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  • E' un Napoli da mettere in cornice, la qualificazione un diritto sacrosanto

    E' un Napoli da mettere in cornice, la qualificazione un diritto sacrosanto

    • Ciccio Marolda
    No. Così non vale. Pallone amaro e traditore. Una partita due volte dominata, il Psg dei Paperon de’ Paperoni messo di brutto sotto, una notte da mettere in cornice e poi alla fine, ma proprio alla fine, arriva quel gol che spezza gli entusiasmi. Certo, il pari resta un gran bel risultato, potrebbe servire per passare il turno visto che i francesi ora dovranno venire a Fuorigrotta, ma resta comunque un’ingiustizia. Perché il Napoli il successo pieno l’avrebbe meritato. Dal primo al penultimo minuto. Da quando Ancelottì, come dicono a Parigi, aveva detto adieu alla révolution.

    Per la prima volta, infatti, don Carlo ci va calmo con il suo grasso e solito turn-over. Troppo eccitante e bravo quel Napoli che seppe castigare il Liverpool per sacrificarlo a cuor leggero sull’altare di  abbondanti cambiamenti studiati a tavolino.  Infatti, è praticamente una formazione copia-incolla quella che oppone al Psg. Un solo piede nuovo sul prato di Parigi: quello di Mertens che ruba il posto a Milik e in verità non c’è nessuno che possa protestare. Stesso disegno e stesso gioco. Stessa squadra e stessa passione in mezzo al campo. Non è timido il Napoli. Anzi, tutt’altro. Non si fa incantare da Neymar e tantomeno da Cavani, vecchio amico col piede velenoso. Macché.

    E’ il Napoli che comanda il gioco. Che addomestica il pallone come vuole. Che mortifica Mbappé, che tatticamente incarta i parigini a centrocampo, ma che, soprattutto, al Psg nasconde il pallone con passaggi che nel lungo o nello stretto sono sempre precisi e assai veloci. Cosicché non c’è da meravigliarsi se i brividi toccano ad Areola quando dalle sue parti arrivano Mertens e Lorenzinho. Così come neppure c’è da meravigliarsi quando il Napoli padrone del campo e del pallone va in vantaggio con Insigne che fa un gol da centravanti. Però con la leggerezza e il garbo che appartengono al suo destro talentuoso. Passa il Napoli - dopo una traversa clamorosa dell’altro piccoletto - e nessuno può dire che sia ingiusto. Anzi, se un rammarico c’è, è tutto azzurro visto che il possibile raddoppio non arriva per la misura sbagliata dell’ultimo passaggio. Cosa che in  avvio di secondo tempo mette coraggio al Psg. Infatti, il Napoli un po’ arranca e i francesi, complice involontario Mario Rui - che bravo pure lui - ce la fanno a raddrizzare la partita e il risultato. Ma di emozioni ce ne sono ancora.

    C’è Mertens che approfitta d’un regalo francese e che fa gol, e quando il successo sembra cosa fatta, quando anche l’extra time se ne sta andando via, arriva Di Maria a rovinare tutto. Quasi tutto. Perché resta la prestazione da squadra europea e resta quel punto che in classifica lascia  il Napoli secondo, davanti proprio al Psg.  Cosicché il passaggio agli ottavi diventa un diritto sacrosanto per gli azzurri, che già aspettano Cavani a Fuorigrotta. Sì, che notte questa di Parigi. Ma il bello forse non è venuto ancora.


    PSG-Napoli 2-2 , IL TABELLINO

    Marcatori: 29' pt Insigne (N), 15' st aut. Mario Rui (P), 32' st Mertens (N), 47' st Di Maria (P)

    Assist: 29' pt Callejon, 47' st Draxler

    PSG (4-2-3-1): Areola; Meunier, Marquinhos, Kimpembe, Bernat (1' st Kehrer); Rabiot, Verratti; Mbappé, Di Maria, Neymar; Cavani (31' st Draxler). All. Tuchel

    Napoli (4-4-2): Ospina; Maksimovic, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Callejon (43' st Rog) , Allan, Hamsik, Fabian; Insigne (8' st Zielinski), Mertens (39' st Milik). All. Ancelotti.

    Arbitro: Zwayer F. (Ger)

    Ammoniti: 5' pt Marquinhos (P), 9' pt Mertens (N), 32' pt Mario Rui (N)

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