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  • Belotti e Simeone, dove siete? Il Torino della furia Mazzarri stoppato dalla Viola

    Belotti e Simeone, dove siete? Il Torino della furia Mazzarri stoppato dalla Viola

    • Renzo Parodi
    Pari e un punto per uno. Le damigelle delle Grandi, Torino e Fiorentina, fanno ciascuna un passettino verso le zone nobili della classifica, issandosi rispettivamente a 14 e a 15 punti in classifica. Meglio due feriti che un morto? Macché. Entrambe le squadre hanno il diritto di essere scontente, il Toro in particolare: giocava in casa, veniva dal bruciante 2-2 di Bologna, bollato da Mazzarri come un pasticcio da "pollastri". Ha fatto il match, ha giocato per vincerlo, non si è mai risparmiato, seppure infilando diversi errori di misura nei fraseggi e nei tiri in porta. Ha vinto a centrocampo, con il "cagnaccio" Rincon, il fine Meite, il delicato Baselli (sacrificato a lungo su Veretout, la fonte di gioco della Viola). E l'esterno Aina, oltre al gol del pareggio in collaborazione con Lafont, l’ha fatta da padrone seminando il panico sulla fascia sinistra offensiva del Toro. Eppure, paradosso tipico del calcio, la squadra granata ha pure rischiato di perderlo, il punticino. E’ accaduto quasi sullo spirare della gara: un fulmineo contropiede (uno dei pochi orchestrati dalla Viola) ha liberato in rapida successione Simeone, Mirallas e Chiesa a tu per tu con Sirigu, il portiere ci ha messo la classica pezza e la difesa in qualche modo ha cancellato la minaccia. La Fiorentina si è difesa, con ordine ma anche senza lampi né ripartenze puntuali. Soprattutto nel primo tempo, quando Pioli l’aveva consegnata ad un assetto tattico improbabile, con Simeone confinato in panchina e Mirallas a interpretare il ruolo dell’attaccante centrale. Un po’ meglio la ripresa, quando Simeone e Gerson sono subentrati sul prato battuto dalla pioggia a Eysseric e Edimilson.

    Mazzarri, espulso per proteste alla mezz’ora del primo tempo, nel dopo gara si è molto lamentato dell’arbitro Fabbri. Ha parlato di "arroganza del potere" e reclamato parità di trattamento a parità di episodi. "C'era un rigore su Belotti, perché non è intervenuto il Var? Rincon è stato ammonito per un’entrata fallosa, Vitor Hugo invece per un fallo analogo è stato risparmiato. Ho chiesto spiegazioni e l'arbitro mi ha cacciato. Non lo accetto. A Bologna l'arbitro ci aveva negato un altro rigore. Ora basta". Per me Fabbri ha diretto con qualche sbavatura nella valutazione dei falli. Il rigore reclamato da Mazzarri non era così evidente. Sei ammoniti raccontano della difficoltà di un match spigoloso, ma non cattivo. Prosegue il Satyagraha pannelliano di Belotti e Simeone (l'argentino però ha giocato soltanto il secondo tempo), ovvero il digiuno del gol dei due attaccanti, a questo punto assai presunti bomber. Il granata è fermo a quota due, il viola addirittura ha segnato un solo gol. Molti dei difetti delle due squadre possono essere riassunti nella scarsa vena dei due centravanti nei sedici metri. Giochi, giochi e rigiochi il pallone ma se non lo butti nella rete avversaria friggi aria e semini illusioni.

    Match puntuto, confuso, duretto. Alla fine gli ammoniti saranno sei e Mazzarri espulso per plateali proteste. Gli allenatori hanno apparecchiato qualche sorpresa di formazione. Mazzarri ha preferito Aina e Djidji a Berenguer e Moretti (annunciato al rientro alla vigilia), ma il botto l’ha preparato Pioli che ha destinato il Cholito Simeone alla panchina e si inventa una Fiorentina acefala, ovvero senza un vero centravanti, perché Mirallas (schierato a danno di Pjaca) non ha combinato praticamente nulla nei sedici metri granata. Mazzarri invece insiste sullo stranito Belotti, tanta corsa, volontà profusa senza risparmio ma risultati zero o quasi nei momenti fatali. Match dunque anomalo, eccentrico e difatti l’equilibrio si rompe all’istante, rocambolescamente. Chiesa da destra taglia uno dei suoi cross affilati, De Silvestri a centro aerea riceve il pallone sul ginocchio destro, il rimpallo, involontario, serve a Benassi (ex granata di medio corso) il comodissimo assist per l’1-0. Sono trascorsi esattamente 65 secondi dal fischio d’inizio. Il Toro barcolla per una decina di minuti ma fa in fretta a riprendersi e ad afferrare il pallino del gioco. Niente di eccezionale, gli assalti sono frequenti ma alquanto confusi eppure dopo un paio di salvataggi in uscita di Lafont, l'equilibrio si ristabilisce al quarto d’ora. Rocambolescamente e quindi davvero è pari e patta. Aina dal largo inganna Milenkovic (già ammonito e titubante) e scocca un destro filante che manda il pallone a infrangersi sul palo più vicino, il canonico rimpallo lo rimanda sulla schiena di Lafont e di lì nel sacco. Il più classico degli autogol.

    Partita tirata spigolosa, ma non proprio esteticamente gradevole. Il Toro carica a testa bassa, la Fiorentina rincula e Pioli in panca si arrabbia: Izzo, Iago, De Silvestri battono a rete ma uno stinco, una schiena, un errore di mira tolgono il gusto del gol. Rincon ringhia sulle caviglie di Chiesa e si becca un giallo a tinte arancioni. Poco dopo è Vitor Hugo a scaldare le caviglie di Iago Falque proprio di fronte alla panchina del Torino. Mazzarri dà in escandescenze e il ridanciano Fabbbri, arbitro romagnolo, smette di sorridere e lo caccia. Devono trascinarlo via quasi a forza. Negli spogliatoi il tecnico toscano ci metterà il carico da undici. Il clima in campo si fa caldo, vola qualche calcione, il Toro fa il match senza cavare un ragno dal buco. Ma almeno rispetta una parvenza di schermi. La Viola (in maglia blu per onorare il rione Santa Croce) brancola nel buio. Tutti fanno tutto e lo fanno mediamente male, salvo i difensori che tengono botta, attorno al totem Pezzella. Chi fa il centravanti nel primo tempo in assenza del Cholito? Nessuno. Chiesa si accende ad intermittenza, sulla fascia, sinistra o destra pari sono. Ma è troppo solo, Eysseric che dovrebbe appoggiare Mirallas, preferito a Pjaca, e schierato più o meno vagamente come prima punta non ne azzecca una. E insomma salvo un paio di contropiede la Fiorentina non entra mai in partita. Si difende, sta chiusa e bada a non prenderle. L’ultima chance per sfondare capita non a caso al Toro, ma il tiro cross arcuato di Iago Falque non sorprende l’elastico Lafont che smanaccia in corner, La ripresa vede altri scenari - la Viola è un po’ meno timida - ma in fondo il tema non cambia. Toro all’attacco e Viola di rimessa. Entrano Simeone e Gerson e la differenza non si nota. Il Toro procede a strappi tenendo però il filo del gioco. La Fiorentina punge a tratti, Chiesa ha ingranato le marce alte e dà sfogo alla Viola sgonfiando il forcing granata. Ma si tratta di iniziative estemporanee, sebbene il gioco - quando sboccia - fluisca con geometrie pulite e profonde. L’equilibrio sembra sempre sul punto di spezzarsi, e tuttavia resiste. Gli ulteriori cambi, su un fronte e l’altro, non pesano granché. Insomma, chi si accontenta gode. Alla prossima.

    IL TABELLINO

    Torino-Fiorentina 1-1 (primo tempo 1-1)


    Marcatori: 2' p.t. Benassi (F), 13' p.t. aut. Lafont (T)

    Torino (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Djidji; De Silvestri (38' s.t. Parigini), Meitè, Rincon, Baselli (20' s.t. Zaza), Aina; Falque (40' s.t. Soriano), Belotti. All. Mazzarri.

    Fiorentina (4-3-3): Lafont; Milenkovic, Pezzella, Victor Hugo, Biraghi; Benassi (38' s.t. Dabo), Veretout, Edimilson (1' s.t. Gerson); Chiesa, Mirallas, Eysseric (1' s.t. Simeone). All: Pioli.

    Arbitro: Fabbri di Ravenna. 

    Ammoniti: 6' p.t. Milenkovic (F), 25' p.t. Rincon (T), 22' s.t. Gerson (F), 25' s.t. Meité (T), 32' s.t. Mirallas (F), 37' s.t. Veretout (F)

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