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  • Ce l'ho con... Il Var, il peggior nemico del calcio. Anche in Premier è caos: cambiatelo o eliminatelo!

    Ce l'ho con... Il Var, il peggior nemico del calcio. Anche in Premier è caos: cambiatelo o eliminatelo!

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    Da Norwich a Liverpool, passando per Manchester e le altre piazze della Premier League, i turni di campionato calendarizzati nel bel mezzo delle festività natalizie passeranno alla storia come quelli della ribellione contro il VAR. Calciatori, allenatori, ex giocatori e opinionisti a vario titolo hanno manifestato tutto il loro disappunto per la deriva tecnologica presa da quest'anno anche dal football di Sua Maestà, da quello che da più parti viene definito oggi come il più spettacolare al mondo. “Questo non è più calcio”, si è sentito dire a più riprese e da più parti, oppure “Il Var chiaramente e ovviamente non funziona”, come recitava uno striscione esibito a Carrow Road, casa del Norwich, in occasione dell'ultima partita contro il Tottenham di Mourinho.

     
    MA QUALE FUORIGIOCO? - Colpa del gol del bomber finlandese Pukki annullato per un fuorigioco di partenza impercettibile all'occhio umano e che soltanto le linee immaginarie tracciate sul monitor - che anche in Inghilterra spiega le eventuali correzioni alle scelte prese dall'arbitro – hanno saputo svelare. Una casistica ripetutasi ieri sera ad Anfield, col gol del possibile pareggio del Wolverhampton contro il Liverpool accordato e poi cancellato dopo la review: l'urlo dell'ex meteora della Lazio Pedro Neto ricacciato in gol per una posizione non regolare di Jonny che soltanto al microscopio era possibile individuare. Discussioni e polemiche alimentate soprattutto dalle continue variazioni della regola del fuorigioco, che una volta puniva soltanto l'evidenza – doveva esserci luce tra il corpo dell'ultimo difensore e dell'attaccante – mentre oggi basta avere in posizione non lecita, anche per centimetri, una qualsiasi parte del corpo con cui il pallone sia giocabile. Scatenando però la reazione al limite dell'indignazione di chi contesta come un pezzettino di fronte, piede o ginocchio sia sufficiente per far scattare la verifica della tecnologia e togliere reti che in un calcio “normale” sarebbero valide.

     
    CALCIO VIVISEZIONATO - Perché il problema, in Italia come in qualsiasi paese in cui la nuova tecnologia ha fatto la sua apparizione, resta quello dei margini di applicazione di questo strumento. Nato in teoria per dirimere le questioni evidenti, quelle che in maniera lampante arrecavano un danno a chi le subiva ma che, complici protocolli assolutamente folli redatti dai rispettivi vertici arbitrali, hanno finito per generare ancora più confusione. Intervenendo ormai su tutto, vivisezionando in maniera del tutto arbitraria e senza un criterio uniforme ogni singola azione. Andando alla ricerca quasi spasmodica del minimo, presunto, errore del direttore di gara per aumentare la suspance e soffiare sul fuoco del dibattito. Rovinando uno spettacolo che è sempre stato tale anche per quel margine di incertezza e imperfezione senza il quale non si dovrebbe più parlare di sport e di fattore umano. Siamo stati catapultati nell'era della moviola in campo, nella quale si correggono- giustamente- le sviste gravi, ma in cui si interviene anche per rilevare le inezie. E se persino gli inventori di questo gioco si ribellano, forse sarebbe il caso di fermarsi a riflettere...

     

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