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  • Bongiorni, l’ex collaboratore di Sarri: 'Vi racconto il vero Maurizio. La Juve? E’ l’uomo giusto'

    Bongiorni, l’ex collaboratore di Sarri: 'Vi racconto il vero Maurizio. La Juve? E’ l’uomo giusto'

    • Francesco Guerrieri

    Dal Sansovino al Napoli, insieme a braccetto. Massimiliano Bongiorni e Maurizio Sarri si sono persi e ritrovati, destini incrociati con un pallone sotto braccio: “Ero il suo attaccante nel 2002 ai tempi del Sansovino in Serie D – racconta Bongiorni a calciomercato.com – non mi scorderò mai il primo colloquio con lui”. Impatto devastante: “L’avevo incontrato come avversario ed ero colpito dall’organizzazione della sua squadra, una cosa incredibile in Serie D. Allo stesso tempo lui rimase stupito da come giocavo io e dopo un po’ un dirigente mi contattò per chiedermi se volevo andare con loro”. Erano le origini del Sarrismo: “Abbiamo fatto una cavalcata conclusa con la vittoria della Coppa Italia e dei playoff”. Allenatore e motivatore: “Dopo la semifinale vinta, entrò negli spogliatoi, ci guardò tutti e urlando disse ‘sento odore di Serie C’. Ci ha dato una carica pazzesca”.


    "PERSONA VERA" - Dalla D alla C1. Cambia la squadra ma non i protagonisti: “Mi aveva rivoluto anche alla Sangiovannese”. Intuizione fu: “Giocavamo col 4-2-3-1, palla bassa e fraseggio corto. Io ero un attaccante atipico, un po’ alla Mertens”. Poi il tono della voce cambia, Bongiorni parla col cuore in mano: “Maurizio è una persona vera. Le cose che dice nelle interviste o in sala stampa sono le stesse che spiega in privato. Ha tre marce in più degli altri”. Scrupoloso e perfezionista: “Dedica tantissimo tempo allo studio del calcio. E’ facile mettere in pratica le idee con i campioni, ma lui lo faceva anche nelle serie minori”. E in quella Sangiovannese c’era un ragazzino da cerchiare in rosso: “In rosa avevamo Magnanelli, l’attuale capitano del Sassuolo. Era appena uscito dalla Primavera della Fiorentina e aveva ottime qualità, anche se quell’anno trovò poco spazio perché davanti c’erano giocatori più esperti”.

    AL CHELSEA - Massimiliano invece era sempre lì vicino a Sarri. Da giocatore ma anche nello staff, quando nel 2015/16 sono arrivati insieme a Napoli, il primo da collaboratore tecnico e l’altro da allenatore: “E’ stata un’esperienza meravigliosa che mi ha migliorato sotto ogni profilo”. Un calcio spettacolare che ha incantato tutti e uno scudetto sfiorato: “La cosa che mi ha colpito di più è stata la grande disponibilità di questi campioni”. A Napoli Sarri ha lasciato il cuore, al Chelsea non è mai scattata la scintilla: “Forse perché è partito in ritardo e in Inghilterra il suo modo di giocare lo hanno imparato solo poco tempo fa con Guardiola. Sicuramente c’è una cultura diversa, ma nella seconda parte di stagione i giocatori l’hanno sempre seguito”.

    VERSO LA JUVENTUS - Come Bongiorni, che oggi lo fa da lontano: “Lo chiamo poco perché è sempre impegnato”. Anche se dopo l’Europa League è scattato il messaggino: “Mi ha risposto ringraziandomi”. Filtro bianconero nel futuro di Maurizio Sarri, molto probabilmente sarà lui il prossimo allenatore della Juventus: “Penso che sia l’uomo giusto per provare a vincere tutto. I bianconeri sono abituati ad avere grandi allenatori, anche lui rientra in questa cerchia”.

    MERCATO - Tempo di mercato: “Forse gli serve un centrale dietro. Conoscendolo potrebbe aver chiesto Koulibaly, ma non penso che il Napoli lo lasci andare via”. E chissà che non si possa riformare la coppia Bongiorno-Sarri, dal Sansovino alla Juve? “Magari, ci andrei a piedi a Torino”. Destini che si avvicinano e si allontanano, mille emozioni e ricordi che dureranno per sempre.

    @francGuerrieri
     


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