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  • Ancelotti batte anche il nubifragio: ora ha trovato l'undici per prendere la Juve

    Ancelotti batte anche il nubifragio: ora ha trovato l'undici per prendere la Juve

    • Francesco Marolda
    Pioggia, sorprese ed emozioni. Ma dalla mezza tormenta di Marassi il Napoli riesce comunque a uscire vincitore. Il che vuol dire mettersi alla finestra e aspettare i risultati dell’Inter e della Juve. Per una notte, un’altra notte, a tre punti dalla vetta, dunque, e seppure in coda ad partita incerta e faticosa, sensazioni belle e positive. Giusto il contrario delle emozioni che si vivono, invece, in casa genoana, dove la sconfitta brucia. Perché il Genoa la notte pure se l’è faticata. Inutilmente e forse anche immeritatamente. Anche se, in tutta onestà, il Napoli qualcosa in più l’ha fatta. 

    Partita strana e incerta, dunque. A lungo dominata dalla pioggia. Partita in cui Juric sa di giocarsi parecchio del proprio futuro. Due punti in quattro gare e la manita rimediata contro l’Inter nell’ultima partita ne fanno, infatti, un allenatore a rischio e lui lo sa. Ma se non gli danno conforto i risultati, è la squadra che gli dà coraggio. Agile, elastico, compatto, si chiude e riparte il Genoa che fa del pressing alto e della marcatura assai ravvicinata le armi per tenere a bada il Napoli. Che in verità parte discretamente. E’ padrona del gioco e del pallone, la squadra di Ancelotti. Cerca il palleggio e poi il “buco” giusto per tirare. Ci riesce pure. Ma (11’) non ha fortuna Insigne che trova solo il palo, così come Zielinski, che (19’) trova invece Biraschi a negargli il gol che sembrava cosa fatta. Comunque sia, sembra davvero solo questione di tempo e mira un poco più precisa il vantaggio azzurro. Sembra. Perché quando c’è di mezzo il pallone la sorpresa  sta sempre là, in agguato. E la sorpresa stavolta si chiama Kouamè, il quale (20’), con la complicità di Albiol (un po’) e Hysaj (moltissimo) di testa frega Ospina che di colpe, almeno lui, stavolta non ne ha.

    Non se l’aspettava proprio, il Napoli, che soffre solo sulle ripartenze genovesi. Non se l’aspettava, ma non si perde di coraggio e  ricomincia a cercare il gol. Ci prova e ci riprova, ma il legittimo muro che tira su Juric al limite dell’area di rigore diventa praticamente un mostro alto e grosso per Insigne e per Milik soprattutto. Milik che quando gli capita l’unico pallone buono per far gol riesce anche a farselo deviare dal portiere. 

    Così non va. Deve inventarsi qualcosa il signor Carlo per dare più senso alla partita azzurra. E che cosa può inventarsi se non Mertens per lo spento Milik e Fabian al posto di Zielinski per dare più spessore e qualità al centrocampo. E, in verità, qualcosa cambia sotto la pioggia torrenziale di Marassi. Il Napoli, seppure sul campo-saponetta, sembra più ordinato e soprattutto più convinto nella sua ricerca del pareggio. 

    Poi la sospensione. Improvvisa e maledetta da tutte e due le squadre. Dal Genoa, “caldo” nella sua difesa del vantaggio e dell’allenatore. Dal Napoli, che si sente frenato nel suo tentativo di salvare in tutta o in parte la serata. E, quando si ricomincia dopo un quarto d’ora, frenato pure dal campo zuppo d’acqua che di sicuro non asseconda il gioco stretto ed il palleggio. Ed è chiaro che chi sembra  più penalizzato è proprio il Napoli che ora di avversari se ne ritrova due.
    Infatti, si lamenta il povero Ancelotti. Ma, scherzi del destino, proprio mentre si lamenta a bordo campo, Mertens invita Fabian al gol facile facile. Mertens-Fabian: eccola la coppia che restituisce al Napoli il sorriso e la convinzione di poter ribaltare partita e risultato, visto che gli serve a poco un punto solo. Mertens e Fabian, guarda caso, i due subentrati. Mertens e Fabian. E con loro due in campo ci sono dieci degli undici napoletani che soltanto qualche giorno fa hanno fatto tremare il Psg. Segno che ormai la rivoluzione di Ancelotti sta ai supplementari e che si va verso una formazione tipo e poi tutti gli altri un po’ a girare.

    Corre e spera, il Napoli. Ma il Genoa di sicuro non s’arrende, anche se la pioggia sembra aver annacquato un po’ della sua baldanza e della sua fisicità. Ma è evidente che il campo molliccio e traditore trasforma la partita o, meglio, quel che resta di una partita regolare. E non è un caso, forse, che a quattro minuti dalla fine (86’), a decidere la gara è una palla sporca che Biraschi, nel tentativo di fermare Albiol, devìa nella sua porta. Successo in rimonta, dunque, per il Napoli che soffre ma sorride. Faccia nera, invece, quella di Juric, ma squadra coraggiosa. Squadra amica. Al punto da salvargli, almeno per ora, la panchina.  


    IL TABELLINO 

    Genoa-Napoli 1-2 (primo tempo 1-0)

    Marcatori: 20’ pt Kouamé (G); 17’ st Ruiz (N), 41' st aut. Biraschi (N).

    Assist: 20’ pt Romulo (G); 17’ Mertens (N) 

    Genoa (3-5-2): Radu; Biraschi, Romero, Criscito; Romulo (45' st Pandev), Hiljemark (33’ st Mazzitelli), Veloso (13’ st Omeonga), Bessa, Lazovic; Kouamé, Piatek. All. I. Juric.
     
    Napoli (4-4-2): Ospina; Mario Rui, Koulibaly, Albiol, Hysaj (36’ st Malcuit); Zielinski (1’ st Ruiz), Hamsik, Allan, Callejon; Insigne, Milik (1’ st Mertens). All. C. Ancelotti.

    Arbitro: R. Abisso.

    Ammoniti: 2’ st Insigne (N), 33’ st Bessa (G), 40' st Omeonga (G), 42' st Criscito (G), 47' st Malcuit (N), 48' st Mazzitelli (G)
     

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