Genoa, fischi meritati: Prandelli spreca un tempo e dà speranza al Frosinone
Voleva la bolgia al "Ferraris", Prandelli. E l'ha avuta. Sugli spalti i soliti immarcescibili ventimila ad urlare per il Grifone. Partita chiave per la squadra genoana che punta a tirarsi fuori dalla zona calda e ambisce ad agganciare Parma e Sassuolo che la precedono in classifica di uno e due punti. Inizialmente il Genoa è schierato col 4-3-3, col tridente Lazovic-Sanabria-Kouamè infilzato nel dispositivo arretrato ciociaro. Oddio, infilzato... Sanabria è la punta di lancia avanzata di una "forchetta" che colloca il serbo e l'ivoriano sulle fasce, larghi ed eccessivamente arretrati in avvio di azione, talché la produzione del gioco rossoblù stenta a imporsi e consente al Frosinone sortite sporadiche ma non innocue, come quella che libera Cassata al tiro a tu per tu con Radu. Il centrocampista era partito in posizione di fuorigioco, segnalato tardivamente dall'assistente Prenna, e viene fermato. Nicchi, in tribuna, avrà preso buona nota. Va bene attendere che l'azione si sviluppi fino alla fine, ma perché segnalare il fuorigioco ad azione conclusa? Stessa azione ma sul versante opposto ispirata da Molinaro per Pinamonti (schierato da Baroni al posto di Ciofani), il destro sbilenco del golden boy si perde dalle parti del palo lungo.
E il Genoa? Confuso e senza un filo logico nella tessitura del gioco. Alla fine dei conti è l'esterno destro di difesa, Biraschi, ad ispirare la manovra ed è detto tutto. I tre mediani (Lerager, Radovanovic e Bessa) masticano malamente opposti ai dirimpettai Cassata, Vibiani, Chibsah, validamente supportati dagli esterni, Paganini (preferito al genovese ed ex sampdoriano Zampano) e Molinaro. I quali tamponano agilmente rispettivamente su Kouamé e Lazovic e non si fanno pregare per guidare i contrassalti frusinati. Unico neo per la quadra ospite, a metà del primo tempo Cassata e Viviani hanno già visto il cartellino giallo e avere due centrocampisti ammoniti è un handicap grave, come si vedrà di lì a poco.
Segnali di Genoa verso la mezz'ora di gioco. Una punizione centrale dai 25 metri calciata forte, dritto per dritto, da Sanabria dà l'illusione del gol, ma il pallone sfila un metro oltre il palo destro della porta di Sportiello che non sembrava sulla parata. E subito dopo una bella combinazione Lazovic-Sanabria-Lavozic non si conclude felicemente perché il serbo "cicca" la correzione in porta sottomisura. La svolta arriva al 33'. Cassata, onorando il proprio nome, entra sciaguratamente a tacchetti spianati sulla tibia destra di Biraghi, Mariani estrae il rosso diretto e lo spedisce sotto la doccia. Ineccepibile. La partita si inasprisce, anche Zukanovic (fallo da dietro su Ciano) finisce sul taccuino dell'arbitro. L'accademia del calcio non abita a Marassi, nonostante la superiorità numerica il Genoa fatica a cucire il gioco, procede per iniziative estemporanee, Bessa e Kouamé - in teoria i grimaldelli più affilati - tentano qualche strappo sul settore mancino, senza alzare il tono generale della manovra genoana. La Nord tifa senza sosta, senonché l'adrenalina resta sugli spalti e non si trasferisce sul campo. Ridotto in dieci uomini il Frosinone ha calato il ritmo e le uscite in avanti e bada a difendersi. Lo 0-0 dell'intervallo è la fotografia fedele dell'andamento del primo tempo. Noiosetto e scontato, invero.
Ripresa. Prandelli corre ai ripari. Fuori l'acciaccato Biraschi, che porta i segni dei tacchetti di Cassata, e dentro l'antico pirata Pandev. Il Genoa passa al 3-4-1-2 con la difesa a tre (Romero-Zukanovic-Criscito) e il macedone nella posizione di trequartista alle spalle di Koumé, finalmente avanzato e accentrato accanto a Sanabria. Un assetto tattico più logico e rispondente alle caratteristiche dei giocatori genoani. Il Frosinone risponde con il 3-4-2 che permette una buona densità nella zona centrale del campo e un discreto equilibrio generale. Il pallino però è passato nelle mani, pardon, nei piedi dei giocatori di Prandelli che tuttavia non lo gestiscono con la continuità e la verve necessarie per scardinare il dispositivo blindato del Frosinone. Lavozic a destra e Criscito a sinistra hanno alzato le proprie posizioni in campo e agiscono come ali. Pandev fa il pendolo ai margini dell'area di rigore frusinate, distribuendo palloni e guadagnando calci di punizione preziosi. Risultati? Qualche mischia davanti a Sportiello, ma nessun brivido vero per una ventina di minuti davanti al portiere ciociaro. Si accendono fuochi qua e là, innescati da Kouamé, Lazovic e Bessa, ma è più fumo che arrosto.
Minuto 10, Baroni tira via Viviani, ammonito e lo sostituisce con Maiello. Il copione ormai è scritto: Genoa all'attacco a pieno organico, Frosinone rinserrato nei suoi sedici metri. Prova Sanabria (colpo di testa alto), riprova Lazovic (Sportiello para a terra), nessuna occasione pulita per segnare, in mezzo ad un possesso palla che si fa via via tanto ossessivo quanto inconcludente. Al minuto 23 tuttavia Lazovic raccoglie al volo una respinta della difesa, il suo destro è una saetta ma incoccia nella coscia di Capuano e si perde. Il campo ora sembra in discesa per il Genoa e in salita per il Frosinone che fatica a mettere fuori il capo. Al minuto 25 il contropiede avviato da Chibsah mette in movimento Paganini che calcia e scheggia la traversa. L'assistente Gori finalmente segnala la posizione irregolare del mediano ospite. Perché di nuovo tanto ritardo? Baroni sostituisce Pinamonti con Ciofani, nella speranza - si suppone - che il poderoso centravanti tenendo palla possa far salire la squadra, liberandola dal soffocante assedio genoano.
Stupore fra i tifosi al 32', Prandelli richiama Kouamé e inserisce il ventunenne Dalmonte, del quale non si rinverrà traccia. Con i suoi tocchi e illuminazioni, Pandev sembra un marziano nel grigiore di una compagnia di pedatori modesti, in mezzo ai quali naufragano anche i pochi attori (Criscito, Bessa, Lazovic) che conoscono la parte. Non si balla la mazurka ma un lento e fatalmente lo spettacolo risulta scadente e scontato, ancorché appassionante per la folla rossoblù che continua a spingere la propria squadra. Le mischie in area si accendono, il testone biondo del pivot polacco Salamon domina i cieli. Lerager prova dal limite, il destro termina a lato. Fioccano i corner, il Genoa è un toro che carica a testa bassa, il Frosinone un torero senza spada. Al 43' esce Ciano per Gori, Baroni infoltisce il centrocampo e si capisce: a quel punto serve alzare ulteriormente il muro e rinunciare a qualsiasi replica in avanti. Ultimissima chance nei 4' di recupero: due corner consecutivi per il Genoa. Ma non va. Il Genoa esce tra i fischi. Meritati, dopotutto.
IL TABELLINO
Genoa-Frosinone 0-0
Genoa (4-3-3): Radu; Biraschi (1’ st Pandev), Romero, Zukanovic, Criscito; Bessa, Radovanovic, Lerager; Lazovic, Sanabria, Kouamè (33’ st Dalmonte). All. C. Prandelli.
Frosinone (3-5-2): Sportiello; Goldaniga, Salomon, Capuano; Paganini, Chisbah, Viviani (10’ st Maiello), Cassata, Molinaro; Ciano (44’ st Gori), Pinamonti (27’ st Ciofani). All. M. Baroni.
Arbitro: M. Mariani di Aprilia.
Ammoniti: 21’ pt Cassata (F), 25’ pt Viviani (F), 36’ pt Zukanovic (G); 29’ st Kouamè (G), 37’ st Ciofani (F).
Espulso: 34’ pt Cassata (F).