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  • Che fine ha fatto? Lassissi, il capo tribù: gli scontri con Cassano e Terim, la Juve sfiorata e la 'fatica da sesso' di Adani

    Che fine ha fatto? Lassissi, il capo tribù: gli scontri con Cassano e Terim, la Juve sfiorata e la 'fatica da sesso' di Adani

    • Alessandro Di Gioia
    Il suo nome era un po' caduto nel dimenticatoio, per la verità. Ma l'ultima puntata della Bobo Tv lo ha riportato in auge, grazie alle incredibili dichiarazioni sul suo conto da parte degli ex compagni di squadra, Lele Adani e Antonio Cassano: si tratta di Saliou Lassissi, ex calciatore ivoriano di ruolo difensore e vecchia conoscenza del calcio italiano, avendo militato tra la fine degli anni '90 e i primi del 2000 tra Parma, Sampdoria, Fiorentina e Roma.

    LA JUVE SFIORATA E IL RIFIUTO DI MOGGI - Classe 1978, nato ad Abidjan, la capitale della Costa d'Avorio, cresce a Marcory, quartiere povero della metropoli. Nel 1993, a soli 15 anni, viene prelevato dal Rennes, con il quale svolge tutta la trafila delle giovanili, prendendo poi anche la cittadinanza francese. Difensore centrale forte fisicamente, seppur falloso e irascibile, veniva talvolta impiegato anche come centrocampista difensivo. Quando ha solo 19 anni, la Juventus ne annuncia l'ingaggio a parametro zero, ma il transfer viene però negato, con Luciano Moggi che spiegò che il motivo fosse da ricercare nel fatto che Lassissi avesse firmato due contratti, uno con i bianconeri e uno con lo stesso Rennes: per quella che fu giudicata come una mancanza di serietà, i torinesi si tirarono indietro, così l'ivoriano rimase in Francia, dove iniziò a essere tormentato dagli infortuni. 

    I ROSSI A PARMA E LA DENUNCIA A FIRENZE - Il suo arrivo in Italia è però solamente rinviato: lo acquista il Parma, con il quale debutta in Serie A a soli 20 anni, prima di trasferirsi in prestito alla Samp, dove si fa notare per i rossi rimediati a causa di un battibecco con Gattuso, che gli costa tre giornate, e di un litigio con Ventola, che gli costa altre tre giornate. I blucerchiati retrocedono, Lassissi torna a Parma, dove si ferma un anno prima di passare alla Fiorentina. In viola vince una Coppa Italia e diventa il primo calciatore africano della storia del club, ma durante il periodo passato a Firenze è anche protagonista di un incidente automobilistico, schiantandosi contro un bidone dell'immondizia, e viene denunciato da una vigilessa per tentata aggressione.

    LA CAUSA CON LA ROMA - Finisce quindi alla Roma, protagonista dello scambio che porta Gurenko, Mangone  e Poggi in giallorosso in cambio dello stesso ivoriano, di Fuser e di Longo. Valutato 20 miliardi di lire, firma un triennale con i capitolini, ma in amichevole contro il Boca Juniors si frattura tibia e perone, incidente che gli comprometterà l'intera carriera. Non solo, dopo essere stato operato, lascia la clinica di Villa Stuart, perché, a suo dire, i medici gli somministravano le pillole sbagliate, senza avvisare la Roma, con cui inizia un contenzioso economico: i giallorossi devono risarcirlo, ma in tre stagioni con la maglia della Roma il difensore non mette mai piede in campo.

    LA TESTATA IN NAZIONALE E LE SCUSE IN DIRETTA TV - La sua carriera è in picchiata: tra Nancy, gli ivoriani del RFC Daoukro, gli svizzeri del Bellinzona e i francesi dell'Entente, metterà a referto soltanto una ventina di presenze. Anche in nazionale riesce a combinare guai: mentre era in ritiro in Guinea, spacca il labbro del compagno Blaise Kouassi con una testata, a causa di un passaggio sbagliato, prima di insultare il commissario tecnico Martin Gbonké Tia,  che lo allontana dalla squadra, Lassisi viene addirittura trattenuto dalla polizia militare locale, per essere interrogato e poi obbligato a seguire un corso di "istruzione civica", al termine del quale deve fare le proprie scuse al Paese, in diretta televisiva.

    GLI ANEDDOTI DI ADANI E CASSANO - Insomma, un personaggio particolare, come confessato anche dagli ex compagni. Intervenuto su Twitch, Lele Adani ha detto di lui: "Quando tornava dalla Costa d’Avorio, era sfinito. Non riusciva neanche a completare un giro di campo durante gli allenamenti. Lui mi spiegò che riceveva una montagna di lettere e foto e ogni volta che rientrava nel suo Paese andava con 3-4 ragazze diverse ogni giorno. Poi tornava in Italia e ci metteva un mese a riprendersi”. Ma anche: "Un giorno andò da Terim nello spogliatoio e gli disse: 'Tu sei l'imperatore, ma io a casa mia sono capo tribù. Da oggi voglio giocare sempre, sennò con me finisci male". La conferma di Cassano: ""Alla Roma io rompevo le scatole a tutti. Una volta feci arrabbiare Lassissi che mi tirò su di peso. Da quel momento gli dissi: 'Tu sarai il mio bodyguard'. Aveva una forza e una tecnica eccezionali, sembrava Thuram, anche se tatticamente era un po' anarchico". Grandi qualità, poca testa. 

    @AleDigio89

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