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  • Cinquini a CM: 'Pronto per tornare in Italia. Rimpianti? I due Ronaldo. Così scoprii Bonucci'

    Cinquini a CM: 'Pronto per tornare in Italia. Rimpianti? I due Ronaldo. Così scoprii Bonucci'

    • Francesco Guerrieri
    Una vita nel calcio per Oreste Cinquini, scopritore di talenti e mago delle trattative. E' stato uno degli artefici della grande Fiorentina dei Cecchi Gori, ha visto crescere Roberto Mancini allenatore e oggi ct della Nazionale. Oggi è l'ultimo giorno di contratto con lo Zenit, ma Cinquini ha voglia di tornare in Italia per rimettersi in gioco. Testa alta e sguardo verso il futuro, pronto a ripartire con più entusiasmo di prima. Nella mente, mille ricordi di una vita tra campi di calcio e scrivanie, raccontati in esclusiva su Calciomercato.com.

    Quale sarà il colpo del mercato di gennaio?
    "Senza dubbio Zlatan Ibrahimovic al Milan. E' un giocatore di carisma, anche se deve rimettersi in forma perché ha 38 anni e sono si allena da due/tre mesi".

    E l'Inter?
    "Sicuramente farà qualcosa. Proverà a prendere una punta di valore, Giroud poteva essere l'attaccante adatto per Conte ma credo che la mancata qualificazione agli ottavi di Champions possa aver bloccato la trattativa. Poi c'è Biraghi che non convince, e per questo credo che faranno anche un tentativo per un esterno sinistro".

    La sua ultima esperienza è stata allo Zenit con Mancini. Come mai non ha funzionato?
    "Eravamo partiti benissimo, poi alcuni fattori esterni hanno influenzato la stagione. Roberto aveva pianificato la sua avventura in Nazionale, penso sia stato un po' distratto da questo. La stagione successiva, senza Mancini in panchina, sono rimasto come consulente del presidente".

    E se dovesse consigliare un giocatore dello Zenit ai club italiani?
    "Il più importante è Kokorin, che viene da un anno difficile nel quale non ha giocato a causa di problemi extra calcistici che l'hanno portato anche in prigione. È un attaccante dalla classe cristallina, può giocare anche esterno in un 4-3-3. Lo Zenit gli ha appena rinnovato il contratto".

    Due ex Zenit come Rigoni (Sampdoria) ed Hernani (Parma), in Italia non riescono a ingranare.
    "Rigoni ha colpi sensazionali, forse deve migliorare un po' a livello caratteriale. Poi con Ranieri è un po' messo da parte perché lui è un esterno d'attacco e nel 4-4-2 fa più fatica a giocare. Da Hernani ci si aspetta qualcosa di più di quello che sta facendo vedere, ma il Parma ha l'obbligo di riscatto in caso di salvezza".

    Cinquini a CM: 'Pronto per tornare in Italia. Rimpianti? I due Ronaldo. Così scoprii Bonucci'
    Portò in Russia anche Mammana, che quest'anno è stato trattato dal Sassuolo. Come mai poi non si è concretizzato l'affare?
    "Purtroppo ha avuto un infortunio al crociato destro il primo anno, e quest'anno se l'è rotto ancora. Dopo due ko così pesanti non è mai facile tornare in forma".

    Come vede Mancini sulla panchina della Nazionale?
    "E' l'uomo giusto al posto giusto. E' voluto diventare ct a tutti i costi e visti i risultati ci ha visto sicuramente bene, perché ha lanciato tanti giovani creando una squadra importante e vincendo tutte le gare di qualificazione a Euro 2020. Il grande merito è per il suo coraggio".

    Lei ha vissuto da vicino gli inizi del Mancini allenatore. Quant’è cambiato da allora?
    "Adesso riflette molto di più, è meno istintivo. E' un allenatore importante e a dimostrarlo sono i fatti, è diventato di caratura internazionale".

    Ha un rimpianto nella sua carriera?
    "Due. E hanno lo stesso cognome: Ronaldo".

    Ci racconti cos'è successo.
    "Quando ero alla Lazio, durante un torneo a Tolone, insieme ai miei scout avevamo individuato un ragazzino che giocava con il Portogallo. Quando siamo andati dallo Sporting Lisbona per trattarlo, abbiamo trovato Ferguson. E non eravamo in grado di competere con il Manchester United. Quel ragazzino era Cristiano Ronaldo".

    E il brasiliano?
    "L'ho sfiorato ai tempi della Fiorentina, dopo il Mondiale 1994. Io stavo prendendo Marcio Santos, alla porta accanto il Psv aveva chiuso per Ronaldo. Io l'avevo visto e volevo portarlo a Firenze, però era ancora troppo giovane e non ero convintissimo. Ma ce n'è ancora un altro".

    Cinquini a CM: 'Pronto per tornare in Italia. Rimpianti? I due Ronaldo. Così scoprii Bonucci'
    Ci dica.
    "Avevo chiuso per Thuram alla Fiorentina. Trattativa di tre giorni col Monaco, chiudemmo tutto alle 4 di mattina. Mancavano solo le firme: io volevo metterle subito, il nostro ds mi disse che potevamo fidarci, andare a letto e firmare nei giorni successivi. 48h ore dopo andammo dal Monaco per le firme, ma ci dissero che non volevano più venderlo. E l'anno dopo andò al Parma".

    Però in quelle stagioni costruì una grande Fiorentina.
    "Alle spalle avevamo una famiglia importante come i Cecchi Gori. Nel 1994 andammo alla Final Four di Montpellier e in un colpo solo portammo a casa Toldo e Rui Costa. Qualche anno dopo, dal Brasile, arrivò un giocatore di grande talento come Edmundo".

    Che tipo era?
    "Diciamo un po'... esuberante. Malesani lo portò in panchina in un Milan-Fiorentina perché in settimana si era allenato male. Al rientro in campo delle squadre dall'intervallo non si trovava più Edmundo. Era sparito. Venimmo a sapere che era andato all'aeroporto per tornare A Rio de Janeiro per il carnevale".

    Lei fu anche il primo a dare fiducia a un giovanissimo Bonucci.
    "A Treviso non stava giocando, io l'avevo visto in campo e mi ero consultato con una persona che lo conosceva bene. Così decisi di portarlo a Pisa, e, nonostante qualcuno non lo volesse, mi pare si sia rivelato un acquisto azzeccato. In panchina c'era Ventura, ma il problema è stato il programma societario che alla fine fallì".

    Al Mondiale 2014 fu il general manager della Russia di Fabio Capello. Che esperienza è stata?
    "Un'avventura importante. Dopo 12 anni la Russia era tornata al Mondiale, ma purtroppo siamo stati traditi da una delle nostre certezze: Akinfeev, il portiere. Ha fatto due errori decisivi contro Corea del Sud e Algeria e siamo usciti".

    Dal passato al futuro: è pronto a rimettersi in corsa?
    "Ho appena finito il contratto con lo Zenit come advisor. Dopo sette anni e mezzo in Russia vorrei rientrare in Italia per mettere a disposizione le mie conoscenze. Tornare alla Fiorentina sarebbe un sogno, lì c'è Antognoni che per me è come un fratello. Però ora ci sono anche altre persone che stanno lavorando bene".

    @francGuerrieri

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