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  • A San Siro un allenamento a porte chiuse, Conte sorride: l'Inter arriverà a Torino più riposata della Juve

    A San Siro un allenamento a porte chiuse, Conte sorride: l'Inter arriverà a Torino più riposata della Juve

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Inter 2, Ludogorets 1, spettatori uno: il coronavirus. Già prima, subito dopo il due a zero interista in Bulgaria, questa partita aveva un fascino segreto, molto segreto. Tanto segreto che non si vedeva, non si trovava. Infatti non si è visto né trovato. Non c'era. Qualificazione dell'Inter agli ottavi di Coppa già scritta dopo l'andata, la partita di ritorno doveva solo mettere il timbro.

    Sopraggiungevano poi il coronavirus, le porte chiuse, lo stadio vuoto. Quelli del Ludogorets neanche ci volevano venire. Erano sbarcati all'aeroporto milanese come Totò e Peppino alla Stazione Centrale. Colbacco e pelliccione per Totò e Peppino, mascherine e guanti per la comitiva Ludogorets. Totò e Peppino erano sicuri ci fosse la nebbia che quando c'è non si vede, quindi, non vedendosi, c'è. Quelli del Ludogorets seguivano la stessa logica: coronavirus non si vede? Dunque c'è. D'altra parte che dovevano pensare dalla Bulgaria di un paese dove sindaci e governatori del sud invitano e intimano agli italiani del nord di non farsi vedere altrove da casa loro?

    Partita qualificazione proprio no. Partita pilota allora, pilota di mezza serie A al tempo del coronavirus: niente pubblico che effetto fa? Fa strano, ma in questo caso mica tanto strano, perché più che una partita è un allenamento. Partita allenamento nerazzurro in vista di Juventus-Inter di domenica sera. Se però la Juve di Juve-Inter dovesse essere anche solo parente di quella di Lione, allora l'Inter dovrebbe evitare di forzare l'allenamento col Ludogorets. Conte sceglie all'inizio una via di mezzo: i due centrali della difesa a riposo, a riposo per un tempo anche Brozovic. Ci sono Barella, Borja Valero ed Eriksen e Sanchez e Lukaku. In totale Inter un po' vera e un po' no. Minuto 5 e Lukaku solo davanti al portiere avversario non fa gol. La si poteva chiudere qui. Seguono 17 minuti di noia pura, a meno di non volersi entusiasmare per un tiretto di Sanchez al minuto 22. Quatto minuti dopo Godin e Padelli decidono di vivacizzare e regalano (Godin 70%, Padelli 30%) un gol al Ludogorets. Subito reazione Inter sotto forma di tiro mozzarella di Sanchez, Segue suspence, moderata, causa Var che non vede rigore su Moses, rigore che non c'è. E' più o meno la mezz'ora ed Eriksen apre per Biraghi che tenta il cross e gli viene il gol del pareggio: cloroformio sulla partita che peraltro non aveva fatto in tempo a svegliarsi davvero. Neanche il Ludogorets ci aveva creduto davvero nei suoi quattro minuti quattro in vantaggio. Ultimo minuto, anzi quarto e ultimo minuto del recupero del primo tempo e Lukaku sempre davanti al portiere avversario sbaglia di testa, va in terra e la palla di rimbalzo gli finisce sulla testa. Gol sorpasso dell'Inter, simpaticamente gollonzo come da partita per scherzo, perfino quelli del Ludogorets ci sorridono sopra.

    Altri 45 da stare in campo, non per la platea, che platea non c'è. E neanche tanto per Conte, perché non c'è tanto da leggere, interpretare, sperimentare in una partita che ad ogni minuto che passa è sempre più giocata per onor di firma.
    Il ritmo si fa lento, quasi amatoriale. Brozovic ed Eriksen provano gli scambi e dosano le rispettive distanze e allineamenti ma lo fanno per così dire in vitro, in laboratorio. Lukaku esce per Esposito. Si son fatti i minuti 20 della ripresa e ovviamente non è successo niente. Al 22' Godin regala un'altra palla in uscita, Padelli rimedia, l'Inter si sta stufando pure di allenarsi, i bianchi del Ludogorets fanno esercitazioni tattiche in campo, pura e sola teoria, niente di pratico.

    L'elemento di maggior curiosità sta in quell'origliare in pubblico, o tentare di farlo, ciò che dicono dalla panchina o che i giocatori si dicono tra loro. Anche qui però un sacco di "solo", "muovila", "senza fallo". Zero gossip calcistico. Ci si trascina e strascina sereni e satolli fino alla fine. Arrivederci per quelli in maglia nero e azzurra alla madre di tutte le partite a porte chiuse: addirittura a niente meno che Juventus-Inter. Una cosa è certa: gli uomini di Conte, dopo la partita con la Samp non giocata e questa con il Ludogorets giocata diciamo senza ansia, a Torino ci arrivano più riposati dei reduci da Lione.


    IL TABELLINO

    Inter-Ludogorets 2-1


    Marcatori: 26’ Keseru; 31’ Terziev (aut.), 49’ Lukaku

    Inter: Padelli: D’Ambrosio (dal 31’ s.t. Bastoni), Ranocchia, Godin; Moses, Barella (dal 1’ s.t. Brozovic), Borja Valero, Eriksen, Biraghi; Lukaku (dal 17’ s.t. Esposito), Sanchez.

    Ludogorets: Iliev; Cicinho, Grigore, Terziev, Nedyalkov; Marcelinho (dal 39’ s.t. Biton), Dyakov, Badji; Wanderson (dal 25’ s.t. Tchibota), Keseru (dal 19’ s.t. Swierczok), Cauly Souza.

    Ammoniti: D'Ambrosio (I), Wanderson (L)

    Arbitro: Daniel Siebert (Germania)

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