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  • Il calciomercato ai tempi del coronavirus, Marotta e Paratici: 'Più povero e con tanti scambi'

    Il calciomercato ai tempi del coronavirus, Marotta e Paratici: 'Più povero e con tanti scambi'

    La pandemia coronavirus influenza anche il calciomercato. In attesa di conoscere le date della prossima campagna trasferimenti (la Fifa sta studiando un'unica finestra aperta fino a gennaio 2021), Tuttosport ha interpellato alcuni importanti uomini mercato. 

    Fabio Paratici (Juventus): "Ci saranno molti scambi, una situazione che avvicinerà il calcio alla NBA. È presumibile che alcuni club, ad esempio in Germania, possano beneficiare della generale situazione di crisi in virtù di un'economia sottostante più solida di altre". 

    Giuseppe Marotta (Inter): "Al di là delle date che sono ancora tutte da stabilire, penso che sarà un mercato inevitabilmente più povero e nel quale potrebbero esserci quindi più scambi. Assisteremo a una generale diminuzione dei prezzi perché il problema è globale. Sarà importante poter sfruttare le risorse del vivaio". 

    Igli Tare (Lazio): "La priorità è combattere il virus e chiudere la stagione, non riuscirci sarebbe fatale per la situazione economica del calcio. Speriamo di giocarci lo scudetto fino all'ultimo, anche se non si può ancora sapere quando si riprenderà. Solo dopo penseremo a come organizzare il mercato. L'unica cosa certa è che sarà più complicato. L'abbassamento generale dei prezzi è possibile, ma molto dipenderà anche da come concluderemo l'annata. Non mi intriga l'idea di una sessione sempre aperta fino all'inverno". 

    Andrea Berta (Atletico Madrid): "Per me si potrebbe eliminare la finestra estiva, che potrebbe coincidere con il finale dei campionati, e restare con le attuali rose fino a gennaio, quando riaprire il mercato sarebbe anche più logico perché a quel punto i club avrebbero più chiare le perdite e il senso degli investimenti. Prima di tutto, però, bisognerà capire come rientrare a giocare in sicurezza. Il ridimensionamento dei prezzi ci sarà per tutti". 

    Pierpaolo Marino (Udinese): "Per almeno un anno operazioni da 100-150 milioni ce le possiamo dimenticare. Ammesso che ci sia una finestra ad agosto, perché secondo me si potrebbe andare direttamente a gennaio, sarà un mercato in recessione: il giocatore da 50 milioni diventerà un pezzo da 30". 

    Giovanni Carnevali (Sassuolo): "Il ridimensionamento sarà globale e riguarderà tutte le componenti, compresi agenti e giocatori. I nuovi contratti saranno al ribasso, però credo si dovranno ridiscutere su nuovi parametri anche quelli attuali. Il mercato sempre aperto non porterebbe vantaggi, ma soltanto più caos". 

    Alessandro Lucci (agente): "La previsione è che il prossimo mercato sarà fortemente ridimensionato a causa di una crisi senza precedenti e di un dramma che non sappiamo bene quando terminerà. I prezzi saranno fisiologicamente più bassi e le modalità di pagamento andranno dilazionate negli anni per dare la possibilità all’economia mondiale di ripartire. Ci saranno tanti scambi con poco flusso di denaro. Sono assolutamente contrario a un mercato luglio-gennaio". 

    Stefano Castagna (agente): "Operazione replicabile in futuro? In parte dipenderà anche dalla fine o meno dei campionati. Sono convinto che si torneranno a fare ottimi affari soprattutto in Sud America". 

    Daniel Delgado (agente): "Una volta c’era la finestra di fine ottobre-novembre a campionato in corso, magari sarà riproposta. Il mercato in qualche modo si farà, ma prima pensiamo alla salute". 

    Giacomo Petralito (intermediario): "Mi aspetto che il Fair Play finanziario venga corretto per qualche anno in modo tale da consentire alle proprietà ricche di immettere soldi nel sistema a vantaggio di tutto il calcio. Colpi da 100 milioni in estate se li potranno permettere solo Bayern e Dortmund. Ma non li faranno per non essere immorali". 

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