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  • Fabian Ruiz non è il nuovo Jorginho: è un Milinkovic-Savic meno devastante

    Fabian Ruiz non è il nuovo Jorginho: è un Milinkovic-Savic meno devastante

    • Luca Bedogni
    Parte Jorginho, arriva Fabian Ruiz. Il Napoli è pronto a pagare 30 milioni al Betis Siviglia, la clausola rescissoria del centrocampista spagnolo classe ’96 schizzata a gennaio dopo la firma del suo ultimo contratto (allora ne bastavano 15 per liberarlo). E’ il primo colpo voluto e chiesto da Ancelotti, perché Verdi si sa, era un desiderio di Sarri approvato solo successivamente dal tecnico di Reggiolo. 
    Ora, di fatto, la concomitanza con la trattativa Jorginho-City induce a credere che si tratti di un avvicendamento funzionale (un play per un play). Ma le tipologie che incarnano i due giocatori non sono in realtà così sovrapponibili. La metamorfosi del Napoli passa forse proprio da qui, Fabian Ruiz è il buco della serratura attraverso il quale spiare il nuovo Napoli. 

    JORGINHO VS FABIAN RUIZ - Jorginho non poteva fare che quello. E’ nato per quello e si è specializzato in quello. Altrove l’ho paragonato a un fiorettista. Passaggi corti, per lo più, fitti e precisi, stoccatine rapide al cuore dell’avversario, massimo due tocchi. A tratti una verticalizzazione. Giocare corto predispone al gegenpressing: è per questo che piace a Guardiola. 

    Fabian Ruiz invece è 1,90, cominciamo da qui. E’ nota la storiella di lui che da piccino, quando ancora faceva l’attaccante, veniva chiamato la Pulce, o direttamente Messi. Poi a 14 anni una crescita spaventosa (c’è chi afferma 30 cm in un’estate sola) gli ha cambiato la vita, e adesso fa davvero impressione ripensare a quel nomignolo, quell’accostamento, vedendolo giocare a centrocampo. Ma se è vero che tutti noi, da adulti, portiamo dentro un fanciullino, il fanciullino di Ruiz a sprazzi viene fuori, e lo aiuta con un dribbling, una finta, un affondo palla al piede. Non pensate ora a un centrocampista che ritarda la giocata perché innamorato del pallone. E’ pur sempre uno spagnolo. Ruiz sa essere snello, agile, ‘duetocchista’ al pari di Jorginho. Sarà anche meno specializzato dell’italiano, ma i suoi margini di crescita oggi come oggi sono notevoli.  

    FABIAN RUIZ NEL 4-3-3 – Nella stagione appena trascorsa è stato uno dei protagonisti della cavalcata del Betis di Quique Setién verso l’Europa (sesto posto). La sua affermazione in Liga è certificata da un totale di 6 assist e 3 gol in 34 presenze, ma anche dal fatto che, schierato titolare il 20 settembre al Bernabeu (5^ giornata), da allora Fabian Ruiz ha giocato praticamente sempre (30 volte nell’undici iniziale). Modulo di riferimento? Dapprima il 4-3-3/4-1-4-1.

    Stando a questa prima immagine tratta da un Betis-Valencia dell’ottobre scorso, possiamo già dire due cose: la prima è che no, Fabian Ruiz nel centrocampo a tre del Betis non era l’equivalente di Jorginho al Napoli. La seconda è che, ciononostante, alcuni principi del calcio di Sarri si possono rintracciare tranquillamente nel ‘juego de posicion’ di Setién. Qui sotto imposta il messicano Guardado, mentre Fabian Ruiz (mezzala destra, quindi a piede invertito essendo lui mancino) si alzava al punto da arrivare a galleggiare tra le linee.  

    Fabian Ruiz non è il nuovo Jorginho: è un Milinkovic-Savic meno devastante

    Per intenderci, nel Napoli, queste posizioni sono state occupate finora da Allan e Hamsik, o Allan e Zielinski. Non certo da Jorginho.  

    Fabian Ruiz non è il nuovo Jorginho: è un Milinkovic-Savic meno devastante

    FABIAN RUIZ NEL 3-5-2 – Anche quando nel girone di ritorno Setién ha optato per il 3-5-2, Fabian Ruiz veniva schierato interno destro, da una parte per sfruttare la sua tecnica (e i suoi centimetri) in fase offensiva, dall’altra per blindare la mediana con l’impiego di Javi Garcia. Tanto in questo modulo che nel precedente, per via della sua statura, Fabian Ruiz balza all’occhio più o meno come Milinkovic-Savic nella Lazio, anche se al momento è molto meno devastante del fantasista serbo. Dei tre gol segnati in stagione dallo spagnolo, per esempio, non ce n’è uno realizzato di testa. Sono tre azioni fotocopia: discesa diagonale sulla trequarti e tiro mancino dal limite (contro il Levante, contro il Siviglia e contro il Malaga). Ecco Fabian Ruiz nel 3-5-2, contro l’Espanyol.

    Fabian Ruiz non è il nuovo Jorginho: è un Milinkovic-Savic meno devastante

    FABIAN RUIZ NEL 3-4-1-2 – In realtà è molto meno offensivo di Milinkovic-Savic, se proprio vogliamo continuare a forzare il paragone. Ed è proprio a partire da questa costatazione che dobbiamo immaginarci un suo impiego nel Napoli. Come Setién lo ha fatto giocare in coppia con Guardado nella partita di ritorno col Barcellona (ma anche contro il Real Madrid al Benito Villamarin di Siviglia), così Ancelotti potrebbe utilizzarlo nel doble pivote di un 4-2-3-1.  Assieme ad Allan può essere un’ idea. In questo Betis-Barcellona (21/1/18) Fabian Ruiz disputò un ottimo primo tempo nel 3-4-1-2 disegnato da Setién, per poi essere travolto dai catalani nella ripresa (0-5). E’ stata forse una partita così matta ad ispirare più avanti Di Francesco, che guarda caso adottò un modulo e uno stile di gioco molto simile a quello betico nel ritorno dei quarti di Champions. Difesa coraggiosa e spericolata compresa.  

    Fabian Ruiz non è il nuovo Jorginho: è un Milinkovic-Savic meno devastante

    DINAMISMO - Si tenga presente il grande dinamismo di Fabian Ruiz. Persino in un centrocampo a due lo si vedeva (immagine sotto) salire in posizione defilata, sganciarsi al momento del rilancio del portiere per far valere i suoi centimetri. La soluzione lunga non veniva ricercata spesso dal Betis, ma potrebbe diventare una carta in più del Napoli, specie se Ancelotti pensa a Fabian Ruiz come mezzala, ancora nel 4-3-3 ereditato da Sarri. Magari al posto di Hamsik, quindi non più a destra dov’è abituato (e dove giocherebbe Allan) ma a sinistra, dalle parti del non proprio altissimo Insigne. Dove però, va detto, si è imposto il talento di Zielinski. Lo spagnolo, se Ancelotti conservasse il 4-3-3, dovrebbe vedersela col polacco a questo punto, da mezzala a mezzala. Perché, d’altra parte, il rischio di pensare Fabian Ruiz al posto di Jorginho è quello di imbrigliarlo. Ma potrebbe anche rivelarsi una scommessa interessante. 

    Fabian Ruiz non è il nuovo Jorginho: è un Milinkovic-Savic meno devastante

    LUNGHE LEVE – Da mezzala tuttavia Fabian Ruiz è libero di difendere in avanti, a folate, cosa che in un centrocampo a due risulta un po’ più pericolosa. Grazie alle sue lunghe leve, è in grado di effettuare break improvvisi sulla trequarti avversaria. Qui sotto, poi chiudo, ruba palla a Sanchez dell’Espanyol e vola verso l’area avversaria, al limite della quale fornirà un assist vincente dopo aver attirato su di sé due difensori. E’ un giocatore ideale per la riconquista rapida del pallone. Negli spazi stretti i suoi gamboni qualcosa prendono o sporcano sempre. Resta invece da valutare il suo senso della posizione e dell’equilibrio davanti alla difesa. Ancelotti, se vuole cambiar modulo, dovrà lavorare anche su questo.  

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