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  • Il Napoli si scioglie: 'fesserie' in campo e in panchina, sconfitta che è peggio di ritiro e multe contestate

    Il Napoli si scioglie: 'fesserie' in campo e in panchina, sconfitta che è peggio di ritiro e multe contestate

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Incredibile. Dopo un tempo praticamente dominato, il Napoli si scioglie, si squaglia nel secondo, fa un sacco di fesserie in campo ed in panchina e passa inopinatamente dal successo che sembrava garantirgli il gol di Llorente a una sconfitta che fa più danni d’un ritiro rifiutato o d’una multa contestata. E così, mentre il Bologna fa festa e la città illumina le Due Torri coi colori della squadra, il Napoli spegne anche l’ultimo lumino e deve accettare l’umiliazione dei fischi della gente. Eppure non era cominciata male dopo l’attesa, la curiosità che alla vigilia c’era intorno alle scelte di Ancelotti. Ci si chiedeva: il pari dell’Anfield contro il Liverpool, avrà insegnato qualcosa oppure no all'allenatore azzurro? L’avrà convinto oppure no a rivedere il suo sconcertante e perdente modello-campionato? Ebbene sì. Ebbene, don Carlo sino all'altro giorno assai testone, assai chiuso ad ogni cambiamento, alla fine molla la difesa delle proprie idee e cambia tutto. Perché seppure non mancano e non mancheranno i tentativi di far passare tutto per normale, contro il Bologna tatticamente il Napoli ha portato sul prato la rivoluzione. Ha rispolverato, infatti, quel quattro-tre-tre invocato dal campo e dalla gente e, chissà, forse pure da De Laurentiis, così come il patron fece anche con Sarri dopo tre o quattro sballatissime partite. Ancelotti ha resistito un po’ di più, ma alla fine ha dovuto convenire che il calcio che aveva in mente, complicato da trasferire al campo, aveva fatto già eccessivi danni. Anche se poi alla fine è servito a niente.

    Innanzitutto, così, come in Inghilterra, difesa con tre centrali a darsi reciprocamente forza e copertura; Di Lorenzo a sinistra dove manca Mario Rui, e, mancando pure Allan, per necessità tre mediani d’attacco in mezzo al campo, però con la certezza di poter contare sulla collaborazione di Di Lorenzo e sui rientri opportuni di Lorenzo Insigne. Là davanti, infine, un inedito tridente: Lozano-Llorente e il capitano, con due boss del campo come Mertens e Callejon fatti fuori. Il che oltre ad essere un po’ il segno dei tempi è, probabilmente, anche un prova di quello che il Napoli sarà. Intendiamoci, non è che cambiando disegno il Napoli è diventato all'improvviso squadra che detta legge in lungo e in largo, però per un tempo pieno è sicuramente più affidabile e compatta di com'era prima. Più coperta, più sicura di se, con ruoli e posizioni definiti e, quindi, con tutti che, più o meno, sanno cosa fare.

    Ecco, questo è il Napoli che affronta il Bologna e che, probabilmente un poco lo sorprende anche. Infatti la squadra di Sinisa, che non è in panchina, va in crisi soprattutto in mezzo al campo, dove il Napoli costruisce gioco e superiorità. E costretto, schiacciato com'è, irretito sulle fasce, finisce con il perdere i contatti con Palacio. Sia chiaro, non è squadra che si risparmia, che s’arrende, il Bologna, ma è quasi sempre costretto a rintanarsi sperando in una ripartenza fortunata.

    Insomma, quasi monotona la superiorità napoletana, ma una superiorità che non paga chissà quanto. Sì, ci arriva al tiro, ma la porta non la prende quasi mai. E quando lo fa, non dà preoccupazioni al portiere del Bologna. Anche perché quando (16’) Lozano mette il pallone in rete, lo fa stando in fuorigioco e quel gol non conta niente. La risposta del Bologna? Sta tutta in una mezza girata di Dzemaili, il quale approfitta d’un clamoroso liscio di Fabian per mettere il pallone mezzo palmo al di là del palo dove Ospina non sarebbe mai arrivato. E così, tra un tiro fuori e qualche, troppe, iniziative solitarie di Lorenzo Insigne, s’arriva quasi a fine primo tempo. Al 41’ per la precisione. Quando ancora una volta il capitano riparte palla al piede in contropiede, non lo divide con nessuno e dal limite dell’area tira. Skorupski rinvia, ma è più lesto Llorente che non può sbagliare. Vantaggio azzurro e la cosa, in verità sembra regolare. Ovvia. Giusta. Naturale.

    Ma, ovviamente, la partita non è chiusa. Smuove la sua palude, il Bologna. Fuori Orsolini e dentro Olsen. E come spesso capita il cambio è felice. Fortunato. Dopo l’ennesima parata di Skorupski sul solito Insigne, infatti, (58’) Sansone cerca Palacio in area azzurra; Koulibaly gli nega la deviazione, ma finisce col passare palla proprio a Olsen che non ha problemi a pareggiare. Una doccia fredda per gli azzurri. Un ricostituente dall'effetto immediato, invece, per il Bologna. E non è tutto, perché nel suo tentativo di riprendersi il risultato, Ancelotti porta in campo Mertens al posto di Elmas e inevitabilmente il Napoli s’allunga, si sbilancia, diventa squilibrato. E per il Napoli diventa una condanna. Perché senza equilibrio, il Napoli si offre a chi gli sta di fronte. Squadre lunghe, spazi larghi, da una parte e dall'altra, ripartenze con i portieri che però sanno farsi rispettare. Ospina, ad esempio, gela Sansone (66’), mentre Mertens e poi Fabian (67’ e 74’) mandano il pallone appena appena fuori.

    E allora la domanda è questa: resisterà la squadra azzurra alla crescita costante del Bologna. Alla sapienza di Dzemaili e alla tracotanza di Sansone sulla destra? No, non resiste. E non è un caso che sia proprio Sansone (80’), smarcato finemente in area da Dzemaili, a far fuori Ospina e a gettare nello sconforto il Napoli e la gente dello stadio. Sì, la reazione c’è. A Manolas abbracciato ed affondato, chissà perché, negano un rigore chiaro a tutti tranne all’arbitro ed al Var; a Llorente viene negato a qualche secondo dalla fine un gol per un fuorigioco che c’è tutto e non hanno senso o non hanno fortuna altri due o tre disperati tiri in porta.

    Incredibile Napoli. Compatto e assai deciso in Champions, liquido e perdente in campionato. Una sconfitta che complica il già delicatissimo rapporto tra proprietà, allenatore e squadra e che potrebbe aprire scenari ancor più tristi e bui. Una sola cosa è certa: Ancelotti non si dimetterà.




    IL TABELLINO:

    Napoli-Bologna 1-2 (primo tempo 1-0)

    Marcatori: 41' pt Llorente, 13' st Skov Olsen, 35' st Sansone

    Assist: 35' st Dzemaili

    NAPOLI (4-3-3): Ospina, Maksimovic, Manolas, Koulibaly, Di Lorenzo, Fabian, Zielinski, Elmas (20' st Mertens), Insigne, Lozano (37' st Younes), Llorente. In panchina: Meret, Karnezis, Luperto, Mario Rui, Hysaj, Gaetano, Callejon. All. Ancelotti.

    BOLOGNA (4-3-3): Skorupski, Tomiyasu, Bani, Danilo, Denswil, Medel (18' st Svanberg), Dzemaili, Poli, Orsolini (1' st Skov Olsen), Sansone, Palacio (40' st Destro). In panichina: Da Costa, Sarr, Paz, Krejci, Mbaye, Corbo, Juwara, Schouten. All. Tanjga

    Arbitro: Pasqua di Tivoli

    Ammoniti: Medel, Koulibaly, Poli, Denswil, Destro, Dzemaili

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