi, già. Macché: questa è gloria fasulla. Non a caso, appena ci affacciamo alla Champions, le nostre fenomenali corazzate diventano di burro e conquistano un punto in tre (immeritato, peraltro). 

    La realtà è che il nostro campionato è ridicolo. E lo è sempre di più: il divario tra le grandi e le altre aumenta, troppe partite sono scontate. Le soluzioni? Ce ne sono due, piuttosto elementari: 1) ridurre il numero delle squadre di serie A, non a 18 ma addirittura a 16, in modo che le gare siano in gran parte equilibrate e interessanti; 2) mettere le piccole nelle condizioni economiche di rafforzarsi, in modo da poter tenere testa dignitosamente alle ricche, attraverso una più equa distribuzione dei diritti televisivi.


    Il guaio è che l’ipotesi numero uno trova l’avversione dei club minori, i quali in Lega si schierano compatti contro la riduzione delle squadre: se la serie A viene snellita ci sono meno posti al sole e anche le medio-piccole (quelle che di solito si salvano tranquillamente) diventano a rischio retrocessione. Tavecchio lodevolmente ha lavorato per ridurre il numero di società in A ma, come avevamo facilmente previsto, si è dovuto fermare. Poi c’è l’ipotesi numero due, alla quale invece si oppongono le grandi, troppo voraci per lasciare il denaro dei diritti tv alle altre. In Premier League, il campionato più appassionante del mondo, il divario tra la prima e l’ultima della classifica in termini di introiti televisivi è sotto quota due, in Italia è sopra quota quattro. Questo significa che le grandi, da noi, sono destinate a essere sempre più forti e le piccole sempre più deboli.

     

    E allora? Allora teniamoci questo campionato ridicolo e applaudiamo i nostri campioni, o presunti tali, che calpestano avversari non all’altezza. Ma non stupiamoci se poi, in giro per l’Europa, raccogliamo figuracce.

    @steagresti
     


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